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Paestum - Boom del turismo archeologico che rianima la cultura lontana dagli stereotipi


Talal Khrais e Letizia Leonardi ((National News Agency NNA, tradotto dall'arabo) -

Come si fa a definire il sud pigro dal momento che riesce portare in Italia turisti da tutto il Mondo? Uomini d’arte, scienziati e appassionati che stanno arrivando a migliaia a Paestum, che in questi giorni rappresenta il Centro della Cultura Internazionale. Paestum é oggi il cuore battente dell’Italia depressa.

Qualità dell’offerta, connessioni digitali, chiarezza sulla mobilità sono le cose che servono ad attirare in Italia il turista post-Covid, che spesso torna dopo aver già visitato le grandi città e decide di scoprire i piccoli centri, e il più delle volte arriva per la prima volta in Italia. Quello che gli interessa è trovarsi di fronte a un sistema Paese. Semplificare, dopo due anni di stop forzato, è d’obbligo per velocizzare, invogliare e far ripartire i flussi turistici. Su questi elementi chiave non bisogna farsi trovare impreparati; fondamentali sono i tempi stretti e i progetti validi e su questa idea di partenza i partecipanti alla Conferenza del Parlamento Europeo con i Direttori dei Parchi e Musei Statali Autonomi, sono tutti d’accordo. Nella prima sessione sul sostegno del PNRR alle Destinazioni, che si è tenuto a Paestum nell’ambito della XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, si sono confrontati l'amministrazione pubblica e le imprese private. In particolare, il Direttore dell'Ufficio Italia del Parlamento Europeo Carlo Corazza, che ha risposto all’invito del Direttore della Borsa Ugo Picarelli e, grazie alle sollecitazioni del Direttore del quotidiano Il Mattino Francesco De Core, ha fornito i dati dei viaggi in Italia su ferrovia dal punto di vista del loro osservatorio. Non solo innovazione, ma anche classificazione, fruibilità dei beni, accessibilità. Energizzare e conservare, suggerisce Corazza, per mettere fine ad anni di penuria e investimenti sbagliati. Il manager ha fatto riferimento a siti campani come la stessa Paestum o Pompei, dove il dialogo è aperto direttamente con chi gestisce, dal momento che oltre al PNRR ci sono i fondi regionali. E sul Mezzogiorno ha insistito: "sono due le gambe che muovono il futuro prossimo. La prima sono i soldi, ma la seconda sono le riforme. Non si può mettere l’acqua in un catino bucato. Gran parte delle risorse sta andando alla pubblica amministrazione”.

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