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Arabia Saudita prima acquirente di olio combustibile russo

Assadakah News - Secondo i dati di tracciamento delle petroliere di S&P Global Commodities at Sea, le importazioni di olio combustibile russo dell'Arabia Saudita sono diminuite finora a luglio, attestandosi a 141mila barili al giorno, dopo aver raggiunto il picco record di 212mila barili al giorno a giugno. Ciò è dovuto al fatto che il regno potrebbe aver fatto scorta in preparazione del tipico aumento estivo della domanda di energia.

L'Arabia Saudita è tra i numerosi paesi del Medio Oriente e dell'Asia che si sono rivolti alla Russia per le forniture di olio combustibile a prezzi scontati, dopo che l'Ue ha imposto un embargo totale sui prodotti raffinati russi nel 2023 come posizione contro l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, ricorda S&P in un report. "L'afflusso di barili russi potrebbe aver consentito all'Arabia Saudita di destinare una parte maggiore della propria produzione di olio combustibile alle esportazioni, che sono balzate da 109mila barili al giorno a maggio a 248mila barili al giorno a giugno, il massimo degli ultimi tre anni, secondo la CAS, con le principali destinazioni Egitto, Spagna e Portogallo".

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Anche a luglio le esportazioni saudite di olio combustibile sono rimaste elevate, attestandosi finora in media a 329mila barili al giorno, sottolinea ancora S&P.

Secondo gli analisti, l'Arabia Saudita e altri paesi del Medio Oriente passeranno allo status di importazione netta di olio combustibile entro la metà di maggio, per rifornire le centrali elettriche a gasolio durante i mesi di massimo raffreddamento, quando le temperature superano regolarmente i 45°C. L'Arabia ha incrementato queste importazioni in vista dell'aumento estivo della domanda di energia, poiché i barili di HSFO russi sono generalmente disponibili a un prezzo compreso tra 3 e 6 dollari al barile in meno rispetto ai prezzi di mercato.

Fra le altre destinazioni delle esportazioni di olio combustibile russo figurano Cina, Singapore, Malesia, India, Turchia e anche l'Egitto, che ha registrato flussi di olio combustibile più elevati a giugno, quando Israele, il principale fornitore di gas dell'Egitto, ha chiuso i rubinetti durante il conflitto con l'Iran, reindirizzando il Paese verso maggiori importazioni di olio combustibile per generare energia.

Oggi Riyadh è diventata il principale acquirente di gasolio sottovuoto e olio combustibile russo, in particolare via mare con grandi navi cisterna, visti i volumi in oggetto. Mosca conferma che le esportazioni sono aumentate di oltre il 6% rispetto all’anno precedente, superando i 4,5 milioni di tonnellate metriche.

Da quando l’Unione Europea ha imposto l’embargo sui prodotti petroliferi russi, nel febbraio 2023, a causa della crisi ucraina, i Paesi asiatici e del Medio Oriente sono diventati i principali acquirenti. Un cambiamento che sottolinea l’importanza crescente dell’Asia come mercato strategico per l’export energetico russo.

Arabia Saudita e Federazione Russa rafforzano i legami politici, economici e diplomatici, e i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), di cui fa parte anche l’Arabia Saudita, hanno ben assorbito le pressioni americane che tendono a isolare Mosca.

La crescente cooperazione fra Russia e Paesi del Golfo è poi rafforzata dal fatto che, nell’agosto 2023, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono stati fra i sei Paesi invitati a unirsi all’organizzazione intergovernativa BRICS+, che ha come obiettivo la diversificazione delle alleanze commerciali per ridurre la egemonia del dollaro.

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