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Giordania – Aqaba, storia e leggenda

Roberto Roggero – La storia ha sempre evidenziato, in maggior parte, il periodo in cui ad Aqaba, agiva il celebre colonnello Lawrence d’Arabia, che qui ottenne una delle sue più prestigiose vittorie, ma Aqaba ha una storia che risale a molti secoli prima, poiché unico sbocco sul mare della Giordania e quindi di estremo valore culturale e geopolitico, fin dall’antichità. La città sorge all’estremo sud della Giordania, sul Mar Rosso, con una popolazione attuale di circa 110mila abitanti, e seconda città del Paese per stato sociale, dato l’alto valore commerciale e il grande potenziale turistico. Aqaba è circondata da montagne desertiche, le quali favoriscono un clima molto gradevole durante tutto l’anno, con temperature miti e brezza marina.

Le prime tracce di insediamento umano risalgono al 4.000 a.C. quando la zona era già un importante crocevia fra Europa, Africa e Asia, ed entrò a far parte del dominio Edomita con il nome di Etsion-Gheber, come nei Libri dei Re: “Salomone costruì anche una flotta ad Etsion-Gheber, presso Elath, sulla riva del Mar Rosso, nel paese di Edom”.

Durante gli scavi di Tell al-Khalīfa, a ovest di Aqaba, sono stati trovati forni per la fusione del rame risalenti al 15° secolo a.C. dove veniva fuso il materiale proveniente dai giacimenti di Wadi Araba. Da Aqaba partivano le piste per le le mitiche miniere di Ofir, località mai identificata che si suppone si trovasse fra Yemen, Eritrea, Etiopia e Sudan. Aqaba si sviluppò notevolmente e, dopo essere stata conquistata da Alessandro Magno, la città, col nome di Berenice (in onore di Berenice I), fece parte del regno d'Egitto sotto la dinastia tolemaica, tra il 3° e il 1° secolo a.C., poi fu dominio dei Nabatei, che governavano Petra. All'inizio del 2° secolo, la città venne conquistata dai Romani, che la chiamarono Aila., dove furono realizzate strade per Damasco attraverso la Via Traiana Nova. Passò poi ai Bizantini che vi edificarono numerose chiese e fortificarono più solidamente la città.

Dopo la conquista araba, verso il 635, la città entrò a far parte del Califfato, governato prima (sino al 750 circa) dagli Omayyadi, poi (sino alla fine del 10° secolo circa) dagli Abbasidi, periodo in cui sono collocate le avventure di Sindibad il marinaio, e quindi (sino all'inizio del 12° secolo) dai Fatimidi. Un viaggiatore musulmano, al-Muqaddasi, descrisse Ayla come grande città, luogo di incontro per i pellegrini in viaggio verso La Mecca. Durante il governo dei Fatimidi, nel 1024, Ayla venne saccheggiata da alcune tribù locali e poi, nel 1068, un terremoto la devastò, condannando il luogo ad un ruolo storico di secondo piano.

Ayla fu occupata dai Crociati. Nel 1170 sia la città che l'isola antistante furono conquistate dal Saladino e la dinastia degli Ayyubidi le governò sino al 1250 quando subentrarono i Mamelucchi. All'inizio del XVI secolo, Ayla cadde sotto il dominio Ottomano, che durò sino alla prima guerra mondiale. In questo periodo la decadenza della città continuò a tal punto che il luogo divenne un piccolo villaggio di pescatori.

I Turchi avevano costruito ad Aqaba una fortezza, ancora oggi visibile, nella quale erano stati posizionati dei potenti cannoni navali di produzione tedesca. La città aveva resistito a ben due attacchi da parte della Royal Navy e stava diventando una vera spina nel fianco. Difesa da potenti batterie pesanti costiere Krupp da 305 millimetri, era considerata imprendibile, poiché dal lato terrestre era protetta dal Deserto del Nefud, considerato impossibile da attraversare. La città poteva inoltre diventare una base d'appoggio per gli U-Boot tedeschi nel Mar Rosso. Aqaba fu occupata dalle milizie arabe guidate da Lawrence d'Arabia nel 1917, in quella che fu chiamata la Presa di Aqaba; le milizie arabe avevano attraversato il Nefud, cogliendo la guarnigione ottomana di sorpresa. I cannoni turchi erano puntati verso il mare, nessuno si sarebbe aspettato un attacco alle spalle attraverso il deserto. Caduta Aqaba, i Turchi persero la loro ultima città portuale sul Mar Rosso e gli Inglesi poterono iniziare indisturbati l'offensiva contro la Mesopotamia.

Alla fine della guerra, i britannici assegnarono ʿAqaba all'Emirato di Transgiordania (più tardi Regno di Giordania), ma il confine con l'Arabia Saudita era poco più a sud, alla periferia della città. Dato lo sviluppo della città e del porto, specialmente dopo la seconda guerra mondiale, il breve tratto di costa giordana si rivelò insufficiente, il re di Giordania, Husayn, nel 1965, cedette all'Arabia Saudita 6 000 chilometri quadrati di deserto in cambio di 12 chilometri di costa a sud di Aqaba.

Oggi, Aqaba è famosa soprattutto come area turistica, divisa in tre parti: la zona nord, dove si trova la maggior parte delle strutture turistiche, spiaggia centrale e spiaggia meridionale.

La zona più importante è l'Aqaba Marine Park (nella zona meridionale), a 12 chilometri dal centro; un altro punto importante è al-Hafayer, nella parte centrale della costa, dove sono stati aperti molti locali e caffè tradizionali

Notevole è il castello costruito, all'inizio del XVI secolo dal sultano mamelucco, Qansur al-Ghuri, poi ampliato dai sultani ottomani, alla fine di quello stesso secolo e all'inizio del successivo. In seguito la struttura fu utilizzata come Khan per i pellegrini diretti a La Mecca. Nel 1917 la fortezza fu parzialmente distrutta dai cannoneggiamenti della Marina Militare Britannica. Dentro il castello, è ospitato nei locali che un tempo erano stati la residenza dello sceicco, al-Husayn b. ʿAlī, trisavolo dell'attuale re di Giordania, Abd Allāh II. La collezione comprende monete metalliche provenienti da Egitto e Iraq, ceramiche provenienti dagli scavi di Ayla, tavolette islamiche in pietra dell'VIII secolo, bassorilievi di tarda epoca bizantina e una pietra miliare proveniente dalla Via Traiana Nova.

Aqaba è gemellata con la città italiana di Alcamo, poi con Bassora in Iraq, Malaga in Spagna, San Pietroburgo il Russia e Varna in Bulgaria.

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