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UAE - Al-Ghuraifa, il fascino della tradizione

  • 20 ago 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Assadakah News Agency - Si chiama Al-Ghuraifa, si trova non lontano da Al-Madam, a circa un’ora di auto da Dubai, in pieno deserto. Era stato costruito negli anni Settanta del secolo scorso per le tribù beduine semi-nomadi e poco più di vent’anni dopo abbandonato, dopo la scoperta degli enormi giacimenti di petrolio e gas che hanno attratto la popolazione verso i centri di lavoro e benessere.

Oggi gli Emirati sono un centro globale di commercio e turismo, patria delle futuristiche metropoli di Dubai e Abu Dhabi, mentre Al-Ghuraifa rimane il piccolo villaggio, che si trova nell’Emirato di Sharjah, è diventato una sorta di attrazione turistica, via di fuga dal cemento delle città costiera, e allo stesso tempo un assaggio del passato povero e low-tech dell’area.

Costituito da due file di case e una moschea, insegna molto della storia recente degli Emirati Arabi. Fu costruito come parte di un progetto di edilizia pubblica dopo la Costituzione dello stato dei sette Emirati Arabi Uniti, nel 1971. Tredici anni prima che la scoperta del petrolio cambiasse i connotati al Paese. Ospitava un centinaio di membri della tribù Ai-Ketbi, uno dei gruppi seminomadi beduini che allevavano animali viaggiando tra un’oasi e l’altra, e visitando qua e là Dubai e Abu Dhabi quando ancora erano piccole città portuali che vivevano di pesca e caccia alle perle. C’erano anche spazi in cui gli anziani del villaggio potevano ospitare consigli locali, i “majalis”. Una delle dimore aveva una carta da parati raffigurante un lussureggiante paesaggio verde, in netto contrasto con il paesaggio sabbioso.


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Il mistero dell’improvviso esodo

Non è chiaro quale sia stato il fattore scatenante dell’esodo, ad appena due decenni dalla creazione del piccolo insediamento. Secondo la tradizione del posto, i residenti sarebbero stati scacciati dagli spiriti maligni. Sukkar è convinto che più prosaicamente siano partiti per cercare una vita migliore nelle città circostanti in rapida espansione. Il villaggio aveva accesso limitato all’elettricità e all’acqua ed era frequente vittima delle tempeste di sabbia. Le famiglie poi erano costrette a fare i conti con il lungo tragitto necessario a raggiungere le scuole e i posti di lavoro che erano stati trovati loro a Dubai

Come accade in altre parti del mondo – si pensi alla magnifica Kolmanskop, Namibia, il deserto sta lentamente ma inesorabilmente assorbendo il villaggio. I cumuli di sabbia sono entrati nelle case, e in alcune stanze, coprono le pareti fin quasi al soffitto. Solo la moschea è rimasta com’era, anche grazie al regolare lavoro di pulizia da parte degli addetti alla manutenzione, che arrivano dalla vicina al-Madam.

Alcuni discendenti dei beduini che un tempo solcavano le sabbie del deserto a cavallo dei cammelli ancora risiedono nelle zone rurali degli Emirati, ma molti vivono oggi nelle città fatte di grattacieli scintillanti, di centri commerciali scavati nel sottosuolo e climatizzati, il tutto circondato da una fitta rete di strade e autostrade. Oggi la maggior parte della popolazione degli Emirati (quasi il 90 per cento) è costituita da emigrati da ogni angolo del pianeta: non pochi stanno scoprendo con crescente interesse il passato della regione, anche attraverso la visita di un villaggio come Al-Ghuraifa.

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