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Parlamento Arabo - Chi è il nuovo Presidente

  • 23 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

Fouad Nasr (Assadakah Dubai) - Mohammed bin Ahmed Al Yamahi è il nuovo Presidente del Parlamento arabo. Ha ottenuto questa carica durante la prima sessione procedurale della quarta legislatura, tenutasi presso la sede del Segretariato Generale della Lega degli Stati Arabi al Cairo il 26 ottobre 2024.

Mohammed Al Yamahi è di nazionalità emiratina, e in precedenza ha ricoperto la carica di vice-presidente, dal 2020 al 2022. E’ stato membro del Consiglio Nazionale Federale degli Emirati Arabi Uniti (2019-2023 e 2015-2019), nonché membro della Federazione delle Camere di Commercio degli Emirati Arabi Uniti; Primo Vicepresidente della Camera di Commercio e Industria di Fujairah; membro del Parlamento arabo (dal 2016) e del Consiglio Globale per la Tolleranza e la Pace dal 2017), ed ex ufficiale delle forze armate con il grado di colonnello.

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Fra le sue dichiarazioni più importanti, ha espresso il suo impegno a rafforzare la posizione del Parlamento arabo e a guidare una diplomazia parlamentare moderna e avanzata. Inoltre ha sottolineato l'importanza della cooperazione e della solidarietà tra i membri del Parlamento arabo per servire gli interessi del popolo arabo, e ha affermato che la causa palestinese rimarrà la priorità assoluta per il Parlamento arabo.

Sostiene che l'approvazione del piano E1 da parte dell'entità occupante israeliana è una dichiarazione di guerra alla soluzione dei due Stati, e ha condannato "nei termini più forti l'approvazione da parte dell'entità occupante israeliana di procedere con tale progetto, sottolineando che "questo passo rappresenta una pericolosa escalation e un grave crimine di insediamento ai sensi del diritto internazionale e delle risoluzioni di legittimità internazionale, in particolare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che criminalizzano gli insediamenti e li considerano illegali. Inoltre rivela chiaramente il vero volto dell'entità occupante: una potenza coloniale razzista che viola tutte le leggi e le norme internazionali".

Ha sottolineato che "questo piano implica la completa eliminazione di ogni possibilità di attuare la soluzione dei due Stati e rappresenta un'esplicita dichiarazione volta a indebolire gli sforzi dei mediatori per concludere un accordo di cessate il fuoco, porre fine alla guerra e facilitare il flusso di aiuti per alleviare le sofferenze del popolo palestinese. Porterà inoltre a un'escalation senza precedenti nella regione e darà inizio a un nuovo ciclo di violenza e instabilità, di cui l'entità occupante e il suo governo estremista hanno la piena responsabilità".

Ahmed Al Yamahi ha invitato la comunità internazionale, in primo luogo il Consiglio di Sicurezza e le Nazioni Unite, ad "assumersi le proprie responsabilità legali, morali e umanitarie e ad adottare misure immediate e decisive per fermare questo pericoloso piano coloniale e imporre sanzioni deterrenti alla potenza occupante, considerando che l'attività di insediamento è un crimine di guerra non soggetto a prescrizione". Ha poi ribadito che "il Parlamento arabo continuerà i suoi sforzi a tutti i livelli parlamentari e internazionali per denunciare queste politiche coloniali, mobilitare il riconoscimento internazionale dello Stato palestinese e sostenere la fermezza del popolo palestinese finché non otterrà i suoi pieni diritti legittimi, primo tra tutti uno Stato indipendente con Gerusalemme come capitale".

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