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L'Azerbaijan ha attaccato l'Armenia e la EUMA tace


Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) - L'indifferenza dell'Occidente, le grida d'aiuto degli armeni in Artsakh caduti nel vuoto stanno producendo gli effetti nefasti che si potevano prevedere. L'Azerbaijan ha nuovamente attaccato il territorio sovrano della Repubblica d'Armenia. Si contano già morti e feriti. Le forze armate di Baku hanno colpito nella regione di Gegharkunik. Le vittime di parte armena sono Andranik Arshaki Antonyan, Arsen Alexander Mkrtichyan e Vachagan Saroi Vardanyan. Secondo fonti non ufficiali l'Azerbaijan dovrebbe aver riportato cinque morti e tre feriti.

Nonostante le dichiarazioni di Baku, che negano gli attacchi in territorio armeno, da un video diffuso sui social, si vedono le postazioni armene attaccate dai soldati azeri. Il Ministero degli Affari Esteri di Yerevan ha rilasciato una dichiarazione chiedendo al Governo di Baku il ritiro immediato dell'esercito azero dal territorio sovrano della Repubblica d'Armenia.

"Il primo giorno di settembre, le forze armate dell'Azerbaijan - si legge nella nota - hanno aperto il fuoco contro le posizioni delle forze armate della Repubblica d'Armenia situate nell'area di Sotk e Norabak nella regione di Gegharkunik, provocando morti e feriti. Le forze armate dell'Azerbaijan hanno utilizzato anche mortai e UAV".

La Repubblica d’Armenia aveva ripetutamente segnalato che l’Azerbaijan, con l’obiettivo di effettuare azioni militari già pianificate, sta diffondendo deliberatamente e sistematicamente notizie non veritiere.

"Le violazioni contro l'integrità territoriale dell'Armenia - ha spiegato nella nota il Ministero Armeno - combinate con le dichiarazioni e la retorica bellicosa, regolarmente rilasciate dalla parte azera a vari livelli e canalizzate attraverso vari media statali, sono la continuazione della politica aggressiva di Baku volta a risolvere i problemi esistenti e a imporre la propria volontà attraverso l’uso della forza. In condizioni di appelli mirati e di crescente pressione per la revoca del blocco illegale del corridoio Lachin. La provocazione dell'Azerbaijan mira anche a distogliere l'attenzione della comunità internazionale e ad impedire l'adempimento dei suoi obblighi".

Yerevan condanna fermamente le aggressioni ripetute dell'Azerbaijan, compreso l'assedio del popolo armeno del Nagorno Karabakh attraverso il blocco illegale dell'unica strada di collegamento dell'Artsakh con l'Armenia e, di conseguenza, con il resto del mondo, dal 12 dicembre del 2022. Il comportamento dell'Azerbaijan sta ostacolando e rendendo vani gli sforzi volti a stabilire stabilità e pace duratura nella regione. "La Repubblica d'Armenia - si legge nel comunicato - riafferma la sua posizione di principio secondo cui tutte le unità delle forze armate dell'Azerbaijan devono essere ritirate dal territorio sovrano dell'Armenia. Chiediamo alla comunità internazionale e agli attori interessati di intervenire per riportare una reale stabilità nella regione, di frenare il crescente comportamento massimalista quotidiano dell'Azerbaijan attraverso i meccanismi esistenti e passi attivi e chiari al fine di prevenire un ulteriore inasprimento della situazione e portare l'Azerbaijan su un percorso costruttivo verso la pace".

Ci si chiede dove stavano, oggi, gli uomini della missione europea EUMA.

Per gli azeri, gli armeni hanno colpito postazioni lungo il confine "condizionato" come chiamano la linea di contatto ma è l'Azerbaijan ad aver occupato decine di chilometri quadrati dell'Armenia.

Il ministero della Difesa di Baku infatti, ha emesso un comunicato nel quale parla di "provocazione armena" e ammette il ferimento di tre suoi soldati "a seguito del bombardamento effettuato dalle posizioni delle unità delle forze armate armene in direzione dell'insediamento di Zod [Sotk] nella regione di Basarkechar [Gegharkunik]. L'uso della toponomastica azera per villaggio e regione dell'Armenia confermano l'intento di Baku di appropriarsi non solo dell'Artsakh ma anche di parte del territorio armeno che gli consenta un collegamento diretto con il suo alleato più fedele: la Turchia. Assadakah esprime la più sincera solidarietà al popolo armeno e le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime.


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