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Gaza - Bombe, missili e fame: doppia aggressione

  • 20 lug
  • Tempo di lettura: 3 min
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Issam Al Halabi (Assadakah News Libano) -

Come l’occupazione israeliana usa insieme fame e bombardamenti per sterminare i civili nella Striscia


Gaza, assediata da anni, sta vivendo oggi una guerra che va oltre bombe e missili. È una guerra i cui colpi non sempre fanno rumore, ma uccidono con maggiore crudeltà: è la guerra dell’assedio e della fame. Mentre piovono bombe dal cielo, l’occupazione israeliana stringe la Striscia da terra, mare e aria, bloccando cibo, medicine e acqua, e trasformando la fame in un’arma silenziosa di sterminio collettivo.

L’assedio è diventato un’arma di guerra: uccide lentamente chi è sopravvissuto alle esplosioni.

 

L’assedio... il soffocamento quotidiano della vita

 

Dallo scorso ottobre, Israele ha rafforzato la stretta su Gaza, interrompendo ogni via di approvvigionamento alimentare e sanitario. I convogli umanitari possono entrare solo secondo condizioni rigidissime, spesso vengono del tutto bloccati. Beni di prima necessità come farina, latte e acqua potabile sono diventati rari, trasformandosi in beni di lusso accessibili solo a pochi.

 

Per strada, bambini in cerca di briciole di pane, madri che fanno bollire acqua con foglie d’albero per sfamare i propri figli nei campi profughi, un solo pasto ogni due giorni è diventato realtà.

L’assedio non blocca solo le merci, ma imprigiona anche la speranza.

 

La fame... l’altra faccia dell’aggressione

 

La fame a Gaza non è una conseguenza inevitabile della guerra. È una politica deliberata dell’occupazione israeliana. Quando il cibo viene negato di proposito, i valichi chiusi, i magazzini umanitari bombardati: la carestia diventa una decisione strategica.

Ci sono bambini che smettono di crescere, altri che svengono per malnutrizione. Il personale medico riferisce di casi di collasso fisico totale in bambini di quattro anni, neonati senza latte negli ospedali ormai privi di alimenti terapeutici.

Anziani e malati sono i più vulnerabili: chi non muore di fame muore per mancanza di medicinali per la pressione, il diabete o anche solo per l’assenza di garze per fermare un’emorragia.

 

I bombardamenti non risparmiano nessuno

 

Mentre alcuni muoiono di fame, altri vengono sepolti sotto le macerie. L’aviazione israeliana non esita a bombardare campi profughi, scuole, centri di distribuzione alimentare, ospedali e squadre mediche.

In un raid, è stato colpito un punto di distribuzione d’acqua: due bambini sono stati uccisi mentre portavano piccole bottiglie. In un altro attacco, è stato distrutto un camion di aiuti diretti a un ospedale nel nord della Striscia. Neppure le tende che accolgono i sopravvissuti sono state risparmiate.

Le vittime non sono numeri. Sono volti, sogni, urla mai ascoltate. Una bambina che ha perso la madre sotto le bombe, è morta giorni dopo per la fame. Un anziano è sopravvissuto a un raid, ma è spirato davanti a un ospedale chiuso per i bombardamenti.

 

Sanità al collasso... morte lenta

 

Gli ospedali di Gaza, che a malapena resistevano sotto l’assedio ordinario, oggi sono completamente paralizzati. Alcuni sono fuori servizio a causa dei bombardamenti, gli altri senza elettricità, carburante, attrezzature o medicinali.

Niente letti, niente farmaci, niente rianimatori. I medici combattono la morte a mani nude, costretti a scegliere chi salvare e chi lasciar morire.

Anche l’acqua negli ospedali è contaminata o del tutto assente. Le infezioni dilagano. Gli interventi chirurgici si fanno senza anestesia. I feriti restano ore, a volte giorni, a terra in attesa.

Questo collasso non è frutto del caso, ma risultato diretto dell’assedio, della fame e dell’attacco sistematico al sistema sanitario.

 

Un crimine senza testimoni... né giustizia

 

Quanto accade oggi a Gaza va oltre le guerre convenzionali: è un’aggressione totale che impiega strumenti moderni di sterminio. Negare il cibo, l’acqua, le cure, il rifugio e la vita è un crimine.

E tutto avviene sotto gli occhi del mondo, in un silenzio internazionale vergognoso. Nessuna commissione d’inchiesta, nessun cessate il fuoco immediato, nessuna vera pressione sull’occupante. Nessuna giustizia da parte di tribunali o organismi internazionali.

Nell’era dell’immagine, la fame uccide in silenzio.

 

Gaza sotto due lame

 

A Gaza, la morte non viene solo dal cielo, ma da ogni direzione. La fame scava nello stomaco, le bombe abbattono i tetti, e il mondo gira lo sguardo altrove.

Qui non c’è spazio per parlare di ricostruzione, né di soluzioni politiche. C’è solo una domanda:

Chi sopravviverà per primo? Chi morirà oggi? Chi aspetta il proprio turno domani?

Una domanda che resta ancora senza risposta per i bambini, le donne e gli anziani di Gaza.

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