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"Algeria, un Paese da Scoprire": L'Anima, la Cultura, il variegato Paesaggio, l’Archeologia, la Storia e la Bellezza del Paese

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L'agricoltura algerina
L'agricoltura algerina

Patrizia Boi (Assadakah News) - L'incontro "Sant’Agostino unisce l’Italia all’Algeria – Due popoli per la pace", tenutosi a Roma il 13 novembre 2025, è stato il punto di partenza per un ambizioso progetto di DIPLOMAZIA CULTURALE: la presentazione della rubrica "Algeria, un Paese da Scoprire". Curata dalla sottoscritta e da un pool di giornalisti esperti, la rubrica si propone di andare oltre gli schemi politici per svelare l'anima, la bellezza, la cultura e la storia millenaria dell'Algeria.


L'incontro, svoltosi nella Sala “Di Liegro” di Palazzo Valentini, introdotto dal giornalista Talal Khrais, ha posto le basi per una riflessione sulla cultura della pace e dell'amore. Khrais ha definito la figura di Agostino come un «ponte tra fede e ragione, Africa ed Europa, tradizione e modernità», sottolineando che Italia e Algeria sono «due anime unite da una storia di dialogo e civiltà».

Algeri, dove spunta illuminato Maqam Echahid, un monumento commemorativo alla guerra d'indipendenza d'Algeria realizzato nel 1981-1982 e inaugurato dal presidente algerino Chadli Bendjedid nel febbraio 1986.
Algeri, dove spunta illuminato Maqam Echahid, un monumento commemorativo alla guerra d'indipendenza d'Algeria realizzato nel 1981-1982 e inaugurato dal presidente algerino Chadli Bendjedid nel febbraio 1986.

Dopo Talal è intervenuta S.E. Inas Mekkawy, Capo Missione della Lega degli Stati Arabi in Italia, che, nello spirito appassionato della Diplomazia Culturale, dopo aver narrato con un coinvolgimento quasi teatrale una storia d’amore e di perdita, ha richiamato il valore della memoria condivisa, vedendo in Sant'Agostino il simbolo della «unità del Mediterraneo». La storia d'amore in questione è la celebre leggenda algerina di Hizya (o Khiza), la sfortunata donna amata dal cugino Sayed, la cui prematura morte diede origine a uno dei poemi più strazianti e noti del patrimonio culturale beduino del sud algerino, immortalando il dolore per la perdita. 

Basilica di Sant'Agostino ad Annaba, nome moderno dell'antica città romana di Ippona (o Hippo Regius), in Algeria

Particolarmente significativo è stato l’intervento di S.E. Mohamed Khelifi, Ambasciatore della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, che ha approfondito l'identità algerina, richiamando la lotta anticoloniale, il ruolo dei martiri e la capacità dell'Algeria di trasformare il dolore in una cultura della dignità e della rinascita. Ha definito Sant’Agostino «un figlio autentico dell’Algeria», la cui eredità dimostra che il Paese è storicamente un «luogo di incontro e di convivenza tra culture» ed ha auspicato una cooperazione mediterranea che investa nella «conoscenza, nel rispetto reciproco e nel dialogo fra le civiltà».


Anche Monsignor Abdo Raad, fondatore di Annas Linnas, ha ricordato come il Santo sia «figlio dell’Algeria e padre del pensiero cristiano occidentale», un simbolo di continuità tra Africa ed Europa, affermando che l'Algeria «è patrimonio dei cristiani, dei musulmani, di tutta l’umanità».


La Rubrica “Algeria, un Paese da Scoprire”: Un Viaggio Culturale Dettagliato

Algeri la Bianca, Casbah
Algeri la Bianca, Casbah

Nel corso dell’incontro, rallegrato dal canto dei bambini della Scuola dell’Ambasciata Libica di Roma guidati dalla Preside Aghela Najat, è stata presentata la rubrica culturale “Algeria, un Paese da scoprire”, un progetto editoriale dedicato alla valorizzazione della storia, della poesia e delle tradizioni algerine. La rubrica è stata curata dalla sottoscritta, in quanto Responsabile culturale di Assadakah News e ha visto la partecipazione di un gruppo di giornalisti esperti della rivista, tra i quali il giornalista  Roberto Roggero, in qualità di Direttore Responsabile di Assadakah News, Maddalena Celano, scrittrice e saggista, l’Editore stesso Talal Khrais, Marwa Elkhayal, Responsabile della lingua araba, Wael Al-Mawla, corrispondente per la Siria e Issam Al-Halabi, corrispondente per la Palestina. Il progetto si articola in sezioni che offrono un quadro completo e approfondito del Paese. La Rubrica, dopo uno sguardo generale emerso dalla Prefazione di Roggero e l’introduzione da me curata, si snoda attraverso l’esplorazione del Paese da molteplici punti di vista a partire dall’identità del Paese.


L'Esplorazione dell'Identità: Un Mosaico Culturale e Geopolitico


L'Algeria, lo Stato più vasto dell'Africa e del bacino mediterraneo, fonda la sua complessa identità su tre pilastri costituzionali inalienabili: l'Islam, l'Arabità e l'Amazighità (berbera). Questa triplice radice ne fa un crogiuolo di lingue e tradizioni che si riflette nella sua struttura istituzionale di Repubblica presidenziale, basata sulla Costituzione del 2020. Il Presidente Abdelmadjid Tebboune è eletto a suffragio universale ed è Capo supremo delle Forze Armate. Nonostante il multipartitismo, la legge impone che i partiti tutelino l'unità nazionale.

Abdelmadjid Tebboune Presidente dell'Algeria dal 19 dicembre 2019
Abdelmadjid Tebboune Presidente dell'Algeria dal 19 dicembre 2019

Un intero capitolo è dedicato all’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario in Italia S.E. Mohamed Khelifi, nominato nel giugno 2024, alla sua solida formazione in Giurisprudenza, con Dottorato in Scienze Politiche/Relazioni Internazionali, e alla sua carriera multidisciplinare con una esperienza pluriennale che affonda le radici al 1994. Incarna una diplomazia orientata al dialogo, cooperazione e costruzione di ponti economici portando avanti i legami storici con il nostro paese che risalgono a Fenici e Impero Romano. L'Algeria, infatti, è seconda solo all'Italia per monumenti romani (Djémila, Timgad, Tipasa). Ricordiamo che l'Italia si schierò moralmente con l'Algeria durante la Rivoluzione (sostegno del FLN) e che il rapporto solido e dinamico in energia, infrastrutture, cultura e formazione è rimasto forte anche durante il "decennio nero".

L'Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario in Italia S.E. Mohamed Khelifi, nominato nel giugno 2024 dal Presidente Mattarella con lui nella foto
L'Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario in Italia S.E. Mohamed Khelifi, nominato nel giugno 2024 dal Presidente Mattarella con lui nella foto

Geograficamente, il territorio algerino si configura come un immenso palcoscenico naturale. Si articola in tre grandi fasce che ne determinano il clima, la demografia e la storia. Lungo la costa mediterranea, per 1.200 km, si estende la striscia fertile del Tell, dove si concentra la maggioranza della popolazione. Segue la vasta area semi-arida degli Altopiani e dell'Atlante Sahariano, custode di oasi strategiche come Ghardaïa nella Valle del M’zab, nota per la sua architettura fortificata.

Gli straordinari paesaggi variegati dell'Algeria, tra deserto e mare

Infine, il vasto e maestoso Sahara, che occupa l'85% del territorio, è un archivio di storia e geologia che include i massicci vulcanici dell'Hoggar e l'altopiano del Tassili n'Ajjer, un immenso museo a cielo aperto di arte rupestre preistorica. È in questa immensità geografica e in questo quadro istituzionale che la Rubrica "Algeria, un Paese da Scoprire" va a ricercare l'anima più autentica della nazione.


Popoli, Lingua e Storia: Il Racconto della Resilienza

Donna berbera
Donna berbera

Si prosegue esplorando il tessuto sociale algerino, un affascinante insieme di culture. Il ceppo originario sono i Berberi (Amazigh), gli "uomini liberi," che, pur rappresentando un quinto della popolazione con i loro vari gruppi (Kabili, Chaouis, Mozabiti), hanno influenzato profondamente l'identità nazionale, tanto che la loro lingua, il Tamazight, è riconosciuta come lingua nazionale. A partire dal VII secolo, l'influenza araba ha portato l'Islam sunnita (scuola Maliki) a essere la religione predominante, ma che convive con il misticismo Sufi e con le tradizioni locali. Nel profondo sud, le tribù Tuareg – i fieri "uomini blu" – conservano intatte le tradizioni nomadi e l'antica scrittura Tifinagh.

Pitture rupestri del Tassili n'Ajjer
Pitture rupestri del Tassili n'Ajjer

La storia algerina è un'incessante evoluzione di resistenze. Dalle civiltà preistoriche ai Regni Numidici di Massinissa, la regione fu assorbita nella romanizzazione, dando vita a un'identità ibrida, culla del cristianesimo africano e di figure come Sant'Agostino, prima di passare sotto il dominio arabo e poi ottomano (Reggenza di Algeri). Il periodo più doloroso fu quello del Colonialismo Francese (1830-1962), segnato da una resistenza incessante e culminato nel Massacro di Sétif del 1945, che distrusse ogni speranza di riforme pacifiche. La conseguente Rivoluzione Algerina (1954-1962) guidata dal FLN sancì l'indipendenza il 5 luglio 1962. Questa lunga storia di resilienza, pur dopo il sanguinoso "Decennio Nero", ha plasmato la profonda espressione culturale della nazione, ponendo le basi per l'esplorazione dei suoi tesori più preziosi.


Archeologia e Patrimonio UNESCO: I Sette Tesori di un Archivio Vivente

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Dopo uno sguardo generale sull'archeologia, la rubrica esamina i sette siti iscritti nel Patrimonio Mondiale UNESCO, un vero e proprio "archivio vivente" dell'Algeria, valorizzato oggi in chiave decoloniale. Questi tesori spaziano dal passato preistorico alle grandi civiltà urbanistiche.


Si parte dalla maestosa Qal'a Banu Hammad, l'antica capitale hammadide dell'XI secolo, per poi spostarsi nell'immensità sahariana, dove l'altopiano del Tassili n'Ajjer conserva la più grande galleria d'arte rupestre preistorica del mondo. Un altro gioiello è la Valle dello M'zab, un complesso di ksour ibaditi del X secolo, considerato un modello di urbanistica sociale e adattamento all'ambiente desertico.

La maestosa Qal'a Banu Hammad
La maestosa Qal'a Banu Hammad

A questi si aggiungono le tre grandi colonie romane — Djémila (Cuicul), Tipasa e Timgad (Thamugadis) — e l'iconica Casbah di Algeri. La rubrica, con l'approfondimento curato dalla sottoscritta, offre un'immersione dettagliata proprio in questi quattro siti, illustrando come non solo replicarono il modello urbanistico imperiale, ma lo adattarono in modo unico ai paesaggi e alle esigenze del Nord Africa.

Djémila (Cuicul)
Djémila (Cuicul)

Djémila (Cuicul), in berbero "la bella," è una lezione di ingegneria: ha saputo adattare l'urbanistica romana a un terreno montuoso e accidentato, realizzando un impianto allungato e armonioso. L'espansione della città è segnata dall'imponente Arco di Caracalla, e il Teatro fu ingegnosamente collocato fuori dalle mura, sfruttando il pendio naturale per la cavea, a testimonianza della profonda trasformazione culturale subita dalla regione, che divenne anche un centro cristiano di rilievo.

Tipasa
Tipasa

Spostandosi sulla costa a ovest di Algeri, Tipasa si rivela un crocevia millenario. Nata come un vitale emporio fenicio, divenne una fondamentale colonia romana strategica. L'area archeologica odierna offre un unicum di monumenti che spaziano dalle tracce puniche e berbere, come il vicino mausoleo reale del Kbor er Roumia, fino alle strutture romane classiche. Tipasa è, inoltre, il luogo che abbracciò per primo il cristianesimo africano, come dimostra la Grande Basilica Cristiana, la più vasta ritrovata in Algeria.

Timgad (Thamugadis), la "Pompei africana"
Timgad (Thamugadis), la "Pompei africana"

All'interno, ai piedi dei monti Aurès, si trova Timgad (Thamugadis), la "Pompei africana", preservata dalla sabbia che l'ha sepolta per secoli. Fondata dall'imperatore Traiano, Timgad incarna l'ordine contro il deserto con il suo impianto ortogonale (castrum) perfetto, dove il cardo maximus e il decumanus maximus si incrociano in un rigore geometrico ineguagliabile. L'imponente Arco di Traiano e il Teatro ancora in uso sono gioielli di questa colonia militare e culturale. Oggi, Timgad si presenta come una griglia perfetta incisa nella pianura, permettendo ai visitatori di percepire l'eco della vita quotidiana romana.

La suggestiva Casbah di Algeri, scorci

Infine, la Casbah di Algeri, iscritta nel Patrimonio Mondiale UNESCO, rappresenta il cuore storico e l'anima resiliente della capitale. Edificata su un ripido pendio che si affaccia sul Mediterraneo, la sua peculiare conformazione le conferisce l'aspetto di una "piramide colossale". Il suo tessuto urbano è un labirinto di vicoli stretti, dove l'architettura è plasmata dal principio che "il sito crea la città", con le abitazioni tradizionali, i "Dar", incentrate su un cortile privato che riflette l'enfasi sui valori culturali islamici. Questa singolare struttura urbana si è rivelata cruciale durante la Guerra d'Indipendenza Algerina (1954-1962): la sua rete "criptica e impenetrabile" divenne il "centro della resistenza militarizzata" per il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), un'epopea immortalata nel cinema da opere come La Battaglia di Algeri. Nonostante oggi affronti un grave deterioramento fisico a causa della sovrappopolazione e della mancanza di manutenzione, la sua sopravvivenza dipende dalla salvaguardia olistica di questo "mosaico vivente" e resiliente.


L'Architettura Culturale: Arte, Letteratura e Cinema come Sangue della Storia

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Le pitture Rupestri del Tassili, emblema di arte preistorica

Superato l'esame dei tesori archeologici, la rubrica si immerge nell'anima culturale dell'Algeria, dimostrando come l'espressione artistica sia un "sangue che pulsa sotto la pelle della storia", fungendo da custode di un'identità fiera e resiliente.

Artigianato tradizionale algerino

L'arte algerina è un vasto e complesso arazzo che tesse insieme millenni di storia. Il primo capitolo è scritto, come suddetto, sulla pietra del deserto: il Tassili n’Ajjer è una vera e propria "biblioteca di pietra" dove oltre 15.000 incisioni rupestri risalenti a dodicimila anni fa testimoniano un Sahara un tempo lussureggiante e un dialogo primordiale tra l'uomo e il divino. Queste radici profonde si riflettono nell'artigianato tradizionale, una "lingua viva" dell'identità: dai tappeti M'Zab, i cui ordini geometrici e colori intensi riflettono la visione cosmica delle oasi, ai gioielli in argento della Cabilia, veri e propri amuleti di memoria tramandati di madre in figlia. Nel Novecento, l'arte moderna ha saputo fondere l'eredità ancestrale con i linguaggi globali, diventando uno strumento cruciale per l'interrogazione dell'identità: Mohammed Khadda, padre della pittura moderna, ha combinato la calligrafia araba con l'astrazione, mentre Mokhtar Issiakhem ha dato forma al dolore della colonizzazione e della guerra con uno stile espressionista potente, traducendo le ferite in inesausta speranza.

Artigianato tradizionale algerino

Altrettanto complessa e stratificata è la letteratura algerina, un affascinante mosaico di voci e lingue. La poesia, veicolo privilegiato di questa identità, si articola su quattro tradizioni: la Poesia Classica Araba, radicata nella grande tradizione di al-Andalus; la Poesia Popolare (Melhoun), la voce sonora e orale del popolo in dialetto arabo, che rappresentò un potente veicolo di resistenza; la Poesia Tamazigh (Berbera), il canto più antico e indomito dell'anima autoctona, di cui le donne sono spesso le principali custodi; e infine la Poesia d'Espressione Francese. Quest'ultima, pur nata in un contesto coloniale, fu riappropriata dagli intellettuali come "arma affilata" per esplorare le cicatrici di una identità divisa, con giganti come Kateb Yacine e Mohammed Dib che hanno plasmato la letteratura mondiale attraverso questo linguaggio di "doppia appartenenza".

"Cronaca degli anni di brace" (Chronique des années de braise) di Mohammed Lakhdar-Hamina
"Cronaca degli anni di brace" (Chronique des années de braise) di Mohammed Lakhdar-Hamina

Anche il cinema algerino è una forma d'arte profondamente legata alla storia del Paese, nata come vera e propria arma di resistenza durante la Guerra d'Indipendenza. Il periodo post-indipendenza segnò l'Età dell'Oro (anni '60-'70), che vide il suo culmine con la Palma d'Oro a Cannes vinta da Mohammed Lakhdar-Hamina per Cronaca degli anni di brace (1975), simbolo della celebrazione della lotta anti-coloniale. A partire dagli anni '80, il settore subì un drastico declino a causa della crisi, culminata nella sanguinosa "Decade Nera" (anni '90), che portò alla chiusura della maggior parte delle sale e all'emigrazione di molti professionisti. Nonostante gli ostacoli strutturali – dalla mancanza di sale alla difficoltà di finanziamento e alle preoccupazioni sulla censura – una nuova generazione di registi, tra cui figure di spicco come Rachid Bouchareb e Mounia Meddour, sta guidando una rinascita del settore, esplorando con successo internazionale temi legati alla storia, all'identità e alla società contemporanea.


La Musica: Mosaico Sonoro tra Misticismo e Ribellione

Il Raï di Orano, la voce esplosiva di protesta e critica sociale giovanile, internazionalmente noto grazie ad artisti come Cheb Khaled
Il Raï di Orano, la voce esplosiva di protesta e critica sociale giovanile, internazionalmente noto grazie ad artisti come Cheb Khaled

Un aspetto molto importante curato dalla Rubrica è l'analisi della musica algerina, uno straordinario mosaico sonoro che fonde influenze berbere, arabe, africane e andaluse, agendo come archivio vivente dell'identità nazionale. La sua ricchezza si manifesta in una profonda stratificazione di generi.

Danza rituale nella cerimonia di Sebeba a Djanet
Danza rituale nella cerimonia di Sebeba a Djanet

Da un lato, vi sono le espressioni più colte e spirituali, come la Musica Arabo-Andalusa (Sanâa), e il Chaabi, musica popolare che usa la Mandola e affonda le radici nella capitale. Dall'altro, si trova il misticismo popolare dei Canti Rituali delle confraternite Sufi (Dhikr e Hadra) e la musica Gnawa (con il Gumbri e i Krakeb), rituale terapeutico legato alla storia subsahariana. A dominare la scena contemporanea, ma con radici antiche, è il Raï di Orano, la voce esplosiva di protesta e critica sociale giovanile, internazionalmente noto grazie ad artisti come Cheb Khaled, che ne hanno fatto un'espressione di libertà e un'interfaccia con la modernità globale.


Tradizioni Tuareg e rito di Sebeba

I tuareg di Djanet

In questo quadro di diversità culturale, la rubrica dedica un focus specifico all'universo sociale e spirituale dei Tuareg – gli Imajeghen ("i nobili e i liberi") – i fieri "uomini blu del deserto", custodi di un'eredità millenaria nell'Hoggar e nel Tassili n'Ajjer. La loro società si distingue per il ruolo centrale della donna, che gode di notevole libertà, è la custode della proprietà e della tradizione orale. L'uomo, invece, indossa il celebre velo blu indaco (tagelmust) come simbolo di dignità.

Danze rituale nella cerimonia di Sebeba a Djanet

Ma il culmine della loro espressione culturale e civile è la Sebeba di Djanet, un sacro e vibrante rituale celebrato nell'oasi, che commemora la tregua sacra tra le tribù, trasformando il ricordo delle antiche guerre intestine in un patto di pace e coesione sociale. Riconosciuta dall'UNESCO come cruciale "vettore di pace" e meccanismo di risoluzione dei conflitti, la Sebeba culmina il decimo giorno di Muharram. La danza coreografica mette in scena un confronto simbolico tra due gruppi di uomini-guerrieri, ma le donne agiscono come il fulcro morale, cantando e intervenendo per spingere i danzatori verso la conclusione pacificatrice. La tradizione, come narrato anche nella fiaba della Maschera della Pace (dove la giovane Aicha trionfa sulla discordia), è un potente atto di diplomazia culturale che riafferma che la vera forza del popolo Tuareg risiede nell'unità e nel rispetto.

Grande Moschea di Algeri (Djamaâ El Djazaïr)

A simboleggiare la proiezione futura e spirituale del Paese si erge la Grande Moschea di Algeri (Djamaâ El Djazaïr), un monumentale capolavoro di architettura e spiritualità contemporanea sulla costa algerina. Con i suoi 265 metri, il suo minareto è il più alto del mondo e funge da punto di riferimento spirituale e simbolo di grandezza nazionale. Il complesso è stato progettato per promuovere un Islam moderato e aperto alla conoscenza: l'elemento più significativo in questa ottica è la vasta biblioteca annessa, progettata per ospitare fino a un milione di libri, ponendosi come uno dei più importanti centri di apprendimento del mondo islamico.


Economia degli Idrocarburi e Svolta Energetica

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ENI

L'analisi dell'economia algerina, curata da Roberto Roggero, evidenzia la sua dipendenza strutturale dagli idrocarburi (petrolio e gas naturale), che storicamente rappresentano la stragrande maggioranza delle entrate fiscali e delle esportazioni. La scoperta dei giacimenti nel Sahara, a partire dal 1956, in luoghi chiave come Hassi Messaoud e Hassi R'Mel (uno dei più grandi giacimenti di gas al mondo), ha segnato la storia del Paese. Il settore è dominato dalla compagnia statale Sonatrach, fondata nel 1963, pilastro economico e prima compagnia energetica in Africa.

Il Presidente dell'Algeria e il Presidente dell'ENI
Il Presidente dell'Algeria e il Presidente dell'ENI

Il partenariato strategico con l'Italia è fondamentale, cementato da infrastrutture chiave come il Gasdotto "Enrico Mattei" (Transmed), inaugurato nel 1983. L'Italia è il secondo fornitore di gas per l'Italia e il terzo partner commerciale dell'Algeria a livello globale, con la collaborazione con l'italiana ENI che si conferma la più solida nel settore.


Nonostante questa ricchezza, l'Algeria ha avviato una svolta strategica verso l'energia pulita, finanziata dagli introiti fossili. L'obiettivo è raggiungere il 27% della produzione elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030. Un modello di questa transizione è la Centrale Ibrida di Hassi R'Mel, che integra energia solare e turbine a gas. Parallelamente, il Paese mira a una diversificazione industriale oltre gli idrocarburi, sviluppando settori come l'automobilistico (con partnership come Stellantis) e quello dei fertilizzanti.


I Quattro Volti del Turismo e il Piano SDAT

Il variegato patrimonio paesaggistico dell'Algeria

Abbiamo esaminato il settore del turismo, che si posiziona come una destinazione multiforme e in rapida crescita. Il governo ha strategicamente rilanciato il settore con il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo (SDAT) 2030, che mira a superare i 12 milioni di visitatori annuali, facilitando l'accesso con l'introduzione dell'e-Visa.


La rubrica individua quattro volti del turismo algerino:

Il variegato patrimonio paesaggistico dell'Algeria: Sahara

Turismo Sahariano: Il punto di forza, con paesaggi di rara bellezza e siti come i parchi culturali dell'Ahaggar e del Tassili n’Ajjer (custodi dell'arte rupestre preistorica e delle tradizioni Tuareg), e la Valle del M’zab per la sua architettura unica.

Il variegato patrimonio paesaggistico dell'Algeria: la costa

Turismo Balneare e Montano: Lungo i 1.200 chilometri di coste mediterranee, ricche di spiagge e siti archeologici, si affiancano montagne come il Djurdjura, ideali per l'escursionismo.

Il variegato patrimonio paesaggistico dell'Algeria: la costa

Turismo Termale: Il Paese vanta oltre 282 sorgenti termali naturali, con diverse stazioni in fase di rinnovamento.

Turismo Culturale: Basato sui sette siti UNESCO, che spaziano dalle città romane ben conservate (Djémila e Timgad) al labirinto della Casbah di Algeri, al Kalâa dei Beni Hammad e ai siti naturali e preistorici.

Ghardaïa (in arabo ولاية غرداية, in berbero Taγerdayt)
Ghardaïa (in arabo ولاية غرداية, in berbero Taγerdayt)

L'esperienza turistica è inoltre arricchita dal ricco patrimonio immateriale, come la musica Raï, i rituali Sufi e la danza Ahidus, che conferiscono al Paese una profonda dimensione culturale.


Relazioni Bilaterali: Il Ponte Strategico Italia-Algeria

Storcio abbraccio tra il Presidente algerino e il Presidente italiano
Storcio abbraccio tra il Presidente algerino e il Presidente italiano

L'esame delle relazioni internazionali, curato da Wael Almawla, evidenzia il complesso intreccio tra Algeria ed Europa, segnato dall'eredità del colonialismo (in particolare con la Francia) e dalla centralità dell'Algeria come partner cruciale per l'Unione Europea in materia di energia (uno dei principali esportatori di gas naturale) e sicurezza (lotta al terrorismo nel Sahel). Inoltre Wael ripercorre il legame con l'Italia, affondando le radici nell'antichità, dall'alleanza decisiva del re Massinissa con Roma (Battaglia di Zama) fino all'identità ibrida che diede i natali a Sant'Agostino.


Lo speciale di Marwa Elkhayal e Talal Khrais si concentra sul Quinto Vertice Intergovernativo Italia-Algeria (Roma, 23 luglio 2025), che ha consolidato la cooperazione su tre fronti principali:


Cooperazione Economica ed Energetica: L'Italia è il primo partner economico dell'Algeria in Africa. L'intesa tra ENI e Sonatrach è stata rafforzata per aumentare la produzione di gas e sviluppare progetti di transizione energetica come i corridoi per l'idrogeno verde (South H2 Corridor). L'Algeria è un partner cruciale nel Piano Mattei, come testimonia la firma per la creazione del "Centro Enrico Mattei" dedicato alla ricerca agricola.

Diplomazia culturale
Diplomazia culturale

Cooperazione Culturale: Impulso alla diplomazia culturale con l'accordo di coproduzione cinematografica e il gemellaggio tra i siti archeologici di Pompei e Timgad. È stata inoltre lanciata l'iniziativa congiunta per una candidatura UNESCO per i luoghi della vita di Sant'Agostino tra Algeria e Italia.


Sicurezza e Stabilità Regionale: Le parti hanno ribadito la determinazione a rafforzare la cooperazione nella lotta al terrorismo e all'immigrazione clandestina, e hanno ribadito il pieno sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite per la stabilità della Libia.


Il Vertice, con la firma di circa 40 intese, ha riaffermato l'Algeria come un partner affidabile e sicuro, cruciale per la stabilità e la prosperità del Mediterraneo.


L'Eredità Etica della Libertà: Sovranità, Sartre e Malika Kaid

La Rivoluzione algerina
La Rivoluzione algerina

Gli approfondimenti finali della Dott.ssa Celano si concentrano sul fondamento politico ed etico dell'identità algerina. L'Algeria è una nazione non solo ricca di storia, ma forgiata da un'eroica Rivoluzione (1954-1962) che ha sancito l'indipendenza e la sovranità, rifiutando l'assimilazione coloniale francese. Forte di una resilienza dimostrata nel superare la crisi interna degli anni '90, il Paese si è affermato come un attore centrale e non allineato in Africa e nel Mediterraneo.


La Causa Algerina non fu una lotta isolata, ma una battaglia universale per la libertà che sfidò l'ipocrisia dell'universalismo occidentale. Il dramma della violenza coloniale, culminata in eventi come il Massacro di Parigi (17 ottobre 1961), espose il sistema di terrore esteso alla madrepatria. In questo contesto, figure intellettuali come Jean-Paul Sartre trasformarono la loro penna in un'arma, definendo il colonialismo come un sistema strutturale, razzista e violento e stabilendo il principio etico che l'intellettuale non può essere neutrale: deve schierarsi con gli oppressi. La sua eredità stabilisce che ricordare questi eventi è un atto di militanza civile contro il revisionismo.


In questa lotta per la liberazione, un faro di lealtà e resilienza fu Malika Kaid, infermiera e martire della Rivoluzione. L'approfondimento di Issam Al-Halabi ne delinea la figura eroica: Malika si unì al Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) nel 1955, usando la borsa medica per curare i feriti in condizioni estreme, riassumendo il motto "curare è resistere". Fu una delle pochissime donne presenti alla storica Conferenza di Soummam (1956) e, insieme a migliaia di altre combattenti, incarnò la figura della rivoluzionaria che usò cuore, mente e medicina per la liberazione della patria.


Sant'Agostino: Un Ponte di Civiltà e Spiritualità nel Mediterraneo

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A riprova del rinnovato interesse per l'eredità storica algerina, il Consigliere Antonio De Santis ha citato la figura di Sant'Agostino come una "chiave politica ancora attuale per il dialogo nel Mediterraneo".


In questo contesto di riscoperta, si inserisce l'iniziativa di viaggio di Silvana Brusamolino, scrittrice ed esperta guida turistica. La Brusamolino ha voluto percorrere personalmente l’itinerario agostiniano in Algeria, toccando luoghi emblematici come Tagaste (città natale) e Ippona (l'odierna Annaba, dove fu vescovo). Questa esperienza di pellegrinaggio sulle orme del Santo ha unito l'approfondimento culturale promosso dalla rubrica a una concreta esperienza sul campo, rafforzando il legame storico e spirituale tra le due sponde del Mediterraneo.


Va ricordato, infatti, che questo itinerario culturale e religioso congiunto tra Algeria e Italia è in fase di sviluppo per una candidatura a Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. L'obiettivo è valorizzare i luoghi chiave della vita di Sant'Agostino – in Algeria in città come Ippona e Tagaste – e in Italia, creando un percorso turistico condiviso che valorizzi le sue radici e l'impatto universale del suo pensiero.


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