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Gaza - Denuncia di Reporters Sans Frontieres

Assadakah News Agency - Reporter Senza Frontiere (RSF) ha presentato una denuncia per crimini di guerra commessi contro giornalisti palestinesi a Gaza, la terza denuncia di questo tipo dal 2018, e contro un giornalista israeliano. Questi reporter sono stati vittime di attacchi equivalenti come minimo a crimini di guerra che giustificano un'indagine da parte del procuratore della Corte Penale Internazionale.

Intanto, la situazione continua ad essere tragica nella Striscia di Gaza, sottoposta a bombardamenti sempre più intensi, che hanno causato già circa 8.000 morti e diverse migliaia di feriti, in particolare fra donne e bambini. L’esercito israeliano sta chiudendo Gaza City da tre lati, nord, centro e sud.

Lo ha riferito la radio pubblica Kan, aggiungendo che l'accerchiamento avviene nella politica di approfondimento dell'offensiva di terra. I militari, ha precisato, sono impegnati nella ricerca di postazioni di Hamas e nella eliminazione dei miliziani. Il portavoce Daniel Hagari rferisce che l'esercito è attestato ai bordi della città.

Secondo le ultime informazioni, è stato aperto il valico di Rafah al confine egiziano, per procedere alla evacuazione di un certo numero di feriti e dei cittadini stranieri. Sono passate in Egitto circa 450 cittadini stranieri, fra cui anche diversi italiani (Jacopo Intin del Ciss, Laura Canali, Maya Papotti di Action Against Hunger, Giuditta Brattini di Gazzella Onlus, Stefania Rigotto di Unrwa, Minerva El Nagar, i palestinesi con residenza italiana Rafif, Sara ed Elias Bolbol), ed è stato deciso che seguirà l’evacuazione di 88 feriti gravi e poi gli stranieri, 500 al giorno. Sono 7mila i palestinesi con doppia cittadinanza a Gaza, con l'Egitto che deve approvare l'elenco di tutte le persone pronte a lasciare la Striscia, in attesa dall'alto lato del confine prima che possano iniziare a muoversi.

Pare che nei pressi di Jabalia, durante una incursione, gli israeliani abbiano ucciso uno dei capi di Hamas e che vi sia stata una breve battaglia in cui sono morti una cinquantina di civili e sette degli ostaggi (di cui tre stranieri) in mano a Hamas, che probabilmente erano l’obiettivo dell’attacco. Intanto pare che dagli USA siano arrivati in Israele alcuni reparti della Delta Force e dei Navy Seals, per coordinare nuovi tentativi di liberazione degli ostaggi.

Procedono i negoziati con la mediazione del Qatar per la liberazione del maggior numero di ostaggi e pare che l’accordo sia stato trovato, mentre l’Unicef denuncia il dramma dei campi profughi, trasformati in un cimitero di bambini.

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