Egitto - Ad Alessandria torna la Biennale
- 3 set
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Assadakah News - Dopo dodici anni di assenza, la Biennale d’Arte di Alessandria d’Egitto tornerà a settembre 2026 con la sua ventisettesima edizione. Fondata nel 1955 sotto la presidenza di Gamal Abdel Nasser, è la più antica del continente africano e la terza al mondo dopo Venezia e San Paolo del Brasile.
A guidare il nuovo corso sarà l’artista e curatore Moataz Nasr, figura di spicco della scena culturale egiziana, che ha scelto come titolo “This Too Shall Pass” (“Anche questo passerà”), un invito alla resilienza e alla trasformazione.
L’edizione 2026 sarà dedicata agli artisti del bacino del Mediterraneo, con circa 50 partecipanti nella mostra principale e un ricco programma collaterale: performance, concerti, incontri pubblici e mostre satellite nei musei di Alessandria, con particolare attenzione ai giovani talenti egiziani. «La scena artistica in Egitto è come un lago rimasto fermo troppo a lungo. Vogliamo gettarci dentro una pietra e creare onde», ha dichiarato Nasr a The Art Newspaper.
Diversamente dalle edizioni precedenti, quasi interamente finanziate dallo Stato, la Biennale 2026 sarà sostenuta da una struttura ibrida pubblico-privata, in risposta sia alla difficile situazione economica del Paese sia alla volontà di garantire maggiore autonomia progettuale. Al fianco del Ministero della Cultura egiziano ci saranno investitori e promotori culturali già attivi sulla scena internazionale, come Mai Eldib, Ahmed Shaboury, Hisham ElKhazindar, Rasheed Kamel e l’architetta e storica Omniya Abdel Barr.
Gli spazi espositivi rifletteranno la vocazione storica di Alessandria come crocevia di saperi e culture: dall’Anfiteatro Romano alla Biblioteca di Alessandria, dalla Cittadella di Qaitbay a Fouad Street, una delle strade urbanisticamente più antiche al mondo, tracciata all’epoca di Alessandro Magno.
La Biennale nacque con l’obiettivo di essere un ponte culturale tra i Paesi del Mediterraneo, una dimensione che col tempo si era indebolita e che ora torna al centro della visione curatoriale. La ventisettesima edizione, pur mantenendo una solida base regionale, ospiterà anche una selezione di artisti internazionali, per riattivare gli scambi culturali e rilanciare l’immagine dell’Egitto sulla scena mondiale.
Moataz Nasr, che rappresentò l’Egitto alla Biennale di Venezia del 2017 e ha diretto per oltre quindici anni lo spazio indipendente Darb 1718 al Cairo (demolito nel 2024 per la costruzione di un’autostrada), non ha mai nascosto le proprie critiche al sistema artistico nazionale, da lui definito «provinciale» e «sottofinanziato». Oggi, chiamato a dirigere la Biennale, ha raccontato: «Quando il Ministero della Cultura mi ha proposto questo incarico mi hanno detto: Ti sei lamentato per anni. Ora è il tuo momento. Facci vedere come si fa».
(Foto Anfiteatro Romano di Alessandria – Wikimedia Commons – Licenza CC BY-SA 4.0)







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