top of page

Azerbaijan - Viaggi pagati per avere il favore dell'UE


Letizia Leonardi (Assadakah Roma News) - L'Unione Europea fa il pesce il barile, dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Critica l'Azerbaijan per i crimini di guerra e l'invasione del territorio sovrano dell'Armenia ma poi fa marcia indietro e stringe le mani al dittatore di Baku. Abbandona e ignora un Paese amico, cristiano e membro del Consiglio d'Europa per il gas e il petrolio di una dittatura musulmana che viola i fondamentali diritti umani.

In questi giorni una delegazione di parlamentari dell'UE si è recata in Azerbaijan. Pare che il loro viaggio sia stato pagato dal Ministero degli Affari Esteri di Baku e già qui c'è qualcosa di anomalo. Una indagine di Blankspot mostra come il governo dell'Azerbaijan utilizzi "villaggi intelligenti" per dissipare le critiche nei suoi confronti, dopo le continue violazioni dell'accordo di pace firmato con gli armeni del Nagorno Karabakh (Artsakh), nel novembre del 2020 e l'invasione del territorio sovrano della repubblica d'Armenia dello scorso 13 settembre. L'eurodeputato tedesco Engin Eroglu più di una volta aveva presentato delle risoluzioni nelle quali criticava l'azione azera nei confronti degli armeni. Il 14 settembre, all'indomani dell'invasione azera nel territorio armeno, Eroglu ha criticato nuovamente la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in occasione della seduta di apertura del Parlamento europeo. Poi, magicamente le critiche verso il governo di Baku si sono sciolte come neve al sole. Ci chiediamo come mai. Perché? Cosa è successo che ha fatto cambiare opinione all'eurodeputato tedesco? Eroglu e il parlamentare sloveno Franc Bogovic, del gruppo democristiano, avevano votato a favore di una risoluzione che condannava le azioni dell'Azerbaijan per la distruzione del patrimonio culturale armeno e per il revisionismo storico messo in atto dal febbraio del 2022. Dopo due settimane i due erano su un aereo, insieme a una delegazione, per volare alla volta dell'Azerbaijan. La notizia di questo viaggio è stata data da molti media azeri. La delegazione dei parlamentari dell'UE è apparsa in diverse interviste. Stranamente in queste interviste si evince un chiaro parere favorevole nei confronti dell'Azerbaijan. Non solo: Engin Eroglu, auspica che l'UE avvii una cooperazione energetica e che promuova una solida amicizia con l'Azerbaijan. Cose da non credere. Basta un viaggio pagato e il gas e petrolio che grondano sangue di innocenti per dare un colpo di spugna a tutte le violazioni e il male fatto? I due europarlamentari, Franc Bogovic e Engin Eroglu, tornati dal viaggio hanno continuato a "sponsorizzare" la dittatura azera e allora la domanda viene spontanea: cosa è stato dato o promesso a questi esponenti dell'UE per fare in modo che dimenticassero tutte le azioni da condannare messe in atto dal governo di Baku nei confronti degli armeni? Cosa è successo durante e dopo quel viaggio? Ma c'è anche un'altra anomalia in tutta questa faccenda: come mai l'Azerbaijan ha pagato il viaggio dei due europarlamentari quando c'è una norma del codice deontologico dei parlamentari europei che stabilisce che è vietato ricevere cene, viaggi o altri regali di valore superiore a 150 euro? In ogni caso poi questo "omaggio", se accettato sarebbe dovuto essere quanto meno dichiarato. I viaggi al di fuori del budget assegnato, che il deputato non paga, devono infatti essere comunicati entro un mese per obblighi di trasparenza nei confronti dei cittadini dell'UE. Né Bogovic né Eroglu hanno dichiarato il viaggio o di aver ricevuto regali per un valore superiore a 150 euro. Ciò significa che hanno pagato tutto da soli o hanno ricevuto regali senza seguire le normative dell'UE. Tra l'altro in Azerbaijan, oltre ai due europarlamentari Ue, sono andati anche cinque accompagnatori, tra i quali il tedesco Adam Mouchtar, coordinatore del gruppo RUMRA e assistente di Bogovic e il consigliere lituano Angele Kedaitiene, che svolge incarichi per la delegazione azera dell'UE. Tutto questo non può che apparire come un tentativo da parte di Baku di "comprarsi" il favore della UE con viaggi e regalie varie. Non sarebbe la prima volta che l'Azerbaijan invita a sue spese delegazioni politiche di altri Stati. La tolleranza e anzi la "fratellanza" che esprime l'UE, che si proclama paladina della democrazia, verso regimi dittatoriali fa pensare a quale sia il concetto di democrazia di questa Unione Europea che sta aiutando l'Ucraina che di democrazia ha ben poco, e che stringe la mano all'Azerbaijan che, secondo l'ultimo indice di democrazia misurato dalla Freedom House, ottiene 9 punti su un massimo di 100 nel "Global Freedom Scores". La Bielorussia ne ottiene 8, la Russia ne ottiene 19. In "Democracy Scores", l'Azerbaijan ne ottiene 1, la Bielorussia 3 e la Russia 5. Se poi prendiamo in considerazione la libertà di stampa, che è una delle principali espressioni di democrazia e libertà, Reporter senza frontiere quest'anno ha preso in considerazione 180 Paesi e l'Azerbaijan appare al 154° posto, uno avanti alla Russia (che è al 155° posto). Eppure l'UE e l'organizzazione non governativa Human Rights Watch accusano l'Azerbaijan di aver commesso molti gravi crimini di guerra contro gli armeni del Nagorno Karabakh e contro l'Armenia, con l'invasione del suo territorio sovrano avvenuta il 13 settembre di quest'anno. Un fare, quello dell'UE un po' schizofrenico. È inoltre di oggi la notizia delle accuse della Russia verso l'UE per ingerenza nel processo di normalizzazione tra Armenia e Azerbaijan.

"l'UE - ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova - è guidata esclusivamente dai propri interessi congiunturali nel mostrare attività nel Caucaso meridionale. Sappiamo che Bruxelles sta tentando di interferire con ogni mezzo nel processo di normalizzazione delle relazioni tra Baku e Yerevan per stabilire la propria presenza sul terreno e alla fine cacciare la Russia dalla regione".


bottom of page