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Parigi - L'armeno Manouchian nel Pantheon francese


Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) - Italia e Armenia unite a Parigi. Il Presidente francese Emmanuel Macron apre le porte del Pantheon al comunista armeno Missak Manouchian e a cinque partigiani italiani. Il leader armeno e noto poeta ha combattuto i nazisti stando a fianco di cinque partigiani italiani.

Molto toccante la storia di Missak che, prima di morire fucilato, ha scritto una commovente lettera alla moglie Mélinée. Lui credeva fermamente che un giorno la Francia avrebbe onorato la sua memoria e il momento è infatti arrivato quest'anno, il 21 febbraio.

Missak Manouchian era un orfano armeno scampato al genocidio della Prima Guerra Mondiale ed emigrato in Francia negli anni '20. È stato un poeta e ha fondato in Francia una rivista letteraria, nella quale venivano pubblicate traduzioni in lingua armena di testi di Rimbaud e Baudelaire. Ma Manouchian è stato anche un operaio, simpatizzante comunista e un attivista del gruppo internazionalista armeno del “Lavoro Immigrato”. Dal 1943, è diventato il leader della lotta armata all’interno del FTP-MOI (Partiti Franchi-tireurs – Forza lavoro immigrata). A causa di questo suo impegno politico è stato arrestato da una brigata speciale dei servizi segreti generali francesi e fu preso prigioniero dai tedeschi insieme ai suoi compagni. Il 21 febbraio del 1944 è stato fucilato a Mont Valérien.


La scelta di inserire nel Pantheon, fino a pochi anni fa interdetto a chi non fosse di nazionalità francese, Missak Manouchian è avvenuta perché lui è stato al centro della propaganda dei nazisti nel 1944 (“il Manifesto Rosso”), perché al momento dell'arresto era il capo militare dell'FTP-MOI e infine perché la fama di questo poeta, agli albori negli anni '50, resta ancora viva. Ma a colpire è stato anche il bellissimo legame che lui ha avuto con sua moglie Mélinée, anche lei scampata al genocidio e anche lei diventata attivista.


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