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Economia - Brics e Africa sempre più vicini

Assadakah News Agency - Mentre l’Europa è in parte scettica, e in parte fin troppo interessata ai futuri rapporti con i Paesi dell’Africa, la collaborazione tra questi e il gruppo Brics sta diventando sempre più operativa. L’ultimo summit del gruppo, lo scorso settembre a Johannesburg, è stato dedicato proprio alla cooperazione con l’Africa e alle opportunità offerte dal nuovo mercato africano, del quale è opportuno non sottovalutare le potenzialità.

A Johannesburg è stato evidenziato che l’Area di Libero Scambio Continentale Africana (Afcfta) ha creato un ambiente favorevole per commercio e investimenti in Africa, in particolare nello sviluppo delle infrastrutture, e i Paesi Brics sono partner affidabili per cooperazione, commercio e sviluppo.

Un futuro in comune

Ratificata nel 2019, l’Afcfta vuole abbattere le barriere doganali fra i Paesi africani, promuovendo l’integrazione economica per l’intero continente. Ad oggi la Afcfta rappresenta un volume di mercato di circa 2.600 miliardi di dollari.

Nell’anno in corso, i programmi di cooperazione sono ben chiari e definiti e l’Africa avrà un’attenzione speciale da parte del Brics, con la presidenza di turno del Brasile, che coordinerà anche le attività del G20. Già allo scorso vertice sul clima di Nairobi, il presidente Lula aveva accolto le posizioni dell’Unione Africana su riduzione del debito e necessità di un’architettura finanziaria globale più inclusiva. Sul tavolo, però, non sono pochi i problemi da risolvere, fra cui diversi conflitti interni, e Paesi con un debito pubblico preoccupante. Secondo la Banca Regolamenti Svizzera, il debito estero è già arrivato al 30% del Pil, un terzo del quale è detenuto da banche commerciali, con titoli di debito per oltre 200 miliardi di dollari. Dopo i fallimenti in Ghana, Etiopia e Zambia, nove stati africani sono in profonda difficoltà, e una trentina ad alto rischio.

Africa dalle mille risorse

L’Africa costituisce circa il 18% della popolazione mondiale che, secondo le previsioni demografiche, salirà al 25% entro il 2050. Nella regione sub sahariana l’età media è di circa 20 anni. Il continente possiede il 30% delle risorse minerarie e il 60% delle terre coltivabili inutilizzate mondiali. Negli ultimi vent’anni l’asse delle esportazioni africane si è spostato verso Cina e India, con quote in calo per USA e UE.

Perciò è’ in atto la cosiddetta “grande corsa verso l’Africa”, ricordando quella dell’oro dei secoli passati. In quest’ottica i summit bilaterali con i paesi dell’Africa sono in aumento. Dopo di quelli con la Cina, con la Russia e con l’Italia, altri sono in programma con l’Arabia Saudita, la Gran Bretagna, la Francia, la Germania, la Corea del sud e l’India.

Per contrastare la crescente influenza cinese con la sua Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta, del valore di mille miliardi di dollari, l’Ue ha lanciato il proprio piano strategico d’investimenti, il Global Gateway, di cui la metà, pari a circa 150 miliardi di euro, è stata destinata al continente africano.

I leader africani sono consapevoli che questo crescente interesse è rivolto più alle materie prime che allo sviluppo del continente. Perciò si vuole dare più importanza ai rapporti con il Brics. Sempre più paesi dell’Africa ne vogliono far parte. Oggi ci sono Sud Africa, Egitto e Etiopia, ma vorrebbero aderire anche Nigeria, Senegal, Algeria, Repubblica Democratica del Congo e altri.

Tecnologia e sostenibilità

L’Africa è consapevole che il Brics concede ai Paesi del Global South la possibilità di articolare le proprie proposte e di fissare le proprie priorità, anche nei settori tecnologici. L’utilizzo delle monete locali nei commerci dovrebbe creare maggiore efficienza e risparmio. Il governo egiziano ha appena deciso l’utilizzo delle monete nazionali nei commerci come sua priorità programmatica. Una sperabile maggiore indipendenza finanziaria dovrebbe essere garantita da un sistema di pagamento panafricano che è stato sviluppato dall’Afreximbank, la banca export import nata con gli accordi Afcfta, cui le banche centrali dovrebbero aderire entro la fine del 2024 e le banche commerciali entro la fine del 2025.

Attraverso l’azione dell’Afcfta e dell’Unione africana i rapporti con il Brics diventeranno di natura collettiva, continentale. Si auspica che il Brics possa essere un efficace ombrello protettivo per i paesi africani nei confronti di chi ha eventuali intenti predatori. È una speranza per l’intero mondo se vero è che il nuovo ordine economico mondiale non può che essere fondato sul multilateralismo e su una nuova architettura finanziaria globale.

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