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Roma – Importante riconoscimento per Assadakah

Redazione – Il direttore del Museo-Istituto del Genocidio Armeno, Harutyun Marutyan, ha concesso il prestigioso Certificato di Riconoscimento a Talal Khrais, giornalista e fondatore della Associazione Italo-Araba Assadakah, per il contributo donato all’istituzione, costituito da documenti e materiale riguardante l’opera del monaco beatificato italiano Salvatore Lilli in Armenia, specialmente relativo al Genocidio Armeno. Contributo che ha fatto maggiore luce sullo sterminio hamidiano contro il popolo armeno, fra il 1894 e il 1896.

Una serie di eccidi subiti durante il regno del sultano dell'impero ottomano Abdul Hamid II (1876-1909), che costituiscono il preludio al massacro di massa dei primi del ‘900.

In quel tempo alcune zone dell'Impero Ottomano, abitate da popolazione di origine armena, soprattutto nell'Anatolia, si erano sollevate contro l'impero in declino. La repressione ottomana fu brutale. Nonostante simili eccidi fossero già avvenuti nel corso della storia contro il popolo armeno sotto l'impero ottomano, questa volta, grazie all'invenzione del telegrafo nel 1890, la notizia dei massacri si diffuse velocemente in tutto il mondo, causando la condanna dell'accaduto da parte di gran parte della comunità internazionale. Una situazione che si sta tragicamente riproponendo in Kurdistan. Decine di migliaia di armeni furono uccisi a Istanbul, Erzerum e fino al 1897 i massacri continuarono. Tutti i rivoluzionari armeni vennero uccisi o fuggirono in Russia. Il governo Ottomano chiuse tutte le associazioni e le società armene e attuò un giro di vite sui movimenti politici. Le vittime di questo primo episodio furono fra le 80mila e le 300mila. In questo periodo ebbe inizio anche la confisca dei beni, che sarebbe proseguita nel secolo successivo.

La vicenda si Lavatore Lilli, o Salvatore da Cappadocia (1853-1895), si inerisce in questo scenario. Presbitero francescano, missionario in Armenia Minore, fu trucidato insieme ad altri sette compagni armeni dai soldati ottomani, dichiarato martire e proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1982. Con i confratelli Giovanni di Balzi e altri monaci armeni Baldji Ohannès, Khodianin Kadir, Kouradji Tzeroum, Dimbalac Wartavar, Ieremias Boghos, David Oghlou, Toros David, fu trucidato presso il fiume Zihun nei pressi della città di Maraa, in Cilicia, nel territorio dell’odierna Turchia. dopo avere ricevuto dai soldati ottomani l’ordine di rinnegare Cristo ed essersi rifiutati di tradire la loro fede.

Il materiale che Talal Khrais, in nome della Associazione Italo-Araba Assadakah ha donato al Museo-Istituto, è frutto di un ritrovamento che molti dicono non casuale, avvenuto qualche anno fa da un muratore, Salvatore Gargano, durante i lavori di ristrutturazione del convento di Oriolo Romano ha rinvenuto una serie di manoscritti autografi del beato che porta lo sesso nome. Documenti di enorme valore culturale e soprattutto storico, oltre 300 pagine che costituiscono una testimonianza con appunti, pensieri, lettere indirizzate al pontefice di allora, Pio IX, a diversi alti prelati e cardinali, nelle quali Salvatore Lilli si fa testimone dei primi atti criminali perpetrati dall'impero ottomano ai danni della popolazione armena, preludio al Metz Yeghern. Il monaco francescano vide con i propri occhi quello che stava succedendo, e mise per iscritto le proprie impressioni. Viene da chiedere perché questo avvertimento non fu ascoltato, poiché forse il corso della storia avrebbe potuto prendere un'altra direzione, risparmiando circa due milioni di vite.

La Associazione Italo-Araba Assadakah, tramite Talal Khrais, ha consegnato il materiale all'ambasciatrice della Repubblica di Armenia in Italia, S.E. Tsovinar Hambardzumyan, la quale ha provveduto a farlo giungere in Armenia.

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