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Giornalismo e impegno etico contro la disinformazione


Roberto Roggero – E’ un fatto accertato che la manipolazione dell’informazione costituisca un pericolo reale per l’opinione pubblica, specie si mirata all’ottenimento di determinati obiettivi politici o per indurre comportamenti sociali, in una società che, autocelebrandosi, si definisce, democratica. Per questo motivo, la lotta alle campagne di disinformazione intenzionale dovrebbe essere responsabilità di tutti, specialmente nell’attualità digitale, che ha determinato una massificazione dei media, per cui spesso è difficile individuare l’origine di quelle che vengono definite “fake news”.

Quanto sopra implica la necessaria responsabilità di assumere eticamente, da parte del giornalismo e di tutti i settori coinvolti nell'informazione, di non lasciare che la menzogna inondi negativamente il giudizio critico, perché la salute del sistema democratico richiede informazioni veritiere, debitamente verificate, sia dal giornalismo che dai media, nonché dalle organizzazioni politiche e dai singoli che contestano in arena elettorale. La società ha bisogno che la discussione politica sia costruita sulla base di dati precisi, che scaturiscono dalla realtà, nonché che faccia prevalere i valori etici su cui si fonda la qualità democratica di un Paese.

È oltremodo evidente che l'uso di meccanismi di disinformazione contro gli oppositori politici dovrebbe essere smascherato e sradicato. Un passo più che importante è quello di stabilire che la lotta non implica solo il non generare o diffondere notizie false, ma anche la responsabilità di chiarire e scusarsi quando sono prodotte o diffuse da qualsiasi parte politica. In questo senso deve esserci l'obbligo di chiarire pubblicamente e chiedere scusa quando si verificano tali situazioni.

A difesa della trasparenza democratica e della qualità della professione, si dovrebbe assume la responsabilità di promuovere, tra gli operatori dei media, la necessità di formarsi ad agire di conseguenza, quando si manifestano meccanismi di disinformazione o campagne di notizie false a fini politici. È inoltre chiaro che ciò deve essere attuato nel rispetto della libertà di espressione, e che è necessario impegnarsi a non generare o promuovere notizie false o campagne di disinformazione, qualunque sia il fine da raggiungere, con la necessità di buone pratiche di convivenza nell'uso dei social network. In sostanza, un obbligo ad assumere la difesa della democrazia, con il coraggio da parte degli operatori dell'informazione, di salvaguardare il ruolo etico della funzione del giornalismo, a favore della verità nell'informazione. È altresì evidente che è necessario salvare la dignità economica e lavorativa del giornalismo in generale, rispetto ai diversi tipi di condizionamento che possono tentare di incidere sulla sua giusta azione.

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