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Giordania – Festa dell'Indipendenza


Assadakah Amman - Era il 25 maggio 1946 quando il Regno di Giordania ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna. Un avvenimento atteso e debitamente festeggiato, sempre con tutte le necessarie precauzioni a causa della pandemia di Covid-19.

La Giordania è un Paese di fondamentale importanza nella regione mediorientale, per la posizione geopolitica che occupa, dal momento che confina con Egitto, Israele, Siria, Iraq e Arabia Saudita, e la sua centralità è anche ribadita dal fatto di avere ospitato colloqui diplomatici per risolvere crisi di prima grandezza, come quella dello Yemen. Inoltre, è da sottolineare il fatto che è un Paese pacifico, in mezzo a un vero e proprio inferno, e che è di responsabilità giordana la custodia del principale sito sacro dell'Islam, ovvero la Spianata delle Moschee a Gerusalemme Est, oggi come ieri al centro del conflitto israelo-palestinese.

L'indipendenza della Giordania ha origine nel periodo fra il 1919 e il 1922, quando Francia e Inghilterra stabilirono una serie di accordi per la ripartizione del Medio Oriente: Libano e Siria furono posti sotto mandato francese, Palestina, Transgiordania e Iraq sotto mandato britannico. Inoltre, un accordo segreto stabiliva inoltre che il Sultanato del Najd e lo Hijaz, Stato confinante che aveva visto le gesta del celebre colonnello Lawrence, sarebbero divenuti possedimenti di al-Husayn, figura di riferimento della rivolta araba.

Nel 1921 Winston Churchill, all'epoca Ministro alle Colonie, divise la Palestina dalla Giordania con una linea di confine che andava dal Giordano al porto di Aqaba, affidando la porzione orientale, la Transgiordania, all'emiro Abd Allah, il figlio di al-Husayn. Il nuovo re avrebbe però dovuto rendere conto delle proprie decisioni a un commissario britannico. All'epoca la Giordania contava non più di 40mila abitanti, di cui solo il 20% risiedeva nelle poche città. Nel 1928 fu promulgata la prima costituzione, mentre in altri Paesi arabi cominciavano a manifestarsi forti tensioni nei confronti dei movimenti sionisti, che continuavano a chiedere una patria ebraica e vedevano nella Palestina e in Gerusalemme la loro sede naturale, le popolazioni arabe, naturalmente, erano di opinione decisamente contraria, come sono ancora oggi. Fra il 1937 e il '38, la Gran Bretagna tentò di mediare un accordo fra palestinesi ed ebrei, senza però ottenere progressi, e la situazione peggiorò ulteriormente con la seconda guerra mondiale, e con l'arrivo di migliaia di ebrei in fuga dalla Germania nazista e dall'Europa occupata, i quali sostenevano le truppe di occupazione britanniche. Avvenimento determinante fu la nascita della Lega Araba, nel 1945, i cui Stati fondatori erano Egitto, Iraq, Transgiordania, Libano, Arabia Saudita, Siria e Yemen, con la Transgiordania che, l'anno successivo, ottenne l'indipendenza dal Regno Unito.

La dinastia Hashemita diede un impulso fondamentale allo sviluppo del Paese, prima con il re Abd Allah ibn al-Ḥusayn primo sovrano dopo la fine del mandato inglese, e salito al trono con il titolo di re della Transgiordania, il quale fu forse l'unico leader dell'epoca a mantenere un atteggiamento non interventista nel conflitto scatenato contro il neonato Stato di Israele, cercando il compromesso diplomatico con l'allora leader israeliana Golda Meir, che per altro incontrò diverse volte ad Amman. Inizialmente la proposta del re hashemita era di creare uno stato federale in cui gli ebrei sarebbero stati sovrani di un'enclave autonoma. Quando divenne chiaro l'assenso internazionale nei confronti della formazione di uno stato ebraico, Abd Allah non si arrese nei negoziati e, accettando l'indipendenza di Israele, chiese l'opinione degli ebrei circa l'annessione giordana della parte araba della Palestina, ottenendo l'assenso della premier israeliana. Re Abd Allah si trovò però da solo contro un fronte compatto che voleva attaccare lo Stato ebraico e non poté che far buon viso a cattivo gioco.

La Transgiordania, tuttavia, anziché attaccare Israele occupò una parte di territorio palestinese a occidente del Giordano (la cosiddetta Cisgiordania o West Bank), assumendo la denominazione odierna di Regno di Giordania, anche se ʿAbd Allah si premurò di avvertire la comunità araba che avrebbe tenuto quella parte di territorio palestinese in "sacro deposito" fintanto che non si fosse costituito uno Stato indipendente della Palestina.

L'atteggiamento giudicato “troppo pacifista” di re Abd Allah culminò con il suo assassinio, nel luglio 1951, nei pressi della Moschea di Omar a Gerusalemme.

Salì quindi al trono il figlio, Talal ibn Abd Allah, che governò dal luglio 1951 all'agosto 1952, quando fu costretto ad abdicare per ragioni di salute, cedendo il regno al figlio Husayn. Durante il suo breve regno fu responsabile della formazione di una costituzione più liberale del regno hashemita, che rese il governo responsabile collettivamente, e i ministri individualmente, di fronte al parlamento giordano. La costituzione fu ratificata il 1º gennaio 1952. Re Talal fece molto per rendere meno tesi i rapporti fra Giordania e i Paesi arabi vicini, soprattutto Egitto e Arabia Saudita.

Ḥusayn ibn Ṭalāl, generalmente noto come Hussein di Giordania, regnò dal 1952 al 1999 e fu protagonista di un governo definito un "esperimento liberale", permettendo, nel 1956, la formazione dell'unico governo democraticamente eletto nella storia della Giordania. Ḥusayn guidò il Paese attraverso quattro turbolenti decenni del conflitto arabo-israeliano e della guerra fredda, bilanciando con successo le pressioni dei nazionalisti arabi, dell'Unione Sovietica, dei paesi occidentali e di Israele, trasformando la Giordania alla fine del suo regno di 46 anni in uno Stato moderno.

Dal 1999 la Giordania è governata dall'attuale sovrano, re Abd Allah II ibn al-Ḥusayn, famoso a livello internazionale per il mantenimento della stabilità e per la promozione del dialogo interreligioso e la comprensione moderata dell'Islam, nonché custode dei siti sacri musulmani e cristiani di Gerusalemme, posizione ricoperta dalla sua dinastia dal 1924. Pur fra mille difficoltà dovute all'instabilità della regione, re Abd Allah è riuscito a mantenere un elevato grado di stabilità del regno, all'interno del frastagliato quadro politico regionale, in particolare riguardo alle ripercussioni della crisi siriana. Inoltre è stato ed è protagonista di non poche iniziative e riforme, in particolare in campo sociale, economico, costituzionale e giudiziario.

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