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Cairo - Addio alla signora del teatro arabo Samiha Ayoub

Talal Khrais (Assadakah News) - Il mondo arabo perde una delle sue voci più grandi. Il 3 giugno, al Cairo, si è spenta all’età di 93 anni Samiha Ayoub, leggendaria attrice egiziana e simbolo vivente del teatro arabo. A darne notizia è stato l’attore Mounir Makram, membro dell’Actors Syndicate Council, in un commosso post su Facebook. Con lei se ne va un’epoca, quella in cui l’arte era missione e il palcoscenico un altare sacro.

Nata l’8 marzo 1932 nel quartiere di Shubra, cuore popolare e pulsante del Cairo, Ayoub debutta giovanissima nel film Al Motasharida (Il Vagabondo, 1947), ma è il teatro la sua vera vocazione. Dopo essersi diplomata nel 1953 all’Istituto Superiore di Arti Drammatiche, fondato dal pioniere Zaki Toleimat, si impone rapidamente come presenza centrale nella scena culturale egiziana.

Nel corso di una carriera che ha attraversato tre generazioni, Samiha Ayoub ha partecipato a oltre 450 produzioni artistiche: 44 film, 220 serie televisive, 115 drammi radiofonici e 170 spettacoli teatrali. Nessun’altra figura ha saputo mantenere con tale forza e coerenza la centralità nel panorama dello spettacolo arabo per così tanto tempo. È stata la protagonista indiscussa di opere come Sikat al-Salama, Rabaa al-Adawiya, Sangue sulla Tenda della Kaaba, La caduta del faraone, Il ragazzo Mahran, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva del pubblico.

La sua autorità non era solo artistica. Ayoub ha diretto due volte il Teatro Nazionale Egiziano (dal 1975 al 1985 e poi fino al 1989) e, tra il 1972 e il 1975, anche il Teatro Moderno, contribuendo a formare nuove generazioni di attori e a consolidare un’identità culturale in continua evoluzione.

Nel 2015 ha ricevuto il prestigioso Nile Award in the Arts, uno dei massimi riconoscimenti egiziani, e nello stesso anno la sala principale del Teatro Nazionale è stata ribattezzata in suo onore. Un tributo che testimonia la sua rilevanza non solo come artista, ma come istituzione vivente della cultura egiziana.

Anche la sua vita privata ha intrecciato destini artistici: è stata sposata con il drammaturgo Saad Eldin Wahba, e con gli attori Mahmoud Moursy e Mohsen Sarhan, dai quali ha avuto due figli, Ala e Ibrahim.

Samiha Ayoub non è stata soltanto un’attrice. È stata la voce di un popolo, il volto della tradizione, il corpo della parola recitata. Per settantasette anni ha vissuto tra le luci della ribalta e le ombre delle quinte, con la stessa intensità, con la stessa dedizione. Il suo lascito non è solo nei copioni che ha interpretato, ma nei cuori che ha toccato e negli artisti che ha ispirato.

Con la sua morte si chiude un capitolo, ma resta la leggenda. E come tutte le grandi leggende, continuerà a vivere tra le pieghe dei sipari, nelle battute che riecheggiano ancora, nella memoria di un teatro che, grazie a lei, ha avuto un’anima.

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