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Cisgiordania - Soldati israeliani uccidono bimbo di tre anni

(Ambasciata di Palestina in Italia) - Il 2 giugno, le forze israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio di Nabi Saleh, vicino a Ramallah, prendendosela in particolare con la storica famiglia Tamimi, simbolo della resistenza non violenta di quel villaggio sotto occupazione. In questa occasione, come in molte altre, oltre ad usare l’abituale violenza fisica fatta di calci e pugni, i militari hanno anche usato le armi e sparato, colpendo alla testa un bimbo di soli 3 anni. Il suo nome era Mohammad, ed è morto dopo tre giorni di cure e preghiere. Al momento dell’aggressione, il piccolo Tamimi si trovava in macchina con la madre e con il padre, rimasto anche lui ferito. Con Mohammad diventano 28 i bambini uccisi dal fuoco israeliano dall’inizio dell’anno, compresi i 7 morti a Gaza.

Migliaia di cittadini del governatorato di Ramallah hanno partecipato al funerale del piccolo, ma i cortei funebri sono diventati uno dei bersagli preferiti delle forze di occupazione, che anche questa volta non hanno esitato a sparare pallottole d’acciaio rivestite di gomma, mandando in ospedale due giovani colpiti rispettivamente al volto e a un piede, mentre il resto del villaggio veniva investito da una pioggia di granate assordanti e da gas lacrimogeni che hanno causato problemi respiratori a decine di persone.

Il Ministero degli Affari Esteri della Palestina ha chiesto un’indagine internazionale urgente su questo e sugli altri omicidi di bambini palestinesi, invitando la Commissione che sta indagando sui crimini di Israele per conto della Corte Penale Internazionale ad assumersi le proprie responsabilità al riguardo, dato che eventuali indagini interne israeliane, quand’anche fossero avviate, sarebbero prive di valore e si concluderebbero come al solito con l’assoluzione dell’assassino e l’occultamento della verità in cui sono implicati i vertici politici e militari del Paese occupante.

Il Presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, ha chiamato il padre di Mohammad per esprimere le sue più sentite condoglianze alla famiglia, augurando a tutti di avere la forza di resistere a tanto dolore.

Anche il Segretariato Generale dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) ha condannato questo assassinio, che prosegue la lunga scia di crimini odiosi perpetrati dalle forze di occupazione israeliane; mentre Il Rappresentante Speciale degli Stati Uniti per gli Affari Palestinesi, Hady Amr, si è recato in visita dalla famiglia Tamimi e ha dichiarato che “nessun genitore dovrebbe seppellire il proprio figlio in questo modo. Per creare un futuro migliore, occorre fare di più per ridurre al minimo le vittime civili".

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