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Afghanistan – Crisi umanitaria mentre l’Italia scompare


Alberto Negri/Francesca Novello - Nell’avanzata dei talebani vede svanire a Herat miliardi di euro e dimentica dozzine di soldati uccisi dopo 20 anni di retorica inutile. In Libia non esiste più perché la Tripolitania l’ha presa Erdogan. Ma qui nessuno ha niente da dire, se non ringraziare gli Usa e l’Europa che nulla fanno e se fanno qualche cosa ci danneggiano. Nullità.

Per trovare un minimo di sicurezza centinaia di migliaia di persone hanno lasciato le proprie case e adesso vivono in campi provvisori, con accesso limitato ai bisogni di base, come cibo, un riparo, cure mediche. A Kandahar, abbiamo allestito una clinica provvisoria per fornire assistenza ai bambini minori di cinque anni nel campo di Haji. Abbiamo rimesso a posto gli accessi all'acqua potabile, ai bagni e alle docce. Stiamo assistendo le persone anche nell’area di Lashkar Gah e Kunduz.

Le violenze impediscono l'accesso alle cure. Ogni giorno gli afghani devono affrontare viaggi ad alto rischio, attraversare i fronti di battaglia, campi minati, check-point controllati da gruppi armati, per potersi far curare. Sempre più spesso non riescono a farlo, o sono troppo spaventati per lasciare le loro case. Va anche ricordato che le strutture mediche in Afghanistan hanno la più alta probabilità al mondo di subire attacchi. Questo paese sta di nuovo attraversando una delle sue pagine più buie”. Così Filipe Ribeiro, rappresentante di MSF in Afghanistan (Foto Prue Coakley/MSF) Il collega Alberto Negri sul campo


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