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Armenia - La situazione diplomatica

Assadakah Yerevan - Mentre a Baku il presidente azero Ilham Aliyev incontra il delegato speciale del Segretario di Stato americano per gli Affari Euroasiatici, Joshua Huck, a Yerevan si è tenuta un importante incontro, nel corso della 16a Assemblea Parlamentare PABSEC, Cooperazione Economica per il Mar Nero, con delegati provenienti da Armenia, Bulgaria, Romania, Serbia e Ucraina. Al centro delle discussioni è stato il tema del rafforzamento della cooperazione parlamentare nel campo della riduzione del rischio di catastrofi e dell’assistenza di emergenza nella Regione.

In discussione lo scenario internazionale e il processo di pace dopo i recenti drammatici sviluppi, che in Armenia è chiamato progetto “Crossroads of Peace”, il cui fine è ottenere lo sblocco della circolazione delle merci, molto importante per la Repubblica di Armenia sotto il blocco da parte dell’Azerbaigian e della Turchia da 30 anni.

L'Assemblea Nazionale armena è interessata a rafforzare la cooperazione nel quadro dell'Assemblea Parlamentare, ma ci sono da affrontare importanti sfide alla sicurezza nella regione della cooperazione economica del Mar Nero.

E’ prioritario, ad esempio, lo sblocco del corridoio Lachin, dopo l'assedio disumano della pacifica popolazione armena del Nagorno-Karabakh, con l'Azerbaijan che ha scatenato un'altra aggressione militare su larga scala, lo scorso 19 settembre, con centinaia di morti e feriti e l'intera popolazione del Nagorno Karabakh (più di 100mila persone) sfollata con la forza e fuggita in Armenia, e nonostante le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, le risoluzioni del Parlamento Europeo, dell’APCE e dei parlamenti dei singoli Paesi, gli appelli degli organi esecutivi e della comunità internazionale. Le azioni dell'Azerbaijan non si limitano al Nagorno Karabakh ma si estendono ai territori sovrani della Repubblica di Armenia con aggressioni militari lungo i confini. Da più di tre anni l'Azerbaijan rifiuta di restituire i prigionieri di guerra armeni e altri civili, e la situazione creata dall’uso della forza e dall’aggressione non può diventare base per una pace stabile.

E’ altresì dimostrata la volontà dell’Armenia di instaurare rapporti di cooperazione pacifica, testimoniata dall’invio di squadre di soccorso in Turchia in occasione del recente terremoto. In ogni caso, rimane impunito il crimine di forzata evacuazione della popolazione armena della Repubblica dell’Artsakh, creando una situazione di emergenza per l’Armenia nell’accogliere le migliaia di sfollati, una situazione di emergenza umanitaria internazionale. Nonostante le difficoltà e le sfide, l'Armenia resta impegnata a promuovere gli sforzi per stabilire la pace nella regione.

Le decisioni proposte verranno approvate o meno durante l'Assemblea Generale che si terrà a breve a Kiev, in Ucraina, in particolare le questioni regionali, la cooperazione parlamentare nella riduzione del rischio di catastrofi e l'assistenza di emergenza nella regione, le minacce alla vita e alla sicurezza delle persone dovute a catastrofi naturali e provocate dall'uomo, la necessità di prevenirle e l'importanza della lotta congiunta degli Stati membri.

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