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Giordania - Principessa Rajwa, non solo sposa reale

Assadakah Amman - Il prossimo primo giugno Rajwa al-Saif diventerà la moglie del giovane Hussein, erede al trono di Giordania. La futura principessa ha già tutti i riflettori puntati su di sé non solo per il suo destino, ma anche per il suo interessante background e per il fascino innato che ricorda molto quello della regina Rania.

Rajwa al-Saif, nata in Arabia Saudita il 28 aprile 1994, è la quarta figlia di dell’uomo d’affari Khaled al-Saif e di Azza al-Sudairi. Suo padre è un ingegnere civile formatosi all’Università americana di Beirut e Ceo dell’impresa di costruzioni al-Saif Group. Il clan della madre di Rajwa, al-Sudairi, è lo stesso del a cui appartiene il sovrano saudita Salman. Inoltre gli al-Saif discendono dal clan Subai, che governò la città di al-Attar alla fine del XIX secolo. Tuttavia la famiglia di Rajwa non è nobile.

La giovane ha terminato gli studi alla Syracuse University School of Architecture nel 2017 e si è laureata in Architettura a Los Angeles, presso il Fashion Institute of Design and Merchandising (percorso che ricorda molto quello della regina Noor, moglie del defunto re Hussein, laureata alla Princeton University in Architettura e Urbanistica).

Rajwa non sembra avere un passato social. Non ci sono sue foto su Internet relative al periodo precedente al fidanzamento, annunciato il 17 agosto 2022 e nessuno ha mai sentito parlare di lei prima del suo ingresso nella corte hashemita. Anche le circostanze precise del suo primo incontro con il principe Hussein sono avvolte da un velo di riservatezza. “Ci ha presentato un compagno di studi”, ha solo detto l’erede al trono. Come da tradizione il giovane ha chiesto la mano di Rajwa recandosi a casa dei genitori di lei, in Arabia Saudita. Il 31 dicembre 2022 è stato annunciato il matrimonio, che si terrà al Palazzo Zahran e sarà seguito da un banchetto al Palazzo al Husseiniyya.

Dal primo giugno 2023 Rajwa al-Saif diventerà un’altezza reale e le verrà conferito il titolo di principessa della Corona di Giordania. Molto probabilmente inizierà a partecipare a eventi ufficiali insieme al marito e alla Regina, che la guideranno nei suoi primi passi da royal. Col tempo di sicuro si ritaglierà un suo spazio in ambito filantropico e capiremo quali saranno i suoi interessi. Rajwa gode di tutto l’affetto e il sostegno della famiglia reale giordana. Nella didascalia della foto Instagram in cui per la prima volta la principessa e la regina Rania hanno posato insieme, quasi un anno fa, Rania ha definito la nuora a “la mia terza figlia”. Non poteva esserci accoglienza migliore.

Il matrimonio tra Hussein di Giordania e Rajwa al-Saif, però, è molto più di questo. Il prossimo primo giugno verrà sancita un’alleanza ancora più salda tra la Giordania e l’Arabia Saudita. Un’unione nuziale, politica ed economica. Infatti il governo di Amman riceve ingenti aiuti da quello di Riyadh, grazie ai quali riesce a mantenere la stabilità sociale del Paese.

Dopo la pandemia, infatti, la Giordania non sarebbe riuscita a garantire ossigeno alle sue imprese, né ad applicare le riforme promesse come l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici e tantomeno a riequilibrare le finanze pubbliche. Il Paese starebbe anche perdendo il suo ruolo strategico di mediatore nelle questioni politiche del Medio Oriente (prima fra tutte la situazione arabo-israeliana). Ciò ha scatenato proteste in tutto il Paese e un certo malcontento nei confronti della monarchia, di cui avrebbe approfittato anche il fratellastro del Re, il principe Hamza, tentando un golpe nell’aprile del 2021. L’Arabia Saudita, tramite il pacchetto di aiuti e gli accordi commerciali, è riuscita ad attirare la Giordania nella sua sfera di influenza. Da questa prospettiva è evidente il valore del royal wedding di Rajwa e Hussein e, soprattutto, la buona riuscita di questa unione. Una fiaba principesca, d’amore, ma dai contorni molto concreti, poco romantici, che potrebbe avere un peso non indifferente sul futuro di due nazioni fondamentali per gli equilibri geopolitici del Vicino e del Medio Oriente.

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