Abu Dhabi - Arte italiana protagonista
- 12 nov
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Assadakah News - “The Roots of the 20th and 21st Century Italian Art” è il progetto espositivo che porterà l’arte italiana del Novecento e di questo inizio secolo alla 17ª edizione di Abu Dhabi Art, evento culturale di punta della capitale degli Emirati Arabi Uniti. La fiera, che si terrà dal 19 al 23 novembre presso Manarat Al Saadiyat, riunirà oltre 140 gallerie da 37 Paesi.
La mostra “The Roots of the 20th and 21st Century Italian Art” è promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi e dall’Ambasciata d’Italia ad Abu Dhabi, in collaborazione con la galleria Mazzoleni.
L’arte italiana, anche del Novecento, si è distinta per una grande capacità nel rinnovare i linguaggi dell’arte con soluzioni che, ancora oggi, risultano di grande modernità. In un dialogo tra passato e presente, memoria e sperimentazione, si inseriscono le opere dei sette grandi maestri presentati in “The Roots of the 20th and 21st Century Italian Art”, alcuni dei quali raramente già esposti negli Emirati Arabi Uniti: Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Giorgio Morandi, Michelangelo Pistoletto e Salvo.

Il titolo della mostra riflette sull’impegno degli enti promotori nel divulgare, a livello internazionale, le soluzioni creative di alcuni dei più brillanti artisti italiani del secolo scorso - Pistoletto è ancora pienamente attivo - che hanno influenzato molti artisti contemporanei.
Tutti i sette artisti hanno interrogato la realtà in modo profondo e personale, affrontando tematiche quali: il tempo, lo spazio, l’essere e gli elementi che formano un’opera quali superficie, volume e colore.
Seguendo un’evoluzione cronologica della Storia dell’Arte, descriviamo qui di seguito per brevi paragrafi gli artisti esposti.
Giorgio de Chirico (1888 – 1978) nei primi decenni del Novecento fonda la Pittura Metafisica, anticipando temi che influenzeranno in modo decisivo il Surrealismo e molta arte internazionale del XX e XXI secolo. Le architetture classiche, i suoi cavalli con rovine come in Cavalli in riva al mare, i suoi manichini – ne è un esempio Il pittore paesista - e le ombre lunghe raccontano un mondo sospeso, una “meta-realtà” in cui il tempo sembra essersi fermato per ragionare su sé stesso. In lui convivono il pensiero filosofico, il mito e una nostalgia per la grandezza perduta dell’antichità. De Chirico propone un’arte che non descrive la realtà, ma la oltrepassa, suggerendo una dimensione enigmatica e misteriosa.
Giorgio Morandi (1890 – 1964), apparentemente distante da ogni avanguardia, ha sviluppato un linguaggio fortemente personale e riconoscibile fatto di silenzio e contemplazione. Le sue nature orte — bottiglie, vasi, scatole disposte con cura — sono molto più che semplici oggetti, diventano luoghi della mente, spazi di meditazione visiva.
Lucio Fontana (1899 – 1968) è stato un innovatore radicale con il suo Spazialismo. I suoi celebri Concetti Spaziali superano i limiti della superficie pittorica, compiendo gesti iconici come il taglio o il foro sulla tela. Questi atti, come nell’opera qui esposta, - Concetto spaziale, Attesa, 1966 - trasformano la tela in uno spazio aperto.
Negli anni Sessanta, questa riflessione sullo spazio, la forma, il colore, viene approfondita da artisti che ebbero un importante scambio con Fontana. Le superfici estroflesse o incavate di Enrico Castellani (1930 – 2017) e Agostino Bonalumi (1935 – 2013), ottenute attraverso strutture poste nel retro della tela, generano ritmi visivi grazie all’incidenza della luce, trasformando così il quadro in una presenza fisica e dinamica. Eliminando l’immagine figurativa, Castellani e Bonalumi si concentrano sulla superficie come spazio attivo.
Salvo (Salvatore Mangione, 1947 – 2015), invece, dopo una prima fase concettuale della fine degli anni Settanta, riscopre la pittura figurativa verso il 1973, scegliendo di rappresentare paesaggi, architetture e scene cariche di riferimenti alla Storia dell’Arte. Le sue fonti spaziavano dalla pittura Rinascimentale, a quella Olandese del ‘600, al classicismo francese fino al futurismo italiano e a de Chirico.
A chiudere idealmente questo percorso è Michelangelo Pistoletto (1933), uno dei protagonisti dell’Arte Povera. Il suo primo quadro specchiante, realizzato con il riporto fotografico su carta velina applicata su una lastra di acciaio inox lucidata a specchio, risale al 1962. Da allora, in continua sperimentazione e innovazione di linguaggi, i suoi soggetti hanno seguito l’evolversi della società. Tramite lo specchio la vita, in divenire, entra nel quadro. Ne è un perfetto esempio Smartphone - donna in piedi e donna seduta, 2018.
“L’organizzazione da parte dell’Ambasciata e dell’Istituto Italiano di Cultura, insieme alla galleria Mazzoleni, di questa mostra di capolavori italiani conferma la nostra forte attenzione alla capacità della diplomazia culturale di creare ponti di dialogo e di conoscenza”, ha commentato l’ambasciatore Lorenzo Fanara, per il quale “è significativo che la mostra si tenga nel contesto straordinario di Abu Dhabi Art, divenuto crocevia internazionale di artisti, gallerie e collezionisti provenienti da tutto il mondo. In questo modo le espressioni più attuali dell’arte italiana”, ha aggiunto Fanara, “saranno conosciute e apprezzate non solo dal pubblico emiratino, ma anche da migliaia di visitatori stranieri presenti ad Abu Dhabi Art”.
“Questa mostra vuole essere un omaggio alla complessità e alla ricchezza dell’arte italiana in un contesto internazionale come quello di Abu Dhabi”, le parole della direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Susanna Iacona-Salafia, sottolineando che “The Roots of the 20th and 21st Century Italian Art” intende “creare un ponte culturale tra Italia e gli Emirati Arabi Uniti, tra Mediterraneo e Golfo, tra tradizione e contemporaneità. Le opere esposte non sono soltanto testimoni del recente tempo passato, ma strumenti vivi per comprendere il presente e immaginare il futuro dell’Arte Contemporanea nel mondo”, ha concluso.







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