Roma - Dal Vaticano Fisichella parla del tempo giubilare in conclusione
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Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Il tempo straordinario del Giubileo sta terminando, tempo che ha visto la morte di un papa e l’elezione di un altro, che ha visto la capitale italiana accogliere in sicurezza milioni di pellegrini.
È dunque tempo anche di tirare le somme e riflettere su come siano andate le cose: cosa rimane di questo intenso anno, quale messaggio o consapevolezza spirituale può accompagnare tutti i credenti nel proseguimento del cammino di fede?
Il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Rino Fisichella, ai media vaticani ha tracciato un primo bilancio dell’Anno Santo che sta per concludersi, ricordando i primi mesi con Francesco, i suoi funerali con 200mila adolescenti presenti a Roma per il loro Giubileo e il primo dialogo con Leone XIV che ha dimostrato subito grande disponibilità facendosi carico di tutti gli impegni del Giubileo.
L’Arcivescovo Fisichella, a Radio Vaticana-Vatican News ha sottolineato la preziosità di un tempo in cui il Vaticano e Roma hanno accolto - e continueranno a farlo ancora per un mese - milioni di pellegrini.
Durante l’intervista rilasciata a Orazio Coclite ed Eugenio Bonanata l’arcivescovo ha affermato che “ogni Giubileo porta con sé qualcosa di straordinario. Il nostro linguaggio è sempre pieno di fede e di carità, ora per un anno abbiamo avuto la gioia e la responsabilità di riflettere sul tema della speranza e questo ci ha arricchiti. Così come fu nel 2016 con la misericordia.”
Ha, inoltre, evidenziato che “la speranza è qualcosa di concreto, la speranza ha un volto, la speranza ha un nome. Come più volte ci ha ribadito papa Leone, la speranza è Gesù Cristo, è questa vita che lui ci dà, è la vita nuova del Battesimo, quella che riceviamo. E questo - prosegue - ci porta anche a costruire il nostro presente, ci porta a far sì che guardando al futuro, davanti a noi, siamo impegnati e responsabili nel costruire, avendo però davanti un obiettivo”.
Cosa ci lascia dunque questo Anno Santo? “La consapevolezza che la speranza non è una parola vuota, non è un’utopia, non è un’idea - ha affermato Fisichella - ma è una Persona che ci chiede di vivere con dei segni, di dare dei segni tangibili, visibili, di cosa la speranza implica”.
In conclusione all’intervista, l’Arcivescovo affida un messaggio ai credenti, dando indicazioni su come affrontare la chiusura di questo Anno Santo “dobbiamo viverlo con la stessa intensità con cui abbiamo vissuto ogni giorno di questo Anno Giubilare. Non dimentichiamo che a Roma sono giunti più di 32milioni di pellegrini per partecipare alle diverse attività del Giubileo. È un numero consistente, reale, ma è un numero che ci fa dire la grande attenzione che il popolo di Dio ha avuto nei confronti del Giubileo”.






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