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Gerusalemme – Risale la tensione alla Spianata delle Moschee

Assadakah Beirut - Torna la tensione a Gerusalemme Est, in particolare alla Spianata delle Moschee, riaperta dopo 20 giorni. Il WAQF, l’organizzazione islamica giordana che ha l’autorità religiosa sull’area, ha affermato che le forze di sicurezza israeliane hanno disperso con la forza i alcuni fedeli impegnati nella preghiera del mattino, per scortare 50 coloni ebrei al Monte del Tempio. L’Autorità Nazionale Palestinese ha reagito con rabbia all’accaduto, accusando Israele di voler fomentare nuove tensioni, dopo che ai violenti scontri tra palestinesi e polizia israeliana avvenuti alla fine del Ramadan era seguito un nuovo confronto militare tra lo Stato ebraico e Hamas, nella striscia di Gaza.

Il WAQF ha riferito che, prima di scortare i 50 coloni ebrei, le forze di sicurezza israeliane hanno attaccato con l’uso della forza bruta i fedeli musulmani raccolti in preghiera all’alba.

Alcuni palestinesi sono stati aggrediti e malmenati. Secondo l’agenzia stampa palestinese Wafa, i musulmani arrestati sono almeno sei, tra i quali Fadi Alyan, guardiano della Moschea di Al-Aqsa che stava tentando di filmare l’accaduto, e Ali Wazouz dipendente del WAQF.

La polizia israeliana ha quindi chiuso ai palestinesi di età inferiore ai 45 anni l’accesso alla Spianata, ha disperso i giovani presenti e ha chiesto ai cittadini arabi che intendevano entrare di lasciare il documento di identità, una volta appurato che fossero abbastanza anziani. Il portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, ha spiegato all’Associated Press che l’area è stata aperta per “visite regolari” e che le forze dell’ordine l’hanno messa in sicurezza per “prevenire incidenti”.

Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen, ha avvertito che “l’attuale assedio israeliano del quartiere di Sheikh Jarrah”, dove alcune famiglie arabe sono a rischio sfratto per far posto a coloni ebrei, e “i continui raid nel complesso della Moschea di Al-Aqsa potrebbero far tornare una situazione di escalation e tensioni”.

Il portavoce di Abu Mazen, ha poi accusato Israele di sabotare gli sforzi per la pace di Stati Uniti ed Egitto e di “portare avanti una politica di escalation e provocazioni”, che “favorisce gli estremisti”, in quello che appare come un riferimento alla divisione interna fra Hamas Al Fatah, la fazione palestinese che amministra la Cisgiordania.

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