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In Armenia Pashinyan rieletto primo ministro




ANN - Letizia Leonardi - Yerevan - Si è concluso lo spoglio delle schede delle elezioni che si sono tenute domenica 20 giugno nella Repubblica d'Armenia. Queste consultazioni anticipate sono state indette dopo le proteste che hanno costretto alle dimissioni il primo ministro Nikol Pashinyan a seguito della sconfitta dell'esercito armeno nel conflitto contro l'Azerbaijan nel territorio del Nagorno-Karabakh. Un'Armenia spaccata che tuttavia ha riconfermato Pashinyan con il suo nuovo partito "Contratto Civile", con oltre il 59% dei consensi. Le forze di opposizione, guidate dall'ex presidente Robert Kocharyan, hanno già denunciato brogli elettorali. A essere chiamati alle urne sono stati 2 milioni e mezzo di cittadini armeni. È stata comunque abbastanza bassa l'affluenza alle urne che si è fermata al 49,4% anche se è stata in leggero aumento rispetto alle precedenti elezioni del 2018, con una presenza del 48,6%. Centouno deputati entreranno in parlamento e ci resteranno per i prossimi cinque anni.

Pashinyan si è scontrato con l'ex presidente armeno, dal 1998 al 2008, Robert Kocharyan, che con il suo partito "Alleanza Armenia" era considerato in testa negli ultimi sondaggi. Dal 2009 è membro del consiglio di amministrazione di Systema Pjsfc, una delle più grandi società russe di investimento. Probabilmente le vicende giudiziarie e gli arresti, che hanno coinvolto recentemente il capo dell'opposizione (nonostante l'assoluzione dello scorso aprile), hanno pesato sul risultato elettorale favorendo nuovamente l'ascesa al potere di Pashinyan. A presentarsi alle elezioni anche la coalizione "Io ho l'onore", fondata lo scorso 15 maggio e composta dal "Partito Repubblicano" e dal "Partito della Patria". Entrambi i partiti erano membri del "Movimento per la Salvezza della Patria", la sigla dell'opposizione durante le manifestazioni sorte dopo la fine del conflitto dello scorso autunno. A capo dell'alleanza c'è Artur Vanetsyan.

Le consultazioni erano inizialmente previste per il 9 dicembre 2023 ma il governo del premier Nikol Pashinyan è stato travolto da accese e continue proteste e accusato di aver gestito male i 44 giorni di conflitto del 27 settembre 2020, che hanno provocato migliaia di vittime. Sono state 4 coalizioni e 21 partiti a contendersi, con un sistema proporzionale, i 101 seggi che compongono il Parlamento armeno. Le coalizioni dovevano superare lo sbarramento del 7%, mentre i partiti la soglia del 5 %. Sono state in tutto 7 le missioni di monitoraggio, per un totale di 250 persone, composte soprattutto da componenti dell'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell'Osce e della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi).

Pashinyan, seppur vincitore di questa tornata elettorale, ha ridotto di 11 punti percentuali il suo consenso che, nel 2018, si era attestato a oltre il 70%

L'ex giornalista 46enne che, grazie alla rivoluzione pacifica del 2018, si era posto contro la corruzione dilagante nel Paese, ha ora un bel lavoro da fare per portare l'Armenia a una ripartenza che appare ancora molto incerta e difficile.

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