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Ambasciatrice armena - Delusi dall'Occidente che non sanziona Baku


Letizia Leonardi e Talal Khrais - Dall'Italia ci aspettavamo di più. Così l'Ambasciatrice della Repubblica d'Armenia in Italia Tsovinar Hambardzumyan esprime la sua delusione e quella di tutta la comunità armena per come il governo di Giorgia Meloni si è comportato di fronte alla politica aggressiva dell'Azerbaijan nei confronti della popolazione dell'Artsakh (Nagorno Karabakh). La diplomatica armena che, fin dal suo insediamento, si è adoperata per sensibilizzare politici bipartisan sulla drammatica situazione della piccola enclave cristiana circondata dai musulmani azeri, si lascia andare ad alcune considerazioni e punta l'indice sull'Occidente che non sanziona Baku. "L'Azerbaijan - spiega l'Ambasciatrice- Vende all'Italia e all'Occidente anche il gas russo. Se è vero che l'Azerbaijan, il 19 settembre, ha cancellato dalle mappe il Nagorno Karabakh, tradendo l'accordo trilaterale stipulato nel 2020 con l'Armenia e la Russia, è altrettanto vero che Mosca, attraverso i propri peacekeeper, avrebbe dovuto garantire il transito di beni umanitari e persone lungo il corridoio di Lachin. Unica strada che collega l'Artsakh a Yerevan. La Forza di Pace della Federazione Russa non ha impedito l'assedio e quindi i bombardamenti". Secondo la rappresentante dello Stato Armeno in Italia il Cremlino

non solo non ha mosso un dito per evitare un nuovo genocidio, ma quando è stato avvertito da Baku dell'imminente operazione militare non ha imposto agli azeri di fermarsi.

"Nonostante le condanne verbali e gli appelli di vari Organismi Internazionali a Baku - prosegue la diplomatica - nessun Paese occidentale ha finora imposto sanzioni all'Azerbaijan".

Il rammarico di S. E. Tsovinar Hambardzumyan è che l'Italia, da sempre un Paese amico dell'Armenia e degli armeni, è anche uno di quelli che vende più armi al dittatore Aliyev.

"Molti parlamentari - dichiara l'Ambasciatrice - si sono dichiarati solidali con gli armeni, però il governo ha ottimi rapporti con l'Azerbaijan, coinvolto in gravi violazioni dei diritti umani".


Intanto, con la contrarietà della Russia che lo ha considerato un atto ostile, ieri 3 ottobre, Il parlamento armeno ha ratificato il Trattato di Roma che prevede l'adesione della Repubblica caucasica alla Corte Penale Internazionale. La decisione, è passata con 60 voti favorevoli e 22 contrari. Eghiche Kirakosian, delegato armeno per la giustizia internazionale, ha spiegato che questa adesione si è resa necessaria per assicurarsi delle garanzie ulteriori contro i possibili attacchi dell'Azerbaijan. Per il portavoce della presidenza russa Dmitri Peskov, l'Armenia ha preso una decisione sbagliata e dubita che questa adesione sia corretta dal punto di vista delle relazioni bilaterali.




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