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Roma - Maryam Rajavi: “L’Europa accoglie il terrorismo?”

  • 2 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 3 ago

Assadakah News - L’ultimo viaggio di Maryam Rajavi, leader dell’organizzazione terroristica dei Mujahedin del Popolo (MEK), che fino a pochi anni fa era inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’Unione Europea, ha suscitato un’ondata di critiche feroci nei circoli politici e mediatici. I critici considerano questa visita non solo un gesto di sostegno alla violenza e al terrorismo, ma anche una palese violazione delle leggi e delle normative internazionali e dell’Unione Europea nella lotta contro il terrorismo.

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Questo viaggio avviene mentre gruppi per i diritti umani e molti analisti politici considerano questa organizzazione una setta distruttiva e violenta, che ha preso forma e sopravvive, perpetrando azioni terroristiche. Essi ritengono che la rimozione del nome di questa organizzazione dalle liste terroristiche sia una decisione politica e non corrisponda ad un vero cambiamento nella sua natura.

Per molti, la visita di Rajavi in Italia, soprattutto in un paese che ha già subito il terrorismo interno e internazionale, è inaccettabile. L’Italia, che ha combattuto per anni contro il terrorismo interno come le “Brigate Rosse”, dovrebbe essere ben consapevole dei pericoli derivanti dal promuovere la violenza. I critici affermano che l’accoglienza di una figura con il passato di Rajavi metta in discussione i principi e i valori della lotta contro il terrorismo. nnUno dei critici più noti di questa visita ha dichiarato: «Accogliere una persona come Maryam Rajavi a Roma non è solo un’offesa alle vittime del terrorismo, ma invia anche un messaggio pericoloso al mondo. Questo gesto dimostra che i principi della lotta contro il terrorismo possono essere facilmente messi da parte per interessi politici a breve termine.»

Inoltre, alcune fonti riportano che l’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran a Roma avrebbe inviato lettere di protesta formali ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato italiani. In queste lettere, il diplomatico ha sottolineato i precedenti terroristici di questa organizzazione, affermando che i Mujahedin hanno continuato, negli ultimi anni, le loro attività sovversive e illegali, tra cui spionaggio e incitamento alla violenza, grazie al sostegno finanziario e politico di alcuni paesi europei. La presenza di un’organizzazione terroristica in Italia, secondo lui, significa contribuire a fomentare violenza e diffondere odio.

Infine, questa visita solleva serie domande sulla politica estera dell’Europa e, in particolare, dell’Italia: l’Europa è davvero impegnata nella lotta contro il terrorismo, o condanna solo quei gruppi che sono in contrasto con i propri interessi politici? Come può l’Italia fungere da “ponte diplomatico” e allo stesso tempo accogliere il leader di un’organizzazione terroristica? La visita di Maryam Rajavi a Roma rappresenta una risposta preoccupante a queste domande e getta un’ombra oscura sui principi umani e morali dell’Europa.

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