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Palestina - Prigioni israeliane senza pietà

  • 18 giu
  • Tempo di lettura: 3 min
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Issam Al-Halabi (Assadakah News Libano) - Prigioni senza pietà: I prigionieri palestinesi nelle mani dell’occupazione… Dolore continuo dietro le sbarre.


Nelle celle oscure e sotto il dominio dell’occupazione israeliana, ogni giorno si raccontano storie di dolore e resistenza. Migliaia di palestinesi languono nelle carceri israeliane – uomini, donne e bambini – in condizioni descritte dalle organizzazioni per i diritti umani come “disumane”.

Attraverso questa inchiesta, monitoriamo e documentiamo la situazione dei detenuti nelle prigioni, con numeri e testimonianze, rivelando pratiche di repressione e tortura, in un contesto privo di una vera responsabilità internazionale.


Numeri che non mentono: i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane


Fino a maggio 2025, secondo i dati della Commissione per gli Affari dei Prigionieri, ci sono circa 5.150 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri dell’occupazione, così distribuiti:

Uomini: 4.400

Donne: 65, tra cui madri e malate

Minorenni: circa 160, alcuni con meno di 12 anni

Neonati in carcere: due casi documentati di detenute con i loro bambini nel carcere di Damon

Inoltre, più di 550 detenuti stanno scontando l’ergastolo, mentre circa 1.300 sono in detenzione amministrativa, senza accuse né processo, in chiara violazione del diritto umanitario internazionale.


Dentro i muri dell'oppressione: torture e violazioni


Tortura fisica sistematica

I detenuti subiscono molteplici forme di tortura, tra cui:

Posizionamento forzato in stressanti posizioni di contenzione per ore ("shabeh")

Percosse durante gli interrogatori

Privazione del sonno e del cibo

Spogliamenti forzati e dolorose restrizioni

Scosse elettriche

Negligenza medica intenzionale

Tortura psicologica a lungo termine

Isolamento prolungato per mesi

Minacce contro i familiari

Divieto di visite, libri e istruzione

Trasferimenti arbitrari e chiusura di sezioni carcerarie


Donne e bambini: l'anello più debole


Le detenute palestinesi nel carcere di Damon vivono in condizioni dure, tra denunce di maltrattamenti e mancanza di cure mediche, soprattutto per le incinte e le malate croniche.

Anche i bambini prigionieri vivono in condizioni simili: detenuti in centri speciali o talvolta insieme agli adulti, senza tutela legale o assistenza psicologica. Le testimonianze parlano di minacce, violenze e interrogatori duri.


Storie di madri e figli dietro il vetro


Dietro ogni detenuto c’è una famiglia che soffre:

Le visite familiari sono soggette a complesse misure di sicurezza

Molti parenti non riescono a vedere i propri cari per mesi o anni

Le madri e le mogli percorrono centinaia di chilometri in condizioni dure per una breve visita dietro un vetro, senza contatto umano

Molti bambini non hanno mai visto i loro padri fuori dal carcere


Casi simbolici


Walid Daqqa: morto nell’aprile 2024 a causa di un cancro non curato adeguatamente

Ahmad Manasra: arrestato all’età di 13 anni, oggi soffre di gravi disturbi psicologici

Nael Barghouti: ha trascorso oltre 44 anni in prigione, il periodo più lungo nella storia palestinese


Dossier irrisolti - Detenzione amministrativa


Strumento repressivo che consente all’occupazione di arrestare senza processo, rinnovando la detenzione ogni pochi mesi, mantenendo famiglie e detenuti in uno stato di incertezza e stress continui.


Negligenza medica


Circa 700 prigionieri soffrono di malattie croniche, di cui decine in condizioni gravi, senza cure adeguate. Alcuni sono morti per mancanza di assistenza.


Irruzioni nelle carceri


Unità speciali come la Metsada compiono irruzioni improvvise, con uso eccessivo della forza, confisca di oggetti personali e punizioni collettive.


Una causa aperta alla lotta e alla responsabilità


Nonostante tutto, i prigionieri palestinesi continuano a resistere con la forza del sapere, degli scioperi e della rivendicazione dei loro diritti.

Con il continuo silenzio internazionale e la complicità di alcune parti, la protezione dei prigionieri palestinesi rimane una responsabilità legale ed etica che il mondo non può ignorare.

Nota: Questa inchiesta si basa su dati aggiornati provenienti dalla Commissione per gli Affari dei Prigionieri, il Club dei Prigionieri e organizzazioni per i diritti umani, oltre a testimonianze di ex detenuti e rapporti documentati fino a maggio 2025.


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