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RDC - Un’altra emergenza nel cuore dell’Africa

Assadakah News Agency - La situazione nella Repubblica Democratica del Congo sta nuovamente precipitando in una spirale che rischia di degenerare, a causa degli scontri fra esercito regolare e combattenti ribelli, nel territorio di Masisi, Mushaki, Karuba, e i molti villaggi sparsi fra le montagne. Numerose famiglie si sono trasferite in massa all’intensificarsi dei combattimenti, bombe e proiettili cadono sulle città inermi. Le poche notizie giungono dai funzionari delle missioni salesiane, che cercano di aiutare la popolazione in difficoltà ma non hanno mezzi sufficienti.

Nella provincia di Masisi, a una trentina di chilometri da Goma, oltre tremila famiglie hanno abbandonato le loro case e vagano praticamente senza meta, senza acqua e senza cibo. Sono stati già segnalati diversi casi di colera a causa delle cattive condizioni igieniche e l’arrivo di nuovi sfollati ha complicato la situazione. Secondo alcune testimonianze, sulle strade si vedono bambini, giovani e anziani persi e isolati.

A Goma arrivano altre migliaia di sfollati, fuggiti dalle località del nord e per la situazione estremamente caotica, è impossibile calcolare anche in modo approssimativo il numero di persone che vagano per il Paese, in un esodo di massa tutt’ora in corso. Molti si dirigono verso altri campi profughi dove sperano di essere accolti, altri preferiscono continuare per raggiungere le loro famiglie in altri campi più lontani. La situazione già difficile, è poi aggravata dall'avvicinarsi degli scontri armati. Nella provincia di Mugunga si ha notizia di bombe cadute nel centro cittadino, sulla scuola Nengapeta, fortunatamente vuota. Altre bombe sono cadute a pochi metri dall'università e al mercato Kisoko.

Le difficili condizioni di vita son una realtà che purtroppo sta diventando consueta, le vie che rifornivano le città non sono più accessibili, si rischia una grave carestia, il traffico è limitato e si è diffusa una pesante paura, anche a causa degli eventi in alcuni altri Paesi della Regione.

Nei diversi campi vengono effettuate distribuzioni di generi alimentari, poiché gli sfollati dipendono essenzialmente da aiuti umanitari, ma la situazione non può durare per molto.

Si vive nell’incertezza, in balia dell’evoluzione della situazione. I campi profughi possono ridursi e sparire se torna la pace e se gli sfollati ritornano nei loro villaggi, come possono durare mesi o anni se la guerra continua, e se la comunità internazionale non mostra interesse per il destino di decine di migliaia di persone”.

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