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Strasburgo - Invito all'UE a imporre sanzioni a Baku


Letizia Leonardi - Il Parlamento europeo, riunitosi ieri a Strasburgo, invita l'Unione Europea ad applicare sanzioni all'Azerbaijan e a rivedere lo sviluppo della cooperazione e ridurre la dipendenza dall’importazione di gas naturale azero per i gravi crimini e gli eventi nel Nagorno Karabakh. Una risoluzione che si attendeva da tempo ma che purtroppo, non solo arriva quando tutto è ormai perduto, quando il Nagorno Karabakh è ormai è svuotato dagli armeni, ma si tratta di una decisione non giuridicamente vincolante. La risoluzione è stata adottata con 491 voti favorevoli, 9 contrari e 36 astensioni.

In particolare, nella risoluzione si prevede che il Parlamento europeo inviti l'UE e i suoi Stati membri ad adottare sanzioni mirate contro i funzionari governativi dell'Azerbaijan responsabili delle continue violazioni del cessate il fuoco e dei diritti umani nel Nagorno Karabakh.

I parlamentari europei chiedono all'Alto rappresentante dell'UE per la politica estera Borrell di sospendere i negoziati per il rinnovo dell'accordo di partenariato con il governo di Baku fino a quando non saranno rispettati i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno Karabakh. In mancanza di questa condizione l'UE e i suoi Stati membri dovranno provvedere alla sospensione dell'applicazione dell'accordo di facilitazione dei visti e ridurre il livello di cooperazione con l'Azerbaijan in altri settori.

Il Parlamento europeo ritiene inoltre necessario che l'UE riduca la sua dipendenza dal gas naturale dell'Azerbaijan e, in caso di aggravamento delle tensioni tra Azerbaijan e Armenia, sospenda completamente l'importazione di petrolio e gas naturale da Baku.

I membri del parlamento europeo chiedono all'UE di lavorare per fornire garanzie internazionali per la sicurezza dei pochissimi armeni ancora rimasti in Nagorno-Karabakh e di ripristinare il pieno accesso agli aiuti umanitari. In questi giorni infatti si continua ad assistere ad una vera e propria caccia alle personalità istituzionali dell'autoproclamata repubblica d'Artsakh. Dopo l'ex ministro Ruben Vardanyan, anche gli ex presidenti della repubblica d'Artsakh: Arkadi Ghukasyan, Bako Sahakyan e Arayik Harutynunyan, sono stati catturati e portati a Baku. Stessa sorte è toccata all'attuale presidente dell'Assemblea nazionale David Ishkhanyan. Salgono così a otto le alte cariche dello Stato detenute in Azerbaijan. Inoltre, tre giorni fa, forze armate azere hanno aperto il fuoco contro un'auto che trasportava cibo per il personale delle posizioni armene situate a Kut (vicino a Sotk, in Armenia). Ci sono state vittime.

Il Parlamento europeo si è dichiarato deluso dei risultati dell'attività di controllo della prima missione delle Nazioni Unite in Nagorno Karabakh e chiede l'istituzione di una presenza internazionale sul territorio, sotto l'egida delle Nazioni Unite.

Nella risoluzione gli eurodeputati criticano la Commissione europea e il capo della diplomazia europea Josep Borrell per aver ignorato l’avvertimento del Parlamento europeo che faceva presente la drammatica evoluzione della situazione nel Nagorno Karabakh.

La suddetta risoluzione aggiunge che il Parlamento europeo ricorda all'Azerbaijan che ha la piena responsabilità per la sicurezza e il benessere della popolazione del Nagorno Karabakh, chiede all'Azerbaijan di garantire la sicurezza della popolazione del Nagorno Karabakh in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e pertinenti convenzioni internazionali, principi del diritto internazionale e diritti umani, ed esorta le autorità dell'Azerbaijan a garantire il ritorno sicuro degli armeni nel Nagorno-Karabakh. Peccato che ormai degli armeni non c'è più traccia. I parlamentari europei hanno chiesto infine, all'Azerbaijan di rilasciare tutti gli armeni, compresi i politici, arrestati nel Nagorno Karabakh.

Ci sarà il coraggio di applicare questa risoluzione, anche se arrivata troppo tardi? Intanto Baku ha boicottato il vertice con i rappresentanti armeni a Granada.

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