Gaza - Una donna per la rinascita
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Roberto Roggero* - Un nome importante sta cominciando a circolare per quello che potrebbe essere un incarico di alta responsabilità per la rinascita della Striscia di Gaza, e ancora più significativo perché si tratta di una donna, Faten Harb, attivista palestinese che potrebbe far pare di un comitato composto da tecnici ed esperti internazionali nel futuro governo a interim. Prima donna ad essere onorata con il titolo di “Mukhtara”, ovvero riconosciuta autorità della comunità palestinese, termine che letteralmente significa “scelta” e in genere assegnato ai capi villaggio o di una “Mahalla”, località abitata, con autorità di mediazione per le questioni fra autorità e popolazione o fra la popolazione stessa.

“Riconosco che in questi due anni ho avuto un ruolo importante nella risoluzione di diversi problemi interni, e ciò mi sarebbe realmente utile in una prossima fase in cui dovessi entrare a far parte del Comitato. Certamente se mi si chiedesse di farne parte, la mia disponibilità sarebbe assicurata. Al momento però non ho ricevuto alcuna richiesta ufficiale. Sicuramente, in seguito all’accordo raggiunto tra Fatah e Hamas, questo comitato dovrebbe essere al di sopra di appartenenze politiche, ovvero uno staff di professionisti indipendenti dalla politica. Di certo è necessario recuperare la fiducia del nostro popolo”.
Il problema sarà definire chi avrà l’ultima parola per la formazione di questo comitato. Egitto, Israele, Stati Uniti o la leadership palestinese o, come ci si augura, la stessa popolazione palestinese, che ne ha tutto il diritto, pur con il supporto di chi ha sostenuto la tregua, anche se diversi analisti hanno espresso dubbi sul fatto che questo organismo posa essere solo una fase di transizione fra un potere politico e un altro. Di certo dovrà essere un ente che dovrà operare entro la cornice dell’Autorità Palestinese, che di fatto è l’unico organismo ufficialmente riconosciuto per quanto riguarda la Palestina.
“La situazione a Gaza è ancora drammatica - prosegue Faten Harb - ma abbiamo la capacità ci creare un organismo che riduca la distanza fra Autorità Palestinese e popolo palestinese. Le priorità, a livello concreto, non sono poche, in primis il poter vivere con dignità la propria vita, quella dignità della quale i palestinesi sono stati provati per troppo tempo, ma dal momento che nella Striscia manca praticamente tutto, dobbiamo garantire un tetto a chi non ha più casa, con acqua ed energia elettrica. Per sgomberare i cumuli di macerie potrebbero essere necessari almeno sei mesi e rendere nuovamente praticabili le strade, quindi pensare alla vera e propria ricostruzione. Abbiamo un disperato bisogno di coesione sociale, ovvero bisogno di riunire le famiglie ancora divise fra le varie zone della Striscia. Abbiamo vissuto due anni di completa assenza di giustizia, mancano le strutture per poter esercitare la legge, mancano i tribunali, per cui è necessario trovare una chiave unificatrice per fare in modo che le nostre tradizioni con cui abbiamo sempre amministrato la giustizia, non siano separate dalla legge in vigore. Perché questo comitato possa fare il proprio lavoro, con la giusta credibilità e integrità, abbiamo bisogno del supporto di tutti, sia dell’Autorità Nazionale Palestinese, sia dei Paesi arabi ed europei che sostengono la nostra causa. E soprattutto mi auguro che le donne palestinesi ottengano il giusto riconoscimento, non solo a livello sociale ma anche politico, perché hanno pagato un prezzo altissimo e sono simbolo di resilienza, resistenza, determinazione e volontà”.
(*Direttore responsabile Assadakah News)







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