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Oman - Un esempio di tradizione e sviluppo

Roberto Roggero - Con il via da parte della Commissione Europea all’acquisizione del controllo congiunto di Aasaal International Investment da parte dell'Oman Investment Authority (OIA) e della Qatar Investment Authority (QIA), del Qatar, si apre un nuovo sviluppo che riguarda principalmente il settore alberghiero e ricettivo del Sultanato dell’Oman.

All’insegna della fusione fra tradizione e modernità, l’Oman continua a mantenere e valorizzare la propria identità, unendo una costante modernizzazione e i valori della cultura millenaria. Un Paese decisamente affascinante, che già Tolomeo, nel 2° secolo, aveva definito perla di rara bellezza.

A partire dalla capitale, Musqat, città moderna fra mare e montagna, che conserva la propria bellezza senza ricorrere a grattacieli e illuminazioni pirotecniche. Le case sono basse, bianche, arricchite da cupole finemente decorate.

La natura è padrona incontrastata in Oman, mai attaccata da cementi e acciaio, ma distesa fra ampi paesaggi che vanno da scogliere a picco sull’oceano a sterminate distese di finissima sabbia. Fascino particolare ha certamente il deserto, completamente incontaminato.

Secondo la leggenda, Allah ha diviso il creato in quattro parti, creando cielo, terra e mare ma lasciando vuoto il quarto spazio, dove creò il deserto di Rub Al-Khali, appunto il “quarto vuoto”. Uno spazio che in estensione è secondo solo al Sahara, con diverse zone ancora inesplorate, dove dominano dune rosso-arancio. Qui vivono ancora tribù di Beduini, pastori nomadi ancora dediti all’allevamento del dromedario nero. Una popolazione la cui ospitalità è ben nota, come le antiche usanze e il codice non scrirto che stabilisce di accogliere benevolmente e assistere chiunque si trovi ad attraversare il deserto. Dal deserto alle spiagge, come la meravigliosa Ras Al-Jinz, punto più orientale della penisola omanita, dove nidificano le grandi tartarughe verdi.

Una storia che si perde nell’antichità, quando già nel 5000 a.C. Dhofar era centro di scambi commerciali e soprattutto centro principale per il commercio del prezioso incenso, scambiato con spezie indiane, e fino ai giorni nostri, quando nel 1970 il Sultano Al-Qaboos inaugurò una nuova era di riforme sociali e politiche, per portare il Paese allo sviluppo e al progresso, sempre secondo i valori della tradizione.

Oggi in Oman ci sono sistemi di istruzione e sanità pubblica gratuite, infrastrutture che coprono le necessità dei villaggi situati in zone apparentemente irraggiungibili, e sempre con un impatto ambientale estremamente controllato, una rete stradale adeguata e ben curata, e una popolazione che si è sviluppata da condizioni di arretratezza a uno status e una organizzazione da fare invidia ai più progrediti Paesi occidentali.

Un Paese pacifico, che valorizza la propria capacità e capitale umano con rinomate università, ospedali efficienti, strutture dedicate alla divulgazione della cultura, come il grande Teatro dell’Opera di Musqat. Le donne dell’Oman sono state le prime ad essere ammesse al governo del Paese, ricoprendo cariche ministeriali, diplomatiche, e prendendo parte attiva allo sviluppo nazionale.

A partire dalla capitale, Musqat, città moderna fra mare e montagna, che conserva la propria bellezza senza ricorrere a grattacieli e illuminazioni pirotecniche. Le case sono basse, bianche, arricchite da cupole finemente decorate.

La natura è padrona incontrastata in Oman, mai attaccata da cementi e acciaio, ma distesa fra ampi paesaggi che vanno da scogliere a picco sull’oceano a sterminate distese di finissima sabbia. Fascino particolare ha certamente il deserto, completamente incontaminato.

Secondo la leggenda, Allah ha diviso il creato in quattro parti, creando cielo, terra e mare ma lasciando vuoto il quarto spazio, dove creò il deserto di Rub Al-Khali, appunto il “quarto vuoto”. Uno spazio che in estensione è secondo solo al Sahara, con diverse zone ancora inesplorate, dove dominano dune rosso-arancio. Qui vivono ancora tribù di Beduini, pastori nomadi ancora dediti all’allevamento del dromedario nero. Una popolazione la cui ospitalità è ben nota, come le antiche usanze e il codice non scrirto che stabilisce di accogliere benevolmente e assistere chiunque si trovi ad attraversare il deserto. Dal deserto alle spiagge, come la meravigliosa Ras Al-Jinz, punto più orientale della penisola omanita, dove nidificano le grandi tartarughe verdi.

Una storia che si perde nell’antichità, quando già nel 5000 a.C. Dhofar era centro di scambi commerciali e soprattutto centro principale per il commercio del prezioso incenso, scambiato con spezie indiane, e fino ai giorni nostri, quando nel 1970 il Sultano Al-Qaboos inaugurò una nuova era di riforme sociali e politiche, per portare il Paese allo sviluppo e al progresso, sempre secondo i valori della tradizione.

Oggi in Oman ci sono sistemi di istruzione e sanità pubblica gratuite, infrastrutture che coprono le necessità dei villaggi situati in zone apparentemente irraggiungibili, e sempre con un impatto ambientale estremamente controllato, una rete stradale adeguata e ben curata, e una popolazione che si è sviluppata da condizioni di arretratezza a uno status e una organizzazione da fare invidia ai più progrediti Paesi occidentali.

Un Paese pacifico, che valorizza la propria capacità e capitale umano con rinomate università, ospedali efficienti, strutture dedicate alla divulgazione della cultura, come il grande Teatro dell’Opera di Musqat. Le donne dell’Oman sono state le prime ad essere ammesse al governo del Paese, ricoprendo cariche ministeriali, diplomatiche, e prendendo parte attiva allo sviluppo nazionale.

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