Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) - Mentre in Artsakh il governo di Baku continua a portare avanti il suo programma di pulizia etnica per spopolare tutto il territorio dalla presenza armena, ignorando gli appelli e le decisioni di autorevoli organismi internazionali, dona alberi al Comune di Roma. Sei grandi lecci sono stati infatti piantumati a Villa Borghese, altri sei saranno destinati a Villa Torlonia, alla presenza dei rappresentanti dell’Ambasciata azera in Italia e dell’Assessore all’Ambiente e Sport del Municipio 2, Rino Fabiano.
Singolare scoprire la sensibilità azera verso l’ambiente e la crudeltà verso i propri simili. È infatti utile sottolineare che sono sempre pseudo ambientalisti azeri quelli che ormai da oltre quattro mesi tengono sotto assedio la popolazione di etnia armena dell'Artsakh (Nagorno Karabakh), provocando diverse vittime. Circa 120.000 persone compresi, malati, donne, anziani e bambini sono ancora bloccati, con pochissime scorte di cibo e medicinali e impossibilitati perfino a raggiungere gli ospedali di Yerevan in caso di necessità di cure particolari. Non si può più considerarlo solo un problema geopolitico ma è soprattutto una questione umanitaria. Il Comune di Roma come ha potuto accettare dodici lecci sapendo che ci sono oltre centomila persone che stanno subendo angherie e provocazioni dal governo di Baku. L’era del caviale è terminata. Ora bastano dodici alberi a comprare l’indifferenza di Roma nei confronti dei fratelli armeni che soffrono in Artsakh.
Lo scorso 18 aprile 2023 il Presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev ha ribadito che gli Armeni che vivono in Nagorno Karabakh dovrebbero accettare la cittadinanza azera o trovare un altro posto dove vivere, dimostrano così, ancora una volta le sue intenzioni di far cadere nel nulla gli sforzi di parte armena e della comunità internazionale volti a stabilire la pace nel Caucaso meridionale. Con queste dichiarazioni il Presidente azero dimostra un palese disprezzo per i partner e gli organismi internazionali e mira a incrementare l'intolleranza e l'odio nei confronti del popolo armeno. Intolleranza e odio che sono stati oggetto di propaganda nella società azera dalle autorità statali per decenni. Le conseguenze di questo atteggiamento sono i numerosi crimini di guerra, le esecuzioni extragiudiziali di prigionieri di guerra e prigionieri civili, commessi dai rappresentanti delle forze armate azere nei confronti degli armeni. Invece di cercare soluzioni per arrivare ad una pace duratura nella Regione, l'Azerbaijan sta cercando di portare a termine il suo progetto di pulizia etnica con l'uso della forza. Sappia, il Comune di Roma, che quei lecci grondano sangue. Sappia il governo italiano che stringe le mani e fa affari con Baku che quelle mani sono le stesse che, senza scrupoli, sono pronte a compiere un altro genocidio.
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