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ONU - Riunione di emergenza sulla Questione Palestinese

  • 28 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Roberto Roggero* - L’Arabia Saudita, con il sostegno della Lega Araba, e la cooperazione della Francia, hanno ripetutamente chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una riunione di emergenza per affrontare la Questione Palestinese.

La conferenza ha avuto inizio oggi, 28 luglio, e si concluderà il 30 luglio, con oltre un mese di ritardo sul programma prestabilito, in particolare per le continue pressioni di USA e Israele, che continuano a boicottare l’iniziativa.

All’ONU si affronta il necessario riconoscimento dello Stato di Palestina, fra le divisioni della comunità internazionale, mentre sottoposto a pressioni da tutto il mondo, il governo israeliano ha cominciato a fare entrare aiuti alimentari a Gaza con il contagocce.

La conferenza era stata annunciata oltre due mesi fa, a fine maggio, e si sarebbe dovuta svolgere a metà giugno, ma nel frattempo Israele ha attaccato la Repubblica Islamica dell’Iran e tutto è stato rimandato. All’ordine del giorno, quindi, la Soluzione a due Stati, per dare una spinta sostanziale alla ricomposizione politica della questione.

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Fra gli argomenti in discussione, la riforma dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) che, operando come organismo ad interim per il governo ufficiale dello Stato Palestinese, gestisce quello che rimane dei territori. Inoltre, la smilitarizzazione di Hamas con esclusione dalle funzioni politiche, e infine normalizzazione dei rapporti diplomatici fra Israele e gli Stati arabi della regione.

Lo scorso giovedì 24 luglio, con una mossa che destato non poco scalpore, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che a settembre la Francia riconoscerà formalmente lo Stato di Palestina, e sarà il primo Paese G7 a farlo da quando, nel 1988, la leadership palestinese in esilio proclamò la nascita dello Stato. Per il ministro degli Esteri, Joel Noel Barrot, la prospettiva di uno Stato palestinese non è mai stata così minacciata, e così necessaria. Una opportunità unica per fare funzionare finalmente il diritto internazionale, e dimostrare la volontà di mettere fine all’occupazione illegale israeliana e al conflitto, come ha dichiarato l’ambasciatore palestinese all’ONNU, Riyad Mansour, chiedendo alla comunità degli Stati membri, un atto di coraggio.

Verrà discusso un cessate il fuoco immediato e duraturo e la fine del blocco illegale imposto da Tel Aviv ai palestinesi di Gaza e Cisgiordania, tenendo presente che Israele non è al di sopra della legge e la responsabilità è una priorità.

Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega Araba
Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega Araba

Tel Aviv e i suoi alleati non hanno preso bene la richiesta di Arabia Saudita e Francia, tanto che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, (oggetto di un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale per genocidio, crimini di guerr e criini contro l’umanità) è “un regalo ai terroristi”, mentre il presidente americano Trump ha definito Macron “ininfluente”.

A sostegno di Riyadh e Parigi c’è anche la Germania, mentre a Londra il primo ministro britannico, Keir Starmer, è messo sotto pressione perché segua l’esempio della Francia.

Tanto per essere coerenti, il governo italiano si schiera sull’ambiguità dell’equilibrismo politico, sostenendo che riconoscere uno Stato palestinese che non esiste sulla cartina sia controproducente. Non c’è limite alla vergogna e al servilismo.

Attualmente, 147 Stati membri dell’Onu riconoscono la Palestina, su un totale di 193, fra cui 11 Paesi dell’Unione Europea, ma nessuno del G7.

Di fatto, la spinta di Macron potrebbe trascinare altri Paesi a riconoscere la Palestina, aumentando la pressione diplomatica per la fine della guerra e della Questione Palestinese.

Alla conferenza partecipa anche il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit,

La segreteria generale ha dichiarato che la Lega Araba partecipa a questa conferenza in qualità di co-presidente con l'Unione Europea del Gruppo di Lavoro 8 della conferenza, che si occupa degli sforzi della Giornata della Pace e sta lavorando per formulare un pacchetto completo di sostegno politico, economico e di sicurezza per lo Stato palestinese nel quadro della soluzione dei due Stati. Alla conferenza parteciperanno un gran numero di Stati membri delle Nazioni Unite, organizzazioni internazionali e regionali, organismi specializzati delle Nazioni Unite e organizzazioni della società civile.

(*Direttore responsabile Assadakah News)

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