top of page

Roma - Raffaele Cantone alla Stampa Estera

(Agenzia Nova) - Si e' tenuto lo scorso 5 maggio, presso la sede della Stampa Estera, di Roma il dibattito con al centro il saggio del procuratore della repubblica Raffaele Cantone e del professor Enrico Carloni intitolato "Corruzione-anti corruzione: il modello italiano nel dibattito internazionale". Tra i relatori oltre agli autori, l'ambasciatore del Libano presso la Santa sede Farid el Khazen. Al dibattito sono intervenuti anche l'eurodeputato, Fabio Massimo Castaldo, gia' vicepresidente del Parlamento europeo, e Ghassan Moukheiber, accademico ed esperto di corruzione e anticorruzione deputato del parlamento libanese dal 2002 al 2018.

L'incontro e' stato organizzato dall'Osservatorio europeo per l'integrita' del Libano con la collaborazione dell'Associazione Italo-Araba Assadakah Aps. Durante il suo intervento, Cantone, partendo dall'esperienza dell'Autorita' nazionale anticorruzione, ha illustrato come i Paesi che hanno una minore incidenza di questo grave reato siano quelli dove esiste una maggiore sensibilita' della cittadinanza al rispetto e alla gestione trasparente dei beni pubblici. Chiave di volta in questa battaglia quindi sono gli stessi cittadini che da spettatori devono sempre piu' trasformarsi in attori utilizzando tutti quegli strumenti che l'anticorruzione mette a disposizione, diritto di accesso ai documenti pubblici,

whistleblowing. Secondo Cantone, i mezzi per prevenire la corruzione ci sono e sono a disposizione dei cittadini ma e' pero' necessaria una campagna di informazione diffusa che spieghi l'utilizzo di tali strumenti in modo semplice e diretto. Quando illustrato da Cantone ha trovato conferma nell'esperienza libanese cosi' come riportata dall'ambasciatore Farid el Khazen, secondo la comunita' internazionale puo' aiutare il processo di contrasto alla corruzione.

"La corruzione in Libano si puo' sconfiggere solo con le giuste riforme, che devono venire per forza dalle autorita' di Beirut e non dalla comunita' internazionale", ha esordito il diplomatico libanese, per poi spiegare che "la comunita' internazionale puo' comunque facilitare il processo, visto che puo' dialogare con le autorita' e controllare gli sforzi di Beirut inerenti al problema". Infine, l'ambasciatore ha sostenuto che "anche un veneto come la visita del Papa puo' essere fonte d'ispirazione e di aiuto

alla lotta alla corruzione, dal momento che il Vaticano e' da anni impegnato nel contrasto alla corruzione". Nel suo intervento, Castaldo ha fatto una panoramica sull'impegno europeo nel campo con una attenzione particolare al contributo fattivo dell'Unione europea alle delicate indagini anticorruzione in corso in Libano a carico di personaggi pubblici di primo piano.

bottom of page