Egitto - Al Sisi: “Israele fermi tutte le operazioni militari”
- 16 giu
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Assadakah Cairo - Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha ribadito la necessità di porre fine immediatamente alle operazioni militari condotte da Israele in tutta la regione, esprimendo il rifiuto dell'Egitto verso qualsiasi ulteriore escalation del conflitto. Lo ha dichiarato durante una telefonata con il presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Christodoulides, incentrata sugli sviluppi regionali. Al Sisi ha messo in guardia contro le gravi conseguenze umanitarie e geopolitiche della prosecuzione del conflitto: "La continuazione dell'attuale approccio infliggerà danni formidabili a tutti i popoli della regione, senza eccezione", ha affermato.

Il capo di Stato egiziano ha inoltre sottolineato la necessità che la comunità internazionale eserciti un ruolo più efficace nel promuovere comportamenti responsabili tra le parti coinvolte. Ha rinnovato l'invito a riprendere i negoziati tra Stati Uniti e Iran sotto l'egida del Sultanato dell'Oman, come via diplomatica per ridurre le tensioni. Al Sisi ha ribadito la posizione dell'Egitto in favore di un Medio Oriente privo di armi di distruzione di massa, che includa tutti gli Stati della regione. Infine, il leader egiziano ha sottolineato che una soluzione giusta e globale alla questione palestinese è la condizione essenziale per raggiungere una pace duratura: cessate il fuoco a Gaza, rilascio di ostaggi e detenuti, e creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale.
Per quanto riguarda l’Egitto, la situazione della regione ha conseguenze sul piano economico: la sterlina egiziana e la Borsa del Cairo hanno registrato oggi i livelli più bassi degli ultimi cinque anni, mentre si acuisce il conflitto tra Iran e Israele, alimentando i timori di una guerra regionale su vasta scala. Secondo i dati della Banca centrale egiziana, il dollaro statunitense ha guadagnato 84 piaster sulla valuta egiziana, toccando i 50,55 Egp in acquisto e i 50,69 Egp in vendita, ai massimi dal 7 maggio. Sul fronte borsistico, l'indice principale Egx30 è crollato del 4,6 per cento, chiudendo vicino ai 31.000 punti: si tratta della peggiore performance giornaliera dal 30 aprile 2024. L'indice EGX70 Sme ha perso il 5,2 per cento, fermandosi a quota 9.107, mentre l'EGX100 è sceso del 5 per cento a 12.403 punti. Il calo è stato aggravato dall'interruzione delle forniture di gas naturale alle industrie locali a causa della sospensione dell'esportazione di gas israeliano verso l'Egitto.
Le autorità egiziane hanno annunciato lo stop temporaneo, per almeno 14 giorni, del pompaggio di mazut e diesel alle fabbriche che utilizzano questi combustibili, tra cui
impianti alimentari e cementifici, per garantire circa 8.000 tonnellate di combustibile al giorno alle centrali elettriche, in attesa di nuovi arrivi di gas liquefatto importato. Nel contesto della crisi, il governo egiziano ha annunciato anche il rinvio dell'apertura ufficiale del Grande Museo Egizio, inizialmente prevista per il 3 luglio, al quarto trimestre del 2025. Le autorità hanno motivato la decisione con "la situazione critica della sicurezza regionale" a seguito dell'escalation militare tra Teheran e Tel Aviv.







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