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Afghanistan - Paese al collasso: assenza di fondi e tratta delle donne

Paola Sireci – Si sono tenuti la scorsa settimana a Oslo gli incontri “occidentali” tra Afghanistan, rappresentata dal ministro degli esteri Amir Khan Muttaqi, e i rappresentati di Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Unione Europea e Norvegia, quest’ultima casa della diplomazia per il coinvolgimento in missioni di pace in vari paesi del mondo, tanto da detenere il nome di patria del Premio Nobel per la pace.

I colloqui si sono concentrati sulla crisi umanitaria presente in Afghanistan che, a cinque mesi dalla presa di potere dei talebani, sta assistendo a una delle crisi umanitarie più cruente, catastrofiche e significative al mondo degli ultimi anni. Secondo quanto riportato dalle autorità talebane, esse ritengono che questo vertice europeo sia un passo in avanti per la legittimazione del governo talebano. A tal proposito, infatti, il vice direttore della cooperazione economica del governo talebano Shafiullah Azam sostiene che "È un passo per legittimare il governo afghano da parte di questi paesi. In realtà, sulla base della propaganda degli ultimi vent'anni, ci sono sempre stati problemi riguardanti i Talebani, ma ora questo tipo di invito e di comunicazione aiuterà l'Unione europea, gli Stati Uniti e molti altri paesi a cancellare l'immagine sbagliata del governo afghano". Al contrario, il governo norvegese ha specificato e sottolineato che i colloqui non costituiscono un passo verso il riconoscimento del regime, ma un’occasione per porre al centro dell’attenzione la questione relativa ai diritti umani e, in particolare, delle donne. I talebani, dal canto loro, chiedono lo sblocco dei dieci miliardi di dollari detenuti dalla Banca centrale Afghana, congelati dagli Stati Uniti, per far fronte alla crisi umanitaria in atto.

La carestia, sostiene l’Onu, minaccia 23 milioni di persone aggravata anche dalla condizione ambientale di siccità che sta colpendo il Paese più povero del Medioriente. Herat registra condizioni disastrose della popolazione: assenza di stipendi dei dipendenti pubblici, sfollati in case di fango o alloggi di fortuna, calca di persone che protestano contro le condizioni disumane, calpestati e minacciati dai talebani ma, le condizioni più tetre di questa fase storica e sociale, la stanno vivendo le donne, vendute a uomini e di famiglia in famiglia per potere mangiare. A oggi, in Afghanistan, in assenza di aiuti concreti da parte delle istituzioni, il mercato più proficuo e quello delle donne, spogliate dei loro diritti e dignità mentre, il loro grido di aiuto è silente dietro lo hijab sgualcito e il volto graffiato.

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