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Trentennale della fondazione della Repubblica di Armenia

Assadakah Roma News - Terra antichissima, l’Armenia conserva gelosamente una forte identità dovuta alla sua immensa storia. Sede di antichi Regni e culla del Cristianesimo, questa terra situata ai confini orientali d’Europa e nel pieno dei Monti del Caucaso, ha una storia leggendaria, divisa in varie fasi. Il Paese affonda le sue antiche radici al primo Impero Armeno e all’adozione del Cristianesimo. La scelta di professare la fede cristiana ha portato a momenti di difficoltà e di discriminazioni, che però hanno influito sulla storia di tutta Europa. Infine, in epoca moderna l’Armenia ha subito numerose dominazioni fino all'indipendenza.

La storia dell’Armenia affonda le sue radici ai tempi del Regno di Urartu, che governò sull’area dal 1000 a.C. e per circa 500 anni. Il suo nome deriva molto probabilmente dal sacro Monte Ararat presente nell’antico testamento, oggi al confine turco-armeno e meta di pellegrinaggio. Successivamente l’antico regno venne dominato dai Persiani di Dario I che annetterono il territorio armeno e lo suddivisero in due diverse province. Le varie dinastie che si susseguirono sul territorio furono sempre vassalli dell’Impero Persiano, ma che conservarono sempre la lingua e le tradizioni armene. Infine nel 330 a.C. Alessandro Magno, che aveva già iniziato la sua espansione e sconfitto i persiani, giunse in Armenia annettendola al suo Regno.

Durante l’epoca ellenistica l’area rimase in qualche modo fedele alle antiche tradizioni, tant’è che la lingua ufficiale risulterà essere ancora l’armeno. La dinastia degli Artassidi si sottomise ai macedoni di Alessandro Magno che affiderà al Re locale Tigran II il Grande la corona dell’Impero Seleucide. Da questo momento nasce l’Impero Armeno, uno dei grandi orgogli del popolo moderno e tappa molto importante nella storia dell’Armenia. Infatti, quando nel 1 a.C. l’Impero Romano arrivò anche in Armenia, gli storici romani videro un regno indipendente, che divenne presto un protettorato di Roma. Di questo periodo ci rimane l’incredibile testimonianza di Garni, dove sorge l’antico Tempio Greco-Romano dedicato al Dio Mitra, l’unica testimonianza di questo tipo in Armenia. Infine Traiano nel 114 d.C. trasformò l’attuale Armenia in una provincia dell’Impero.

Il 301 d.C. è un anno fondamentale per la storia dell’Armenia e del popolo armeno. Infatti in questa data venne applicato il cristianesimo come religione ufficiale, e l’Armenia divenne il primo paese al mondo ad adottare gli insegnamenti di Gesù Cristo. Questo passaggio epocale lo si deve a San Gregorio Illuminatore, che riuscì a convertire il Re Tiridate III. Infatti secondo la tradizione San Gregorio, che era imprigionato a Khor Virap per mano del re pagano, compì un miracolo. Pertanto il re armeno decise di convertirsi e fece costruire un monastero sul luogo dov’era imprigionato il santo. Una volta ufficializzata la fede cristiana sul territorio armeno, San Gregorio istituì la sede apostolica a Echmiadzin, il cuore spirituale di tutta l’Armenia.

Con l’avvento dei bizantini e la vittoria definitiva sui persiani, la storia dell’Armenia e del popolo armeno vide l’inizio del dominio dell’Impero Romano d’Oriente. Però, il credo religioso dei bizantini si differenziava troppo da quello della Chiesa Armena, che non fu completamente libera di professare la propria fede. I Bizantini stessi tentarono invano più volte di convertire gli armeni all’ortodossia.

In risposta a ciò, nell’884 gli armeni riuscirono a riconquistare l’indipendenza, costruire la nuova capitale Ani attualmente in Turchia, e ad istituire nuovamente il loro credo religioso. Questo fu per il popolo armeno un periodo di rinascita culturale. La città di Ani era nota per il suo splendore e la sua immensa ricchezza. Chiamata anche “città delle 1001 chiese“, dentro le sue mura si contavano 200.000 abitanti. Ma anche nelle zone interne del Caucaso l’arte armena rifiorì, grazie ai suoi tanti monasteri come ad esempio quelli di Tatev, Geghard, Noravank e Sevanavank, sul Lago Sevan.

Il nuovo Regno di Armenia dovette però arrendersi alle invasioni dei Turchi Selgiuchidi nel 1071. L’ultimo Re armeno Gagik II scappò dalla città di Ani e trovò rifugio in Cilicia, nell’area meridionale della Turchia. Qui venne fondato il Regno Armeno di Cilicia, mentre l’antica capitale di Ani veniva distrutta e saccheggiata dalle tribù turche.

Grossa parte del popolo armeno si era nel frattempo spostato in Cilicia, mentre l’Armenia vera e propria fu dominata da diverse popolazioni. Nel 1453 l’Impero Ottomano conquistò Costantinopoli, e per la storia del popolo armeno iniziò una fase di declino che si concluse in tragedia. Infatti, se a Costantinopoli gli armeni furono ben rispettati e fu addirittura istituito un patriarcato, nel resto dell’Impero vennero discriminati e costretti a pagare tributi più alti.

Nel 1894 il Sultano Ottomano Abdul-Hamid II si era ritrovato a governare un Impero in netto declino, e la popolazione armena dell’Anatolia Orientale cominciò a sollevarsi. Pertanto il Sultano ordinò un primo sterminio di massa degli armeni, dove perirono circa 80.000 persone. Nel 1915 invece avvenne un vero e proprio genocidio. Infatti, al governo si erano stabiliti i Giovani Turchi che, nella paura che gli scontenti armeni si unissero ai russi nella rivolta, optarono per un altro sterminio. Nella notte del 23 aprile del 1915 venne ordinata la prima deportazione di massa, le famose marce della morte, che si conclusero con un totale di 1 milione e 200 mila morti. Lo sterminio degli armeni è considerato il primo genocidio del novecento, ed è ancora un argomento estremamente delicato per la Turchia, e di estremo dolore per il popolo armeno e la sua storia.

L’Armenia fu incorporata nel 1922 all’Unione Sovietica, come Repubblica Socialista Sovietica Federativa Transcaucasica, che comprendeva anche le odierne Georgia e Azerbaijan. Sotto il dominio Sovietico, l’Armenia riuscì ad ottenere un discreto sviluppo economico, che però non garantiva libertà di parola che ostacolava l’antico sogno di un Nazione Armena.

Con la caduta definitiva dell’Unione Sovietica, l’Armenia fu uno dei primi paesi ad ottenere l’indipendenza, e il 21 settembre 1991 viene finalmente dichiarata indipendente, con capitale Yerevan. Il sogno di ricostruire l’antica città di Ani e di recarsi liberamente al Monte sacro degli armeni Ararat è ancora più vivo che mai nell’animo del suo popolo. Attualmente tra gli 8 milioni di armeni nel mondo, solo 3 milioni vivono in Armenia. I restanti si trovano in altri paesi, Stati Uniti, Francia e Russia in primis, per via della diaspora armena e le numerose persecuzioni ricevute.

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