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Artsakh - Stepanakert, città fantasma

Assadakah Yerevan - Oggi, 1° ottobre, quella che era la capitale della autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh, o Artsakh è una città deserta, abbandonata dalla popolazione. Dal 24 settembre, inizio dell’esodo, sono fuggite in Armenia non meno di 100mila persone, e circa 85mila sono state registrate, mentre il governo ha assegnato alloggi temporanei a oltre 32mila sfollati.

Sono più di 120mila gli armeni che risiedevano nel Nagorno Karabakh, costretti ad abbandonare la propria casa, all’atto della nuova aggressione in forze dell’Azerbaijan, come conferma Kavita Belani, rappresentante ONU per i Rifugiati (UNHCR), che esorta la comunità internazionale ad affrontare urgentemente l’emergenza umanitaria.

Il 19 settembre, l’Azerbaijan ha lanciato un attacco militare, cambiando in poche ore il destino di migliaia di persone. Complessivamente, oltre 80mila hanno già lasciato la regione. Dopo un blocco durato mesi e un rafforzamento militare lungo il confine dell’enclave a maggioranza armena del Nagorno Karabakh, l’esercito azero ha lanciato un attacco militare e ha occupato il territorio. Nel giro di un giorno, le forze azere hanno rapidamente sopraffatto le difese locali, uccidendo più di 200 persone, compresi i civili. In cambio della cessazione dei bombardamenti, l’Azerbaijan ha chiesto la resa alla leadership politica del Nagorno Karabakh e il disarmo di tutte le forze armate. Dopo una giornata di battaglia, ora a Stepanakert regna il silenzio e la città è vuota. Tutto il Nagorno Karabakh, che contava 120mila abitanti, di fatto si è spopolato in poche ore. Il governo armeno sta discutendo una serie di programmi volti ad aiutare chi arriva ad ottenere una casa, un lavoro, un’istruzione e altre condizioni necessarie. Ma la comunità internazionale non fa nulla? L’Azerbaijan rimarrà impunito come già Israele?

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