top of page

Egitto - Turismo incontrollato minaccia Ras Hankorab

  • 22 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

Assadakah Cairo - Nelle acque cristalline di Ras Hankorab, sulla costa egiziana del Mar Rosso, le tartarughe verdi, specie in via di estinzione, nuotano ancora tra i bagnanti. Ma su questo santuario naturale incombe l'ombra dello sviluppo del turismo di massa. A circa 850 km a sud-est del Cairo, questa distesa di spiaggia integrata nel parco nazionale di Wadi al-Gemal costituisce un scrigno di biodiversità "che ospita ecosistemi magnifici e diversificati, alcuni dei quali rischiano l’estinzione", sottolinea Mahmoud Hanafy, professore di biologia marina e consigliere del governatorato.

ree

A marzo, la comparsa di escavatori sulla sabbia ha suscitato una levata di scudi: i dipendenti della riserva e gli ambientalisti hanno lanciato una petizione per "salvare Hankorab", firmata da migliaia di internauti. Due attivisti, sotto copertura di anonimato, hanno rivelato di aver avuto accesso a un contratto di usufrutto stipulato tra un'azienda privata e un ente governativo non facente capo al ministero, relativo alla costruzione di un complesso turistico in quella zona.

Sotto la pressione del ministero dell'Ambiente, responsabile della gestione del sito, i lavori sono stati sospesi. Le preoccupazioni però persistono: i ricorsi di una parlamentare sono rimasti lettera morta e i dipendenti affermano che i progetti non sono stati ufficialmente abbandonati. Nel frattempo, la vita marina continua: nelle acque azzurre, le tartarughe incrociano razze aquile e dugonghi, che nuotano in un mosaico corallino dai colori vivaci.

L'ecosistema è "tra i più resistenti al cambiamento climatico al mondo", sottolinea Hanafy, citando studi sulla tolleranza al calore delle barriere coralline del Mar Rosso.

Durante la stagione della nidificazione, le tartarughe continuano a deporre le uova su una spiaggia risparmiata dalla luce artificiale. "Solo alcuni tipi di sviluppo turistico possono essere adatti a una spiaggia come questa", avverte Hanafy, evocando i pericoli del sovraffollamento, del rumore e dell'illuminazione notturna.

L'Egitto, impantanato in una crisi economica, punta sui suoi 3.000 chilometri di costa sul Mar Rosso e sul Mediterraneo per attirare valuta estera.

Nel 2024, un accordo da 35 miliardi di dollari con gli Emirati Arabi Uniti per lo sviluppo di Ras al-Hekma, sul Mediterraneo, ha offerto una tregua finanziaria. Da allora, sono allo studio altri progetti simili che coinvolgono gli alleati del Golfo.

ree

A luglio, il presidente Abdel Fattah al-Sissi ha assegnato 174.400 chilometri quadrati di terreni sul Mar Rosso al ministero delle Finanze per "ridurre il debito pubblico".

In questa regione, il turismo è il principale motore economico. Le autorità vogliono raddoppiare il numero di visitatori entro il 2028, puntando a 30 milioni di turisti all'anno.

Già nel 2019, l'UNDP avvertiva che "lo sviluppo del turismo in Egitto, fino ad ora, è avvenuto in gran parte a scapito dell'ambiente". Nel corso degli anni, la proliferazione di complessi alberghieri ad alto consumo energetico ha alterato gli ecosistemi costieri e allontanato le comunità locali. "L'obiettivo sembra essere quello di massimizzare i profitti derivanti dalle riserve, il che mi preoccupa perché li stiamo distruggendo", deplora l'avvocato ambientalista Ahmed al-Seidi. Un approccio che, secondo lui, viola la legge del 2003 che classifica Wadi al-Gemal come zona protetta. Per Ras Hankorab, la controversia è di natura giuridica secondo Hanafy: "l'azienda ha firmato un contratto con un ente governativo diverso da quello responsabile della gestione della riserva".

La deputata Maha Abdel Nasser ha interpellato al riguardo il Ministero dell'Ambiente e l'ufficio del Primo Ministro. Ad oggi non è stata data alcuna risposta. Durante una riunione con rappresentanti politici ed ambientalisti, ha dichiarato di non essere riuscita a identificare chiaramente l'azienda promotrice del progetto. Ma se l'interruzione dei lavori è, secondo la deputata, un sollievo, "nulla garantisce ciò che potrebbe accadere in futuro".

Sul posto, un cancello nuovo di zecca con la scritta "Ras Hankorab" troneggia all'ingresso della spiaggia. E mentre diverse spiagge turistiche sul Mar Rosso sono a pagamento, il prezzo d'ingresso per accedere a quella di Ras Hankorab è quintuplicato, raggiungendo le 300 lire egiziane (circa 5 euro), senza che si sappia chi vende i biglietti.

Un dipendente assunto a marzo per lavorare sulla spiaggia spiega che i "pochi ombrelloni e i servizi igienici inutilizzabili" di prima hanno lasciato il posto a strutture più moderne, sedie a sdraio e ombrelloni di paglia. E secondo lui, presto dovrebbe aprire anche un bar-ristorante.

Commenti


bottom of page