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L’Iraq non è guerra ma culla della civiltà


Talal Khrais, Baghdad - In Occidente quando si parla dell’Iraq si pensa subito ad un Paese in guerra. La verità il Paese è in guerra contro il terrorismo dello Stato dell’Iraq e del Levante ISIS, come lo è tutto il Mondo, ma per fortuna riesce a combatterlo in un territorio lontano dalle grande città. L’Iraq ha pagato un prezzo enorme contro il terrorismo anche grazie all’assistenza dell’Italia, rimasta sempre al fianco del Paese amico.

Oggi il turismo ritorna in questo Paese meraviglioso, terra di tutti Santi e Profeti. La civiltà babilonese ed è fonte inesauribile di storia e cultura, settore in cui l'Italia sta dando una mano importante a Bagdad: uno scavo 'tricolore' ha riportato alla luce 500 siti archeologici nella regione del Kurdistan iracheno. Questo lavoro straordinaria può aiutare a ricomporre l'evoluzione sociale, tecnica e politica, di una gigantesca area di più di tremila chilometri quadrati. I siti coprono un lasso di tempo di 10.000 anni, dall'8000 a.C. ai giorni nostri, ovvero dagli albori della civiltà babilonese fino alla fine dell'impero Ottomano. Parlare dell’Iraq senza conoscere la sua storia è difficile purtroppo perché le nuove generazioni non ricordano nemmeno la storia del loro Paese. L'antica Mesopotamia, il territorio dell'attuale Iraq fu sede delle grandi civiltà dell'antico Oriente. Conquistato dagli Arabi nel 7° secolo d.C., fece parte per secoli ‒ dal 16° al 20° ‒ dell'Impero ottomano e divenne indipendente nel 1932. Governato da Saddam Hussein tra il 1979 e il 2004, è stato al centro di alcuni tra i più complessi sviluppi della politica internazionale degli ultimi anni.


Dalle origini alla conquista ottomana - Il territorio dell'Iraq odierno corrisponde in gran parte all'antica Mesopotamia e fu sede, tra il 4° millennio e il 6° secolo a.C., delle civiltà dei Sumeri, degli Accadi, degli Assiri e dei Babilonesi. Fu in seguito dominato dai Persiani (6°- 4° secolo), da Alessandro Magno (4° secolo), dai Seleucidi (4°-3° secolo) e quindi dai Parti (3°-2° secolo), che ne contesero il controllo ai Romani. Sottomesso ai Persiani della dinastia sasanide dal 3° secolo d.C., fu infine conquistato dagli Arabi nel 7° secolo d.C. e islamizzato.

Nell'8° secolo Baghdad divenne la capitale del califfato abbaside e la Mesopotamia attraversò un periodo di grande splendore. Nel 10° secolo, tuttavia, iniziò una fase di decadenza. Verso la metà del 13° secolo l'invasione dei Mongoli segnò la fine della dinastia abbaside. Seguì un periodo di grave crisi segnato da continue invasioni straniere, che ebbe termine nel 1534-36 quando i Turchi di Soliman il Magnifico conquistarono Baghdad e integrarono la regione nell'Impero ottomano. L'indipendenza dopo il dominio ottomano - Nei secoli successivi il controllo imperiale rimase debole e la Mesopotamia fu esposta alle incursioni dei Beduini e al parziale dominio di altre potenze, tra cui quelle dei Persiani e dei Mamelucchi.


Faisal I a Versailles. Alle sue spalle a sinistra, il celebre colonnello Lawrence d'Arabia


Nel corso della seconda metà dell'Ottocento, quando ebbe inizio la penetrazione europea, il potere imperiale nella regione tornò per breve tempo a consolidarsi. Pochi decenni più tardi, però, il paese fu occupato dai Britannici durante il primo conflitto mondiale (1914-18) e, dopo la sconfitta dell'Impero ottomano, fu posto nel 1920 sotto l'amministrazione della Gran Bretagna. L'Iraq divenne nel 1921 una monarchia costituzionale sotto il re Faisal I.

I Britannici mantennero il mandato sino al 1932, quando l'Iraq divenne indipendente. Dopo quella data, tuttavia, essi continuarono a esercitare un forte controllo, anche militare, sul paese. Alla morte di Faisal I nel 1933. Membro della Lega araba dal 1945, l'Iraq si avvicinò progressivamente agli Stati Uniti.

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