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Artsakh - Terribile offensiva azera con diversi morti armeni


Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) - Prima sono stati stremati e poi attaccati violentemente. Gli armeni dell'Artsakh (Nagorno Karabakh) non hanno pace. La loro tenacia nel voler difendere la propria terra e la propria indipendenza dal regime canaglia azero gli armeni la stanno pagando con un prezzo altissimo. Ieri l'esercito dell'Azerbaijan ha attaccato gli armeni lungo la linea di contatto con pesanti combattimenti e bombardamenti sulla capitale dell'Artsakh Stepanakert e altre aree residenziali. Martakert è attualmente sotto attacco e si prospetta la possibilità di far evacuare la popolazione. Gli azeri hanno occupato il monastero di Amaras. Solo un giorno di guerra e già si contano le prime vittime: oltre 25 e tra queste 2 bambini. Si tratta solo di un bilancio provvisorio e di un'area ristretta. L'accanimento degli azeri, rafforzato dall'indifferenza della comunità internazionale che ha solo condannato Baku ma non ha agito con azioni concrete, non conosce limiti. Un’ambulanza, che stava andando a Martakert a prendere dei cadaveri in obitorio, è stata bersagliata dai colpi azeri. Il guidatore è rimasto ferito.


Notizia di pochi minuti fa è che alcuni villaggi della regione di Shushi sono completamente circondati e sono senza connessione. La popolazione è in balia della ferocia azera. I russi, che hanno tentato di far evacuare la popolazione, sono stati fermati dagli azeri. Anche i soldati della forza di pace della Federazione Russa sono stati oggetto di bombardamenti e si contano, anche tra loro, delle vittime. Diverse fonti riferiscono che il sindaco di Martuni, Aznavour Sagiyan, è morto sotto i bombardamenti azeri. Karmir Shuka è stata evacuata per salvare la popolazione. Cosa aspetta ancora la comunità internazionale, e soprattutto l'Italia (da sempre storicamente legata agli armeni), ad agire contro la politica criminale ed espansionistica del dittatore Aliyev? Tutti in silenzio in questi 9 mesi di blocco del corridoio di Lachin e da ieri solo passerelle di dichiarazioni bipartisan di diversi parlamentari che condannano l'Azerbaijan. Continua l'ambiguità del ministro degli esteri italiano di Forza Italia Antonio Tajani, che sbandiera la proficua collaborazione con il governo di Baku ma poi twitta solidarietà alla popolazione armena. Un colpo al cerchio e un altro alla botte, in una ipocrisia che fa spavento. Come può, Tajani, in questo momento tragico, definire l'Azerbaijan un partner importante? Agghiaccianti poi le dichiarazioni del vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, di Fratelli d'Italia. "L’Italia lavora per fermare le escalation militari nel Karabakh - afferma Cirielli - La loro prosecuzione rischia di determinare la perdita di numerose vite anche delle popolazioni locali, Si torni subito al dialogo tra le parti, con un immediato cessate il fuoco e il disarmo delle truppe secessioniste, nonché con lo sblocco umanitario dei corridoi di Nanchivan e di Lachin". Per il numero due del Ministero degli esteri quindi. gli armeni, definiti secessionisti, andrebbero disarmati.

E se qualche notizia di questo attacco viene data dai media nazionali, appare più rivolta a screditare la Russia, che ha abbandonato gli armeni, che a condannare la ferocia dell'Azerbaijan.

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