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Che cosa vuol dire fare il Reporter




Talal Khrais/Roberto Roggero – Sempre più giovani, venuti a sapere di storie di reporter, vissuti pericolosamente, in terre lontane e nella disperazione, chiedono come si fa a diventare corrispondente di guerra. Diventare Reporter. Anzitutto, è da mettere in conto il rischio maggiore, che può comportare anche la morte, e di esempi di colleghi, e soprattutto amici, che hanno pagato con la vita il prezzo della verità, ne è un evidente esempio. Sono capitate occasioni in cui non si poteva sapere quando si sarebbe tornati a casa, quando non è possibile sapere una data di ritorno, perché si ha di fronte una missione da compiere che non si sa quanto potrebbe durare.

Si deve dimenticare, forse meglio cercare di non pensare di avere parenti, amici, che aspettano di rivederti. Si sono avuti incontri di ogni tipo, con gente comune, che poi comune non è mai, oppure con soldati, guerriglieri, battaglie, attentati e molto altro, a volte trovando un viso amico in qualche angolo del mondo. A volte incontri di una notte, magari con l'aiuto di un bicchiere in più, che contribuisce a rilassare i nervi, oltre che il fisico. E' capitato di dover partire senza sapere quanto tornare, e senza pensare al guadagno, che rischia di far perdere la passione per questo lavoro.

Talal Khrais


Se non si accettano queste “regole non scritte”, allora è meglio scegliere un altro lavoro. Il Reporter fedele a sé stesso e alla verità, è uno che vede, scrive, documenta, testimonia la realtà, sfidando ogni volta l'ariete della censura, dell'informazione, della disinformazione, soprattutto quello che, in gergo, viene definito “senza paracadute”. Quello che a sue spese, a suo rischio, contando prevalentemente su contatti personali, allestiti in anni di missioni e basati sulla fiducia, arriva fin dove è possibile, sfidando spesso i propri limiti. Interviste, immagini, articoli, riprese montate in fretta e furia, per essere diffuse in un tempi il più reale possibile, perché l'informazione viaggia sempre più veloce, e perché ormai anche la pagina di un quotidiano del giorno dopo è già notizia vecchia. Nell'informazione, in particolare, la dimensione in cui si svolge il lavoro di un certo tipo, non è più lo spazio, ma il tempo. Naturalmente, oltre a un pizzico di “calcolata incoscienza”, all'amore per la verità, e alla prontezza di spirito, bisogna essere animati anche da una innata curiosità per tutti e tutti.

Roberto Roggero


Alla base di deve essere sempre il chiedersi perché, dove, come, e avere sempre una visione d'insieme di un avvenimento, lasciando da parte pregiudizi e preconcetti, a parte il formarsi un'opinione personale il più delle volte realmente vera e oggettiva. Se poi si possiedono capacità analitiche, costante volontà di rischiare, molta attenzione magari anche nell'innamorarsi, per non perdere la testa nei momenti di particolare pressione, allora i presupposti sono buoni. E con questo, non vuol dire diventare apatico e asciutto, anzi, tutt'altro: in certe occasioni e in certi luoghi, ci si accorge di quanto valore abbia la vita, proprio perché vale poco o niente.

Purtroppo (e “per fortuna”), il lavoro non manca mai per un Reporter che sceglie questo tipo di lavoro, e di farlo “senza paracadute”. E' certamente noto che nel mondo vi siano guerre che continuano da decenni, altre scoppiate da “pochi” anni, e tutte ancora in corso e senza che si veda uno spiraglio di pace. Altrove si scorgono segnali di pace, ma il condizionale è d'obbligo, visto che gli esempi del passato sono numerosi, su come una situazione volta al meglio, possa essere ribaltata in una crisi interna o internazionale. Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Sudan, Libia, Nagorno-Karabakh, conflitto israelo-palestinese, Centro America, e si potrebbe continuare a lungo. Grandi masse che si spostano, migrazioni, il tutto in una situazione di pandemia conclamata.

In effetti, a pensarci, stiamo vivendo un periodo che non ha precedenti, ed esserne testimone, non solo come Reporter, ha anche una sua attrazione adrenalinica, mista a buone speranze di cooperazione, convivenza e sviluppo, anche se quasi certi che, per come conosciamo la natura umana, il lavoro non mancherà mai... Per questo servono anche giovani che possano intraprendere questo lavoro: perché ci sarà sempre bisogno di testimoniare la verità.

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