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Balcani - Tajani: “Provvedimento immediato per integrazione nella UE”

Roberto Roggero - Dal punto di vista geopolitico, ciò che interessa Assadakah, in quanto associazione che rappresenta la cooperazione fra mondo arabo e mondo occidentale, è la presenza di numerose aree con comunità musulmane, in un teatro estremamente delicato. La storia dovrebbe insegnare. La vicinanza fra Paesi dell’area balcanica ed Europa, e il loro ruolo di collegamento fra due aree fondamentali, necessita di una soluzione per normalizzare qualunque eventualità di tensione.

In merito si è espresso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in particolare per rilanciare il ruolo dell’Italia nella delicata questione, dopo l’incontro di Trieste lo scorso 24 gennaio e alla conclusione dell’incontro interministeriale a Roma, lo scorso 3 aprile, con i ministri degli Esteri di Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia, con la presidenza di turno svedese del Consiglio della UE e al Commissario all’Allargamento e la politica di vicinato. La discussione si è svolta con particolare attenzione su come rendere più concreto il processo di integrazione europea di questa regione.

Il ministro Tajani riconosce la domanda da parte dei Paesi balcanici rivolta alla UE e all’Italia in particolare, per un progetto europeo di più ampio respiro, dove i punti in comune, e soprattutto le diversità, servano a unire verso un comune obiettivo e da diversi punti di vista, non escluso quello economico-finanziario, industriale, politico e diplomatico e, in particolare, in settori chiave quali transizione energetica e digitale, infrastrutture, istruzione e ricerca.

In breve, il ministro ha dichiarato che l’Unione Europea non può permettersi di perdere i Balcani, con riferimento anche al settore della sicurezza, alla questione ucraina, e al fatto che l’Italia è tra i Paesi maggiormente esposti ai rischi che deriverebbero da un aumento della tensione, anche sul fronte migratorio.

Il governo è impegnato per la concessione dello status di Candidato UE per la Bosnia-Erzegovina, simbolo della complessità ma anche della straordinaria potenzialità di questa regione, per aprire la strada alla sempre maggiore integrazione fra Paesi balcanici ed Europa. Senza trascurare il traffico commerciale, elemento fondamentale nei rapporti politici, geopolitici e culturali, con un volume di circa 18 miliardi di euro nel 2022, un aumento del 50%, e programmi di sviluppo come il Business & Science Forum Italia-Serbia, al quale hanno partecipato oltre 400 aziende.

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