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Lega Araba - Ambasciatori in Italia, solidarietà con Palestina

Marwa Al Khayal - Importante manifestazione di solidarietà, quella dei 22 ambasciatori dei Paesi arabi, accreditati in Italia e presso la Santa Sede, rappresentanti della Lega degli Stati Arabi in Italia, la cui capo missione è S.E. Enas Mekkawi, che hanno voluto esprimere il sostegno personale e dei propri Paesi con la Palestina, anche in segno di protesta ufficiale contro il massacro perpetrato da Israele con il sostegno degli Stati Uniti, nella Striscia di Gaza.

L’incontro, avvenuto all’ambasciata di Palestina a Roma, ha richiamato numerosi operatori dell’informazione italiani, stranieri, dei Paesi arabi e non solo, alla presenza dell’ambasciatrice S.E. Abeer Odeh, la quale, dopo avere ringraziato i presenti, ha dichiarato: “Vorrei esprimere un sentimento di orgoglio, rendendo onore all’eroico popolo, palestinese ovunque esso si trovi ma soprattutto a Gaza, dove è sottoposto alle peggiori forme di oppressione e violenza, come ha dimostrato il bombardamento compiuto dalle forze di occupazione dell’Ospedale Battista affiliato alla Chiesa di Gaza, che è costato la vita a più di 500 palestinesi, la maggior parte dei quali erano donne e bambini, e a intere squadre mediche, protette dal diritto internazionale. Le parole non bastano per descrivere cosa deve sopportare il popolo palestinese oggi e cosa ha sopportato, ogni giorno, per 75 anni. Non ci sarebbe il tempo di elencare la lunga lista di violazioni e crimini commessi da Israele, Paese occupante, contro tutti i palestinesi e contro quelli di Gaza in particolare. E’ orribile che ad oggi non siamo ancora in grado di contare il numero definitivo dei nostri morti a causa della guerra feroce che sta colpendo espressamente la popolazione della Striscia di Gaza.

Fino ad ora, le vittime sono più di 3.500, i feriti più di 12.000. Molti di noi sono ancora sotto le macerie, molti altri non hanno potuto essere identificati perché sono ormai ridotti in pezzi dai bombardamenti. Ognuno di loro aveva un sogno che sperava di realizzare. Ognuno di loro aveva una storia, dei ricordi, e una vita che sperava di vivere.

Ciò che sta succedendo in Palestina, da nord a sud, da est a ovest, e in particolare nella Striscia di Gaza, è una disgrazia per tutta l’umanità. Una vergogna che ha tolto la maschera a chi in teoria difende i diritti umani, il diritto internazionale, i trattati, gli accordi, e gli obiettivi su cui si basano tutte le organizzazioni delle Nazioni Unite. Tutti questi strumenti erano stati pensati anche e soprattutto per il popolo della Palestina, che invece sembra l’unico a non poterne godere e a non esserne protetto. Anche la guerra ha le sue leggi, ma l’occupazione israeliana sembra al di sopra di queste leggi, poiché le viola quando vuole senza che nessuno glielo impedisca e senza doverne pagare le conseguenze. Stiamo di nuovo lottando per smascherare la falsa narrazione degli occupanti e far valere il nostro diritto alla nostra terra. Dopo 75 anni di occupazione brutale della nostra terra, dobbiamo ancora difendere questo nostro diritto fondamentale così come quello di avere uno Stato indipendente, mentre siamo di nuovo sottoposti ad una guerra totale, che è militare, politica e mediatica.

Da oltre 16 anni, la Striscia è sotto assedio totale. I residenti sono privati di tutti i beni primari, compresi l’acqua, il cibo, l’elettricità, le medicine e il carburante. Non hanno il diritto di lavorare né di muoversi, non hanno diritto a una vita decorosa. Oggi siamo testimoni di una catastrofe umanitaria di fronte alla quale abbiamo le mani legate. Ma nonostante tutto ciò che deve sopportare ogni singolo palestinese, rimaniamo sulla nostra terra e la difendiamo come ci è possibile, rifiutando l’idea di essere deportati, perché dopo le deportazioni che abbiamo già subito non possono essercene altre. Il popolo palestinese è generoso e resistente, resuscita dalle ceneri come una fenice. Gloria eterna ai nostri eroi.

Grazie a tutti coloro che oggi hanno dimostrato come il popolo arabo sia un unico corpo, che soffre quando soffre una sua parte, e risponde unito a qualsiasi richiesta di aiuto. Grazie a tutti gli esseri umani la cui coscienza”.

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