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Pro azeri il viceministro degli Esteri Cirielli, imbarazzo di FdI

  • 16 feb
  • Tempo di lettura: 4 min
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Letizia Leonardi (Assadakah News) - Ce li ricordiamo tutti i comizi di Giorgia Meloni, quando era in campagna elettorale. Era madre ed era cristiana...quei cristiani che il suo compagno di Partito, viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, intende abbandonare alla violenza degli islamici azeri. È di questi giorni infatti la mail che il viceministro ha scritto a tutti i 200 senatori per riconsiderare il loro orientamento sulla drammatica questione di politica internazionale: l'aggressione dell'Azerbaijan al Nagorno Karabakh che, nel totale silenzio della comunità internazionale, è stato cancellato dalle cartine geografiche. Un territorio ancestralmente appartenuto agli armeni.

La piccola enclave armena in territorio azero non esiste più e i 120 mila abitanti sono stati costretti a lasciare la loro terra e la loro casa.

Abbiamo altre volte rilevato la "passione" di Cirielli per il governo di Baku, solitamente abbastanza benevolo con chi passa dalla sua parte e soprattutto con chi, più o meno esplicitamente, indirizza il dibattito del Senato in favore della posizione azera. Una vera vergogna stare dalla parte degli aggressori, che hanno preso con la forza un territorio non loro e ora punta alla sovrana Repubblica d'Armenia. Cirielli, come il presidente della Commissione Esteri del Senato Terzi, sempre di FdI, il partito di maggioranza, parteggiano per l'Azerbaijan e abbandonano l'Armenia, Paese da sempre amico dell'Italia, la prima Nazione cristiana del mondo. Ma in Fratelli d'Italia non sono tutti della stessa opinione e questo atteggiamento sta creando grossi imbarazzi nel partito che, tuttavia resta in silenzo e non prende provvedimenti. Certo, la premier Giorgia Meloni, ha ben altre gatte da pelare ma attenzione a non prendere provvedimenti contro questi atteggiamenti che rischiano di "avvelenare" altri membri del centro destra.

La mail di Cirielli è stata inviata dopo che il senatore di opposizione di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, ha presentato una mozione sul Nagorno Karabakh con la qual chiede al governo a prendere una posizione sulla vicenda del Nagorno Karabakh e sulla pulizia etnica che si è compiuta.

Scalfarotto chiede dunque al governo Meloni di favorire il dialogo in corso, tra l'Armenia e l'Azerbaijan, per arrivare a una pace definitiva tra i due Paesi. Pace che Baku vuole firmare solo a parole: nei fatti alza la posta per non dimostrare apertamente che intende ripetere la sua politica espansionista anche nel territorio sovrano della cristiana Repubblica caucasica. La mozione dell'esponente di Italia Viva ha raccolto subito molte adesioni, anche all’interno della maggioranza: oltre a Scalfarotto, l'hanno sottoscritta la presidente della commissione Esteri Stefania Craxi, di Forza Italia, il suo vice Roberto Menia di Fratelli d’Italia, il leghista Marco Dreosto. Poi via via vi hanno aderito in totale 72 senatori di quasi tutti i gruppi parlamentari. In questi casi, è prassi che il governo esprima un parere favorevole o che al massimo, prendendo atto della trasversale condivisione, si rimetta al parere dell’aula, cioè in sostanza assecondi il voto espresso dai senatori senza interferire. Ed ecco che l'Azerbaijan invece interferisce eccome. Lo fa in modo subdolo, attraverso alcuni parlamentari italiani.

Quando il 28 gennaio, l’aula del Senato, è stata chiamata a votare, Cirielli è intervenuto a nome del governo in maniera critica proponendo una riformulazione della mozione che ha creato un certo imbarazzo perché in pratica ribaltava il suo contenuto facendola pendere verso la posizione azera, a favore degli aggressori islamici.

Tra le altre cose, la riformulazione di Cirielli chiedeva di rimuovere il passaggio che parlava dei 120 mila armeni costretti a lasciare le loro case e voleva specificare che il Nagorno Karabakh è una regione internazionalmente riconosciuta come parte integrante della Repubblica dell’Azerbaijan. Scalfarotto, ovviamente, non ha accettato la riformulazione e l'hanno respinta anche altri senatori. Tra gli altri, il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, la Craxi, Menia e Andrea De Priamo, da sempre sensibili alla causa armena. A quel punto, con un certo imbarazzo, il capogruppo di Fratelli d'Italia Lucio Malan ha proposto e ottenuto di rinviare la discussione.

Menia, in particolare, si è stupita che la posizione del partito di FdI, da sempre vicino alla minoranze cristiane, stia cercando di sostenere regimi sanguinari e dittatoriali, come quello azero.

Cirielli ha provato a spiegare il suo punto di vista affermando che è scorretto parlare di un "territorio conteso", come dice la mozione di Scalfarotto, visto che ormai neppure il governo armeno lo rivendica. Dovrebbe risultare chiaro che l'Armenia, ignorata dal mondo perché non ha gas da fornire e affari da proporre, non è in grado di rivendicare il territorio del Nagorno Karabakh ma può solo cercare di difendere il proprio. Cirielli asserisce poi che non si può discriminare in base alla religione e ignorando il diritto internazionale solo perché alcuni sono cristiani e altri no. Insomma, per quanto ci tenga a ribadire la sua simpatia per il popolo armeno, per Cirielli gli azeri hanno ragione da tutti i punti di vista e ha anche contestato i pronunciamenti del Parlamento Europeo e del governo francese di condanna verso l'Azerbaijan

La difesa a spada tratta degli azeri da parte di Cirielli sta generando tensioni e sospetti. i vari proponenti della mozione avevano deciso di accogliere almeno in parte alcune delle obiezioni di Cirielli. Scalfarotto, Menia e Craxi hanno lavorato in tal senso arrivando a una nuova versione condivisa ma, essendo l’aula impegnata su altri fronti, la discussione è stata rinviata alla prossima settimana.

Cirielli intanto non molla: ha ricontattato alcuni colleghi di Fratelli d’Italia che hanno chiesto a suo nome, modifiche al testo già rimaneggiato. Tra le proposte di Cirielli c'è anche quella di cancellare di fatto la pulizia etnica a danno degli armeni adducento che oltre 100 mila azeri non riescono a tornare in Nagorno Karabah a causa della presenza di mine. Una cosa semplicemente vergognosa e ridicola. Cirielli dice di essere convinto che questa mozione non si può approvare e che Scalfarotto dovrebbe ritirarla per consentire di scriverne una nuova tutti insieme, coinvolgendo lo stesso viceministro.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani intanto, non non è ancora intervenuto, nonostante sia stato sollecitato a farlo da vari senatori. Cirielli garantisce di aver agito d'intesa e su mandato di Tajani ma lo staff del minisyro degli Esteri dichiara di non avere ancora valutato la faccenda.

Più passano i giorni e più la vergogna, che rischia di coinvolgere l'intero governo e lo Stato Italiano, diventa sempre più imbarazzante.

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