Redazione Assadakah - Il ministro palestinese e membro del Comitato Esecutivo dell'OLP, Ahmad Majdalani (foto), ha accolto favorevolmente il piano proposto da Italia e Spagna per la soluzione della crisi palestinese e ha dichiarato che il proprio governo ha intenzione di esaminare con la massima serietà il documento, poiché l'Italia e la Spagna hanno dimostrato di avere posizioni coerenti riguardo al problema in questione.
Di certo le relazioni fra Europa e Palestina hanno conosciuto tempo migliori, mentre da Bruxelles giunge una critica per la sospensione delle elezioni in programma, con richiesta di un'indagine ufficiale per la morte dell'attivista Nizar Banat.
Da Ramallah, invece, giunge un incitamento perché la UE occupi un ruolo determinante, ed è cosa comprensibile dal momento che, storicamente, i palestinesi hanno sempre avuto un alleato nella UE che presso le varie amministrazioni americane.
"I 30 anni dalla Conferenza di Madrid possono essere un incentivo per concludere ciò che gli europei hanno iniziato allora", dice Majdalani. A Ramallah confermano che la proposta Di Maio-Gonzalez, potrebbe essere presentata ufficialmente durante una missione programmata per fine luglio.
Una condivisione che pare invece non abbia raggiunto Israele: il ministro degli Esteri, Yair Lapid, avrebbe appreso dell'iniziativa solo giungendo a Roma domenica. Nell'incontro con Di Maio si è parlato della possibile missione in Israele. Per il resto, no comment dalle autorità israeliane, concentrate su altri fronti: Lapid è in partenza oggi per Abu Dhabi per la prima storica visita dagli Accordi di Abramo. L'ufficio del premier neoeletto Bennett conferma che è in preparazione il primo vertice con Biden a Washington a luglio. L'ambasciatore Avi Granot, alle spalle una lunga carriera nella diplomazia israeliana, sembra scettico su quella che potrebbe essere "un'iniziativa tra molte altre". Ma Israele vede nell'Ue un interlocutore? "L'Europa sente di essere solo uno scalo sulla via per Washington. Israele non crede che l'Ue capisca fino in fondo la questione mediorientale: quando per esempio ci condanna perché combattiamo contro Hamas - mentre non c'è uno Stato europeo che accetterebbe un solo razzo sul proprio territorio - non si guadagna credibilità come interlocutore".
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