top of page

Armenia - Tutti gli articoli dell'accordo con Baku a Washington

ree

Letizia Leonardi (Assadakah News) - Dopo lo scritto divulgato venerdì scorso dal premier armeno Pashinyan, riportiamo integralmente il testo completo dell'Accordo sull'istituzione della pace e delle relazioni interstatali tra la Repubblica d'Armenia e la Repubblica dell'Azerbaijan firmato a Washington. A seguire una sintesi di chi ci guadagna e chi ci perde e le possibili reazioni e implicazioni nella regione del Caucaso.

"La Repubblica d'Armenia e la Repubblica dell'Azerbaijan (di seguito «le parti»),

rendersi conto dell'urgente necessità di instaurare una pace giusta, globale e duratura nella regione;

desiderando contribuire a tal fine attraverso l'instaurazione di relazioni interstatali;

Guidati dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Dichiarazione sui principi di diritto internazionale sulle relazioni amichevoli e la cooperazione tra gli Stati, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite (1970), dall'Atto finale della Conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (1975) e dall'Almaty Dichiarazione del 21 dicembre 1991 volta a sviluppare relazioni sulla base delle norme e dei principi ivi sanciti;

Esprimendo la loro reciproca volontà di stabilire il buon vicinato tra loro;

hanno convenuto di instaurare relazioni di pace e interstatali tra di loro sulla base dei seguenti aspetti:

ARTICOLO I

Dopo aver confermato che i confini tra le Repubbliche Socialiste Sovietiche dell'ex URSS sono divenuti confini internazionali dei rispettivi Stati indipendenti e sono stati riconosciuti come tali dalla comunità internazionale, le Parti riconoscono e rispettano la sovranità, l'integrità territoriale, l'inviolabilità dei confini internazionali e l'indipendenza politica di l'un l'altro;

ARTICOLO II

Nel pieno rispetto dell'articolo I, le parti confermano di non avere diritti territoriali reciproci e di non sollevare tali richieste in futuro.

Le parti non intraprendono alcun atto, compreso la pianificazione, la preparazione, l'incoraggiamento e il sostegno di tali atti, che mirano a smembrare o a danneggiare, totalmente o in parte, l'integrità territoriale o l'unità politica dell'altra parte;

ARTICOLO III

Le parti, nelle loro relazioni reciproche, si astengono dall'uso della forza o dalla minaccia dell'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica o in qualsiasi altro modo incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite. Essi non consentono a terzi di utilizzare i rispettivi territori per usare la forza contro l'altra parte incoerente con la Carta delle Nazioni Unite;

ARTICOLO IV

Le parti si astengono dall'intervenire reciprocamente negli affari interni;

ARTICOLO V

Entro _____ giorni dallo scambio degli strumenti di ratifica del presente accordo da parte di entrambe le parti, le parti instaurano relazioni diplomatiche tra di esse conformemente alle disposizioni delle convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari (1961 e 1963);

ARTICOLO VI

Nel pieno rispetto degli obblighi loro incombenti in virtù dell'articolo I del presente accordo, le parti conducono in buona fede negoziati tra le rispettive commissioni di frontiera conformemente alle disposizioni concordate delle Commissioni per concludere l'accordo sulla delimitazione e la delimitazione del confine di Stato tra la Parti;

ARTICOLO VII

Le parti non dispiegano lungo le loro mutue forze di frontiera di terzi. Le parti, in attesa della delimitazione e della successiva delimitazione della loro frontiera reciproca, attuano misure di sicurezza e di rafforzamento della fiducia concordate di comune accordo, anche in campo militare, al fine di garantire la sicurezza e la stabilità nelle regioni frontaliere;

ARTICOLO VIII

Le parti condannano e combattono l'intolleranza, l'odio razziale e la discriminazione, il separatismo, l'estremismo violento e il terrorismo in tutte le loro manifestazioni nell'ambito delle rispettive giurisdizioni e rispettano i loro obblighi internazionali applicabili;

ARTICOLO IX

Le parti si impegnano ad affrontare i casi di persone scomparse e di sparizioni forzate avvenuti nel conflitto armato che ha coinvolto entrambe le parti, anche attraverso lo scambio di tutte le informazioni disponibili su tali persone, direttamente o in cooperazione con le organizzazioni internazionali competenti, se del caso. Le parti riconoscono l'importanza di indagare sulla sorte di tali persone, compresa la ricerca e la restituzione dei resti, se del caso, e garantire che sia fatta giustizia nei confronti di tali persone attraverso indagini adeguate, come mezzo di riconciliazione e di creare fiducia. Le modalità corrispondenti, a questo proposito, sono negoziate e concordate in dettaglio in un accordo separato;

ARTICOLO X

Al fine di instaurare una cooperazione in vari settori, tra cui quello economico, di transito e dei trasporti, ambientale, umanitario e culturale, le parti possono concludere accordi nei rispettivi settori di interesse reciproco;

ARTICOLO XI

Il presente accordo non viola i diritti e gli obblighi delle parti in virtù del diritto internazionale e dei trattati conclusi da ciascuna di esse con gli altri Stati membri delle Nazioni Unite. Ciascuna parte provvede affinché nessuno degli impegni internazionali attualmente in vigore tra essa e terzi pregiudichi gli obblighi assunti ai sensi del presente accordo;

ARTICOLO XII

Le parti nelle loro relazioni bilaterali sono guidate dal diritto internazionale e dal presente accordo. Nessuna delle parti può invocare le disposizioni della propria legislazione interna come giustificazione della mancata esecuzione del presente accordo.

Le parti, in conformità della convenzione di Vienna sul diritto dei trattati (1969), si astengono da atti che potrebbero vanificare l'oggetto e lo scopo del presente accordo prima della sua entrata in vigore;

ARTICOLO XIII

Le parti garantiscono la piena attuazione del presente accordo e istituiscono una commissione bilaterale incaricata di vigilare sull'attuazione del presente accordo. La Commissione opera in base alle modalità che saranno concordate dalle parti;

Articolo XIV

Fatti salvi i loro diritti e obblighi derivanti dal diritto internazionale e da altri trattati che le vincolano nelle loro relazioni reciproche, le parti si adoperano per risolvere eventuali controversie relative all'interpretazione o all'applicazione del presente accordo mediante consultazioni dirette, anche all'interno della Commissione di cui all'articolo XIII. Qualora tali consultazioni non producano risultati accettabili per entrambe le parti entro sei mesi, le parti cercano altri mezzi per risolvere pacificamente le controversie;

ARTICOLO XV

Fatto salvo l'articolo XIV, le parti ritirano, respingono o risolvono in altro modo qualsiasi reclamo, denunce, proteste, obiezioni, procedimenti e controversie connesse alle questioni esistenti tra le parti prima della firma del presente accordo in qualsiasi sede legale entro un mese dalla data di ingresso in vigore del presente accordo e non avvia tali reclami, denunce, proteste, obiezioni, procedimenti e non saranno coinvolti in alcun modo in tali reclami, denunce, proteste, obiezioni, procedimenti avviati contro l'altra parte da terzi.

Le parti non intraprendono, incoraggiano o partecipare in alcun modo ad azioni ostili contro le altre contrarie al presente accordo in settori diplomatico, dell'informazione e in altri settori e procedono regolarmente consultazioni a tal fine;

ARTICOLO XVI

L'accordo entra in vigore dopo lo scambio di strumenti che notificano l'espletamento delle procedure interne in linea con le legislazioni nazionali delle parti. Il presente accordo è registrato in conformità dell'articolo 102 della Carta delle Nazioni Unite;

ARTICOLO XVII

Il presente accordo è concluso in lingua armena, azera e inglese, con tutti e tre i testi facenti ugualmente fede. In caso di divergenza sul significato di una disposizione di uno dei testi facenti fede, prevale il testo inglese".

Aspetti critici per l’Armenia

Corridoio TRIPP e sovranità limitata – Sebbene Il testo che non menzioni esplicitamente né il corridoio né concessioni di sviluppo agli USA si parla di un corridoio su territorio armeno, del quale l’amministrazione statunitense ottiene diritti di sviluppo esclusivi per 99 anni: un potenziale svantaggio in termini di sovranità reale.

Pressioni geopolitiche e legittimazione dell'Azerbaijan – L’accordo non affronta temi cruciali come i prigionieri, i rifugiati armeni o il patrimonio culturale, suscitando perplessità e critiche da parte della diaspora armena

Pressioni interne e costituzionali – Il testo preliminare impone ad Armenia modifiche costituzionali che vietano rivendicazioni territoriali contro l’Azerbaijan: operazione politicamente delicata e potenzialmente divisiva nel Paese

Aspetti positivi per l’Azerbaijan

Connessione strategica verso Nakhchivan – Il TRIPP garantisce ad Azerbaijan un passaggio diretto verso l’enclave di Nakhchivan, rafforzando legami con la Turchia e l’accesso ai mercati regionali.

Sovranità riconosciuta e legittimità internazionale – L’accordo sancisce il riconoscimento dell’integrità territoriale dell’Azerbaijan e chiude la via legale a pretese future

Rimozione del Gruppo di Minsk – L’uscita dalla mediazione dell’OSCE riduce l’influenza russa/francese e consente a Baku una posizione negoziale più autonoma

Vantaggi per gli Stati Uniti

Espansione dell’influenza strategica nella regione – Gli USA assumono un ruolo di primo piano nel Caucaso del Sud, erodendo l’egemonia russa ed esercitando leva politica ed economica.

Progetto economico e simbolico forte – Il corridoio TRIPP non è solo infrastruttura: è un'icona del soft power statunitense e un trampolino per interessi energetici e commerciali

Valore politico e diplomatico per Trump – L’accordo rafforza l’immagine di Trump come “risolutore di conflitti” nonché un potenziale candidato al Nobel per la Pace

In sintesi

L’accordo appare oggi come un successo simbolico e strategico per Baku e Washington, mentre l’Armenia sembra aver ceduto elementi di controllo e legittimazione per una pace che, per ora è solo sulla carta e non tocca i nodi essenziali del conflitto storico.

Cosa potrà accadere nella regione e possibili reazioni di Iran e Russia

Il testo, che non menziona esplicitamente né il corridoio né concessioni di sviluppo agli USA, fonti autorevoli riportano che il pacchetto concordato a Washington include un corridoio/“route” strategico (il cosiddetto Zangezur / TRIPP) con ruolo operativo per gli USA. Questo è il fatto che più condiziona le reazioni di Mosca e Teheran.

Russia — reazioni e opzioni possibili

Mosca ha “accolto con favore” l’idea di pace, ma ha avvertito contro l’esclusione dei Paesi regionali e contro l’interferenza di attori esterni nel Caucaso. Questo è il tono ufficiale che abbiamo visto nelle note della Farnesina russa e nelle dichiarazioni del ministero. Putin e Pashinyan si sono sentiti al telefono per aggiornarsi sulle negoziazioni di Washington, segnale che la Russia vuole restare coinvolta e informata.

In realtà il corridoio gestito/assistito dagli USA ridurrebbe l’importanza della posizione di arbitrio che Mosca ha esercitato sul conflitto.

Il Cremlino potrebbe fare pressione diplomatica chiedendo e richiesta un ruolo operativo. Fare ad esempio parte della commissione di applicazione o monitoraggio, o per mantenere i propri accordi trilaterali/peacekeeping. (già segnalato come linea da Mosca).

Potrebbe rafforzare legami di sicurezza con Yerevan attraverso la fornitura di armi, accordi bilaterali ecc.., misure economiche mirate o condizioni di fornitura energetica.

Potrebbe mettere in atto campagne diplomatiche e mediatiche per delegittimare parti dell’accordo o puntare su elementi sensibili (diritti umani, questioni demografiche) per complicarne l’attuazione.

Tuttavia ci sono limiti pratici e rischi per Mosca, che è impegnata altrove (e la sua capacità di proiettare potenza è meno illimitata di un tempo), quindi difficilmente potrà bloccare unilateralmente un progetto che ha il sostegno di Baku e Washington senza pagarne un costo elevato.

Iran — reazioni e opzioni possibili

Alcune testate iraniane avevano espresso apertura all’idea di pace; tuttavia i commenti più recenti sono molto duri riguardo al corridoio che passerebbe vicino al confine iraniano.

Il consigliere di Khamenei, Ali Akbar Velayati, ha definito il corridoio “inaccettabile” e ha parlato di misure per impedirne l’istituzione, arrivando a usare formule inquietanti (“graveyard for Trump’s mercenaries”) — citate dalla stampa internazionale. È un chiaro segnale di forte opposizione e di retorica coercitiva. La preoccupazione di Teheran è che un corridoio controllato da attori occidentali riduce l’importanza strategica dell’Iran come via di transito e incide sulle rotte commerciali e sull’equilibrio con l’Azerbaijan e Turchia; inoltre corre rischi di “accerchiamento geopolitico”.

Probabilmente cercherà di intensificare la retorica, convocherà ambasciatori, lancerà avvertimenti pubblici e privati, come ha già fatto nelle ore successive.

Si potrà avvalere di pressioni legali e diplomatiche, cercando alleanze regionali, sollevando la questione in sedi internazionali, e usando strumenti di boicottaggio economico o doganale, se possibile. Alcune fonti iraniane suggeriscono anche contromisure economico-commerciali.

La retorica di Velayati include minacce di impedire il corridoio anche senza Mosca; questo è un chiaro segnale che l’Iran è pronto a minacciare contromisure. Tuttavia un’azione militare aperta sarebbe molto rischiosa e costosa per Teheran, quindi è più probabile che ricorra a strumenti non convenzionali (pressione diplomatica, interdizione economica, cyber/operazioni clandestine di basso livello).

Potremo assistere a incidenti di frontiera a scopo di pressione (bassa probabilità ma non da ignorare): provocazioni, blocchi temporanei, contestazioni della delimitazione. Ci sarebbero infatti alcuni segnali : movimenti di truppe, ordini di chiusura strade di confine.

In conclusione

Mosca, molto probabilmente, cercherà di preservare o recuperare un ruolo operativo (diplomatico e di sicurezza); potrà usare leva politica ed economica, e farà pressioni per non essere esclusa. Un conflitto diretto con gli USA è improbabile, ma il rischio di frizioni è alto.

Teheran potrebbe reagire duramente a livello retorico e diplomatico. Potrebbe tentare contromisure economiche o azioni indirette per complicare la realizzazione del corridoio. Un confronto militare aperto resta improbabile, ma può aumentare la tensione locale.



Comentários


bottom of page