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Palestina - Una lunga lista di crimini israeliani

Lorenzo Utile - Diverse associazioni internazionali umanitarie, ufficialmente riconsciute e non, hanno pubblicato una lista dei crimini delle forze di occupazione israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, compiute dallo scatenarsi degli scontri lo scorso 7 ottobre.

Israele sta commettendo crimini di guerra per la conquista e la pulizia etnica di Gaza mentre, allo stesso tempo, pratica tattiche simili in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, in violazione dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale che prevede accuse di genocidio, a partire dalla imposizione di un assedio, privando totalmente gli abitanti di Gaza di elettricità, acqua, medicinali, cibo e carburante, e inasprendo ancora di più il blocco esistente da 16 anni.

Ci sono prove inoppugnabili dell’acquisto di 10mila fucili da parte dell’esercito israeliano, che sono stati distribuiti ai coloni degli insediamenti illegali. In numerosi casi, è stato accertato l’omicidio volontario, tortura e trattamenti inumani con gravi sofferenze psicologiche che, ogni notte, senza elettricità, provano paura per la propria vita mentre continuano i bombardamenti. Ne risentono in particolare i più giovani, i bambini, con grandi sofferenze e gravi lesioni al corpo e alla salute, a livello psicologico, emotivo o comportamentale e traumi di vario genere.

Sono molti gli articoli delle norme di diritto internazionale e rispetto dei diritti umani che Israele continua impunemente a ignorare, comprese le ripetute Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU, in particolare sulla detenzione preventiva, anche di minori.

Nel 2022 molte organizzazioni umanitarie hanno evidenziato un crescente numero di pensieri suicidi nei bambini palestinesi. Sebbene questi modelli siano stati notati e documentati dopo l’offensiva militare israeliana del maggio 2021 contro la Striscia di Gaza, sono elementi molto rilevanti. Intanto, il bilancio delle vittime palestinesi raggiunge ora 1.900.

E’ stata poi dimostrata la distruzione e appropriazione su vasta scala di proprietà privata, distruzione di migliaia di unità abitative e proprietà private e pubbliche, numerosi civili sono stati forzatamente trasferiti, per un totale di 423mila persone, costrette ad abbandonare le proprie case a Gaza a causa delle continue e pesanti aggressioni attacchi indiscriminati.

Lo scorso 13 ottobre 2023, Israele ha ordinato la evacuazione di oltre 1 milione di palestinesi a Gaza e altre gravi violazioni come attacchi intenzionali a sorpresa contro la popolazione, con intere famiglie rimaste sepolte dalle macerie delle case bombardate, come nel campo di Bureij, al centro dell'enclave.

L’11 e 12 ottobre, gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato decine di attacchi aerei, distruggendo case a Beit Lahiya, Jabaliya, Al-Tawam, Al-Amoudi e Al-Karama, e sono stati anche effettuati attacchi contro mezzi con insegne di organizzazioni internazionali umanitarie. Almeno 12 operatori UNRWA sono stati uccisi dall'inizio delle ostilità, con il supporto di unità della marina israeliana che bombardano la Striscia dal mare. Sono stati distrutti edifici religiosi, scuole, ospedali, costruzioni dedicate a cultura e beneficenza, beni storici e il centro di soccorso di Beit Hanoun è impossibilitato a operare, come l’unità neonatale all’ospedale Al-Shifa. Non di rado, le ambulanze della Mezzaluna Rossa sono deliberatamente prese di mira, e in tali occasioni sono stati uccisi i paramedici Khalil Al-Sharif, Yasser Al-Masri e Ahmed Dahman che stavano svolgendo il proprio lavoro.

Esistono prove inconfutabili che in determinate occasioni sono stati usati gas asfissianti e urticanti, oltre a ordigni al fosforo bianco, ufficialmente vietati da tutte le convenzioni internazionali e ultimamente diversi membri del governo israeliano hanno dichiarato di voler assediare Gaza per fame, blocco totale di ogni rifornimento e sostegno, con la minaccia di una vera e propria operazione militare in forze. Da non dimenticare che gli stessi crimini vengono giornalmente commessi non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania, in una crescente ondata di violenza.

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