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UE – Parlamento chiede riconoscimento Palestina, Italia divisa

Assadakah News - La richiesta ai Paesi europei di riconoscere lo Stato della Palestina e il pieno appoggio alle misure annunciate contro Israele, dalle sanzioni ai coloni violenti alla sospensione parziale dell’accordo bilaterale, sono i punti centrali della risoluzione comune sull’emergenza umanitaria a Gaza approvata dal Parlamento europeo con 305 voti a favore, 151 contrari e 122 astenuti.

Un passo inedito, che ha causato la divisione della maggioranza in Italia. Gli alleati di governo hanno votato in tre modi diversi: favorevole alla risoluzione Forza Italia, astensione di Fratelli d’Italia, contraria la Lega.

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Da segnalare come la delegazione azzurra, guidata da Martusciello, abbia votato a favore ‘per senso di responsabilità’, malgrado i tanti punti di dissenso con il testo: dalla contrarietà all’abolizione dell’accordo UE-Israele al no al riconoscimento della Palestina ‘in modo unilaterale’. Diviso anche il campo largo.

Tema talmente delicato che l’Eurocamera per mesi non ha trovato nemmeno l’accordo per metterlo all’ordine del giorno. Un fallimento avrebbe messo ancora di più in crisi il patto tra le forze europeiste. Ma soprattutto avrebbe indebolito la posizione di Ursula, dopo un’estate complicatissima tra dazi, guerra in Ucraina e il fronte di Gaza. Invece la tenacia dei negoziatori ha avuto la meglio superando lo stallo: alla fine è passata una risoluzione comune sottoscritta da socialisti, liberali e verdi, frutto di una mediazione delicatissima, andata avanti per giorni e più volte sul punto di fallire.

Il principale pomo della discordia era l’uso del termine ‘genocidio’: parola che era nella bozza iniziale dei socialisti ma che i popolari non avrebbero mai accettato. Alla fine il gruppo progressista su questo passaggio ha fatto un passo indietro. Una rinuncia che tuttavia non sarebbe bastata al Ppe per trovare l’intesa. Secondo alcune fonti, il gruppo di Manfred Weber avrebbe addirittura abbandonato il tavolo del confronto. A molti non è piaciuta la richiesta di indagini complete su tutti i crimini di guerra e la citazione delle violazioni del diritto internazionale a carico di Israele, oltre al ripristino con urgenza dei finanziamenti all’Unrwa.

Feroce è stata la replica di Netanyahu “Non ci sarà nessuno Stato palestinese”, attaccando anche lo spagnolo Sanchez che aveva detto che Madrid non può fermare l’offensiva di Israele perché “non possiede armi nucleari”.

L’accordo finale ha certamente dato prezioso ossigeno alla leader della Commissione, che martedì festeggerà il primo anniversario del Rapporto sulla Competitività con il suo autore, Mario Draghi. Ma ha messo in difficolta il suo partito: il Ppe non solo non ha firmato la risoluzione ma al momento del voto s’è platealmente spaccato tra 82 favorevoli, ben 56 no e 6 astenuti. Una divisione ancora più dolorosa tra i popolari tedeschi, con 21 no su 31 eletti. Tra i contrari anche il potente capo della delegazione Cdu, Daniel Caspary.

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